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lunedì 16 novembre 2015

"LA VERDAD LOS HARÁ LIBRES" Ju 8,31 - 32




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  1. Dn 3,14–20.46–50.91–92.95

    In quei giorni il re Nabucodònosor disse: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto erigere? Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?».

    Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto».

    Allora Nabucodònosor fu pieno d'ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente.

    I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. La fiamma si alzava quarantanove cùbiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldèi che si trovavano vicino alla fornace. Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azarìa e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace e rese l'interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.

    Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero. Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi».

    Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all'infuori del loro Dio».

    VANGELO DEL GIORNO

    Gv 8,31-42

    In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».

    Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».

    Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».

    Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

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    1. VERITATIS SPLENDOR S. GIOV. PAOLO II
      Lo splendore della verità rifulge in tutte le opere del Creatore e, in modo particolare, nell'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio ( Gn 1,26): la verità illumina l'intelligenza e informa la libertà dell'uomo, che in tal modo viene guidato a conoscere e ad amare il Signore. Per questo il salmista prega: «Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto» (Sal 4,7).

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  2. Parole del Santo Padre
    Dio è Padre: non dimenticatevi mai questo. Anche nelle situazioni più brutte, pensate che abbiamo un Padre che ci ama tutti. Siamo sudditi o figli? Questo combattimento, dentro e fuori di noi, si presenta continuamente: mille volte dobbiamo scegliere tra una mentalità da schiavi e una mentalità da figli. Il comandamento è dal padrone, la parola è dal Padre. (Udienza generale, 20 giugno 2018)

    S.FAUSTI - Questi giudei hanno creduto "a Lui", ma ancora non credono "in Lui".
    Si possono, infatti, accettare le parole di Gesù su Dio, senza accettare che Lui stesso è Dio. E' una fede incipiente di tipo ideologico che, se non fiorisce nell'adesione alla sua persona, abortisce nel suo contrario. per aderire a Gesù, non basta dar credito alla sua parola . bisogna "dimorare" in essa.
    La parola è la casa dell'essere. Il discepolo ha come dimora la parola del Figlio.
    E' Gesù stesso la parola, che lo "informa " e gli dà il potere di diventare quello che è . figlio di Dio (1,12).
    In concreto , dimorare nella parola significa osservarla e farla.
    Si può ascoltare la parola per possederla e manipolarla, oppure per esserne presi e trasformati.
    Discepolo non è colui che conosce e dice la parola, ma colui che la fa, o meglio," è fatto" da essa. Dimorare nella parola significa avere con essa quella familiarità che ci assimila a Gesù , il Figlio, e ci fa progressivamente conoscere chi è Lui e chi siamo noi.
    La verità è conosciuta solo da chi la vive e nella misura in cui la vive.
    La verità del Figlio ci fa liberi perché ci dà la nostra identità di figli. Gesù intende portare chi lo ascolta a dimorare nella sua parola per conoscere la verità che gli apre la sua vita autentica, nella libertà di figlio di Dio e di fratello dell'altro.
    "Conoscerete " e "libererà" sono al futuro : è il futuro, senza fine , concesso a chi dimora nella sua Parola.
    Il fine della Parola di verità è la libertà.
    Però, come la verità è insidiata dalla menzogna, la libertà è prigioniera dell'abitudine alle varie schiavitù.
    La nostra intelligenza è sempre esposta ad errori e la nostra volontà è ostaggio dei suoi vizi. Essere discepolo è un lento cammino di illuminazione dell'intelletto e di liberazione della volontà, che ci viene dal dimorare nella Parola.
    Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi, E' costante il pericolo di ricadere nella schiavitù. Come per Israele, uscito dall'Egitto, così anche per noi la libertà è minacciata dalle difficoltà e dalle prove del cammino.

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  3. Vedi commenti
    SI EL HIJO LOS LIBERA" Jh 8,33-36
    "MI PALABRA NO TIENE ACOGIDA" Ju 8,37 - 39
    "ÉL ME INVIÓ" Ju 8,40 - 42

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