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domenica 29 novembre 2015

"ES MI PADRE EL QUE ME GLORIFICA" Ju 8, 52 - 54



 


4 commenti:

  1. S. FAUSTI - I suoi ascoltatori gli chiedono chi pretenda di essere , se tutti i servi della Parola, da Abramo ai profeti, sono morti. Gesù risponde proclamandosi colui il cui Padre è quello che essi chiamano loro Dio. Egli è il Figlio, che era al principio : è "Io-Sono".
    Se uno glorifica se stesso , è vanaglorioso e ignora la vera gloria, quella che viene da Dio.

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    1. VERITATIS SPLENDOR S. G. Paolo II
      19 - È Gesù stesso che prende l'iniziativa e chiama a seguirlo. L'appello è rivolto innanzi tutto a coloro ai quali egli affida una particolare missione, a cominciare dai Dodici; ma appare anche chiaro che essere discepoli di Cristo è la condizione di ogni credente ( At 6,1). Per questo, seguire Cristo è il fondamento essenziale e originale della morale cristiana: come il popolo d'Israele seguiva Dio che lo conduceva nel deserto verso la Terra promessa ( Es 13,21), così il discepolo deve seguire Gesù, verso il quale il Padre stesso lo attira ( Gv 6,44).

      Non si tratta qui soltanto di mettersi in ascolto di un insegnamento e di accogliere nell'obbedienza un comandamento. Si tratta, più radicalmente, di aderire alla persona stessa di Gesù, di condividere la sua vita e il suo destino, di partecipare alla sua obbedienza libera e amorosa alla volontà del Padre. Seguendo, mediante la risposta della fede, colui che è la Sapienza incarnata, il discepolo di Gesù diventa veramente discepolo di Dio (Gv 6,45). Gesù, infatti, è la luce del mondo, la luce della vita (Gv 8,12); è il pastore che guida e nutre le pecore (Gv 10,11-16), è la via, la verità e la vita (cf Gv 14,6), è colui che conduce al Padre, al punto che vedere lui, il Figlio, è vedere il Padre (cf Gv 14,6-10). Pertanto imitare il Figlio, «l'immagine del Dio invisibile» (Col 1,15), significa imitare il Padre.

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    2. Ascolta, o Padre, coloro che ti supplicano
      e custodisci con amore
      quanti ripongono ogni speranza nella tua misericordia,
      perché, purificati dalla corruzione del peccato,
      permangano in una vita santa
      e siano fatti eredi della tua promessa.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.

      Prima Lettura
      Diventerai padre di una moltitudine di nazioni.
      Dal libro della Gènesi
      Gn 17,3-9

      In quei giorni Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:
      «Quanto a me, ecco la mia alleanza è con te:
      diventerai padre di una moltitudine di nazioni.
      Non ti chiamerai più Abram,
      ma ti chiamerai Abramo,
      perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò.
      E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio».
      Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione».

      Parola di Dio.


      Salmo Responsoriale
      Dal Sal 104 (105)

      R. Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.

      Cercate il Signore e la sua potenza,
      ricercate sempre il suo volto.
      Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
      i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca. R.

      Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
      figli di Giacobbe, suo eletto.
      È lui il Signore, nostro Dio:
      su tutta la terra i suoi giudizi. R.

      Si è sempre ricordato della sua alleanza,
      parola data per mille generazioni,
      dell'alleanza stabilita con Abramo
      e del suo giuramento a Isacco. R.

      Acclamazione al Vangelo
      Lode e onore a te, Signore Gesù!

      Oggi non indurite il vostro cuore,
      ma ascoltate la voce del Signore. (Cf. Sal 94 (95),8ab)

      Lode e onore a te, Signore Gesù

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  2. VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 8,51-59

    In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno''. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».

    Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: ''È nostro Dio!'', e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».

    Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».

    Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Vi invito a prendere, oggi, cinque minuti, dieci minuti, seduti, senza radio, senza tv; seduti, e pensare alla propria storia: le benedizioni e i guai, tutto. Le grazie e i peccati: tutto. E guardare lì la fedeltà di quel Dio che è rimasto fedele alla sua alleanza, è rimasto fedele alla promessa che aveva fatto ad Abramo, è rimasto fedele alla salvezza che aveva promesso in suo Figlio Gesù. Sono sicuro che in mezzo alle cose forse brutte – perché tutti ne abbiamo, tante cose brutte, nella vita – se oggi facciamo questo, scopriremo la bellezza dell’amore di Dio, la bellezza della sua misericordia, la bellezza della speranza. E sono sicuro che tutti noi saremo pieni di gioia. (Santa Marta, 6 aprile 2017

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