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giovedì 1 giugno 2017

"LOS LIBROS" Ju 21,25


4 commenti:

  1. S. FAUSTI – Il redattore ribadisce le ultime parole dell'autore (20,30). Certamente la comunità conosce gli altri Vangeli insieme ad altri fatti e detti di Gesù. Non si ripete perché questi sono stati scritti : è ormai chiaro che sono stati scritti perché crediamo che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio,e
    perché, credendo in Lui, abbiamo vita nel Suo nome.
    “Se si scrivessero una ad una, penso che neppure il mondo stesso conterrebbe i libri”
    Il redattore chiude l'epilogo del Vangelo con un'iperbole.
    Si può intendere in senso materiale : i libri, che si potrebbero scrivere sulla Parola diventata carne, non ci starebbero fisicamente nel mondo intero. Come si può dire tutto di Colui che è tutto in tutti, e infinitamente oltre il tutto? L'universo è nei suoi confronti come granello di “polvere sulla bilancia” , “stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra”. Eppure su di esso riversa tutto il Suo Amore (Sap 11,22-26). Infatti tutto è stato fatto da Lui e ha in Lui la propria esistenza (1,3).
    L'universo intero è un libro aperto e inindagato, che attende un lettore che sappia leggervi lo splendore dell'Infinito : è un linguaggio silenzioso che canta la Gloria di Dio. (Sl 19,1-4).
    Si può intendere in senso spirituale . “Contenere” allora significa “capire” : non siamo in grado di
    capire il mistero abissale dell'amore di Dio per noi. L'importante allora non è sapere tutto, ma cogliere il significato, in modo da aderire a Gesù e amarlo, per essere in Lui, nostra Vita.
    La ricchezza che dal Vangelo scaturisce è inesauribile, come l'acqua da una sorgente.
    Il lettore, dopo essersi accostato alla Parola, se ne accorge con stupore e ammirazione. Tutto ciò che è scritto e non scritto su Gesù , ce lo suggerirà il Suo Spirito, che ci renderà capaci di testimoniarlo (14,26 – 15,27 – 16,12-15), scrivendolo nella nostra vita.
    Il Padre ci ha rivelato tutto in Gesù, Carne del Figlio. In Lui “sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3) : da Lui, splendore della Gloria (Eb1,3), riverbera l'infinito splendore della Verità. Tutta la creazione, la storia e la Scrittura parlano di Lui, principio e vita di quanto esiste (1,3 -5,39-46). però noi Lo conosciamo solo progressivamente, giorno dopo giorno, imparando con modestia dalla creazione, dalla storia e dalla Scrittura. Chi pretendesse di conoscerlo pienamente, è stolto ed empio: è un idolatra, che confonde Dio con le proprie idee su di Lui.
    Tutti i fanatismi vengono da qui. Chi è saggio, oggi come sempre, cerca umilmente di porsi in ascolto di ogni persona, cultura e religione, per conoscere il Signore di tutto e di tutti. Solo il cammino della storia – per questo continua ancora, anche se è già concluso nella Carne del Verbo -, è in grado di farci cogliere ciò che Lui ci ha già donato.

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  2. Piace terminare con queste parole di S. Efrem “Chi è capace di comprendere ,Signore, tutta la ricchezza di una sola delle Tue Parole ?E' molto più ciò che ci sfugge di quanto riusciamo a comprendere . Siamo proprio come gli assetati che bevono ad una fonte. La Tua Parola offre molti aspetti diversi, come numerose sono le prospettive di coloro che la studiano. Il Signore ha colorato la Sua Parola di bellezze svariate, perché quelli che la scrutano possano contemplare ciò che preferiscono. Ha nascosto nella Sua Parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla.
    La Sua Parola è un albero di vita che, da ogni parte , ti porge dei frutti benedetti.
    Essa è come quella roccia aperta nel deserto che divenne, per ogni uomo da ogni parte, una bevanda spirituale. Essi mangiarono, disse l'Apostolo, un cibo spirituale e bevvero una bevanda spirituale (1Cor 10,2s).
    La Parola del Figlio è Spirito e vita per tutti i fratelli (6,63).
    Come altrove si è detto, l'uomo è terra impastata di acqua, che vive di aria e di luce.
    Ma la nostra acqua è l'oceano zampillante di vita, la nostra aria il respiro stesso di Dio, la nostra luce il Suo Amore. Non possiamo afferrare il dono di Dio. Possiamo però accoglierlo ed esserne accolti : “In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo”(At 17,28).
    E sia permesso citare come Paolo un poeta, “il naufragar m'è dolce in questo mare”. Grazie, Silvano Fausti!

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  3. ..E non chiedere nulla, nemmeno la fede:
    cantare all'amore
    e spandere gioia,
    con gli occhi colmi di bellezza D. M. Turoldo

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  4. Dagli Atti degli Apostoli
    At 28, 16-20.30-31

    Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia.
    Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e, quando giunsero, disse loro: «Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d'Israele che io sono legato da questa catena».
    Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 21,20-25

    In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
    Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    …il Vangelo di Giovanni, così spirituale, così alto, si chiude con una struggente richiesta e offerta d’amore tra Gesù e Pietro, che si intreccia, con tutta naturalezza, con una discussione tra di loro. L’Evangelista ci avverte: egli rende testimonianza alla verità dei fatti (cfr Gv 21,24). Ed è in essi che va cercata la verità. Possiamo chiederci: siamo capaci noi di custodire il tenore di questo rapporto di Gesù con i discepoli, secondo quel suo stile così aperto, così franco, così diretto, così umanamente reale? Com’è il nostro rapporto con Gesù? È così, come quello degli apostoli con Lui? Non siamo, invece, molto spesso tentati di chiudere la testimonianza del Vangelo nel bozzolo di una rivelazione “zuccherosa”, alla quale aggiungere la nostra venerazione di circostanza? Questo atteggiamento, che sembra rispetto, in realtà ci allontana dal vero Gesù, e diventa persino occasione per un cammino di fede molto astratto, molto autoreferenziale, molto mondano, che nonè la strada di Gesù. Gesù è il Verbo di Dio fatto uomo, e Lui si comporta come uomo, Lui ci parla come uomo, Dio-uomo. […] E quando noi vogliamo metterci nella vita degli altri, Gesù risponde: “A te che importa? Tu seguimi”. (Udienza generale, 22 giugno 2022)

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