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martedì 15 marzo 2016

"YO VOY A DESPERTARLO" Ju 11,11-13


3 commenti:

  1. S. FAUSTI - Lazzaro è chiamato "il nostro amico". Si ribadisce per la terza volta che l'amore del Signore per noi e la nostra amicizia con Lui, che ci fa amici tra di noi, è principio di risurrezione e di vita.
    Per noi la morte è la fine di ogni speranza.
    per Gesù, invece, sulla linea della rivelazione biblica, è termine del giorno vecchio e inizio del sonno ristoratore, cui segue il risveglio di un nuovo giorno. La morte è sdrammatizzata : non è sprofondare nel buoi, ma riposo pacificatore, popolato dai sogni segreti del cuore.
    Siccome il Figlio gli è amico e lo ama, Lazzaro , come ogni uomo, anche se è morto, vive.
    Amare uno significa dirgli . "Tu non morrai".
    Alla luce dell'amore del Figlio, la morte non è più l'attesa angosciante, l'abisso che risucchia, la tragedia della vita,è
    Comunione con il Padre.
    "E' per nascere che si è nati!". Se la nostra gestazione alla nascita terrena è di nove mesi e, normalmente, va' da sé, quella della nascita divina può essere di novant'anni ed è lasciata alla nostra libertà.
    Alla fine apriamo gli occhi e veniamo alla luce :
    vediamo la nostra luce.
    Il cristiano vive fin d'ora la vita eterna, nell' amore di Colui che lo ha amato e ha dato se stesso per lui (Gal.2,20).
    L'evangelista sottolinea l'equivoco : per Gesù la morte è un sonno, per i discepoli è ancora la fine di tutto.

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  2. LETTURA DEL GIORNO
    Prima Lettura

    Dal libro del profeta Ezechièle
    Ez 37,12-14

    Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d'Israele.
    Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
    Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.



    Seconda Lettura

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 8,8-11

    Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
    Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
    Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

    In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
    Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
    Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
    Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
    Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

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  3. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Qui tocchiamo con mano che Dio è vita e dona vita, ma si fa carico del dramma della morte. Gesù avrebbe potuto evitare la morte dell’amico Lazzaro, ma ha voluto fare suo il nostro dolore per la morte delle persone care, e soprattutto ha voluto mostrare il dominio di Dio sulla morte. In questo passo del Vangelo vediamo che la fede dell’uomo e l’onnipotenza di Dio, dell’amore di Dio si cercano e infine si incontrano. […] E la risposta di Dio non è un discorso, no, la risposta di Dio al problema della morte è Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita… Abbiate fede!”. (Angelus, 29 marzo 2020)

    “Quando invochiamo Dio, quando ci apriamo a Lui,noi stessi siamo per primi “rimessi a nuovo”.E, viceversa,quando il mondo si chiude a Dio, quando distoglie lo sguardo da Lui,allora il mondo diventa come un pianeta che esce dalla sua orbita di gravitazione,e rotola via, senza meta, negli abissi del nulla.
    Il mondo allora è come una terra non più illuminata dal sole e in cui la vita si estingue. Quando un uomo perde Dio,egli non sa più essere retto,perché ha perduto il parametro di giudizio fondamentale...”
    Benedetto xvi

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