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sabato 15 novembre 2014

LA PALABRA SE HIZO CARNE Ju 1,14-.15


1 commento:

  1. S. FAUSTI - Il divenire Carne della Parola è il punto di arrivo della storia di Dio che si comunica all'uomo. La Parola eterna che era rivolta a Dio ed è Dio, in un momento preciso “divenne” Carne .
    Cambia il modo in cui Dio comunica con noi . Ciò che da sempre era ed è, “divenne” uomo , partecipe della nostra condizione mortale. L'amore o trova o rende simili.
    Dio è Amore e chi ama si dona totalmente. Nel divenire Carne il Suo Dono è completo e definitivo.
    La Parola non prende “apparenza” umana, non indossa la nostra carne come un vestito, “diviene” carne, uomo, corpo. Dio assume con la Sua creatura una nuova relazione, che è quella di mettersi alla pari di lei per comunicare pienamente con lei. Dio è “un” uomo!. Non un uomo “divino e universale”, con un corpo etereo, fatto di luce. Dio è un uomo reale e concreto : Gesù.
    Ogni fragilità, debolezza e limite, l'essere-per-la -morte della nostra condizione, diviene la Sua.
    E proprio la Sua Carne, e non altro, rivela la Gloria.
    Facciamo fatica a pensare un Dio che vuol essere come siamo noi. Se ci fa paura un pensiero debole, un Dio debole decisamente ci scandalizza. Quale sicurezza e affidabilità può offrire a noi, sempre in cerca di una roccia stabile su cui fondare la nostra esistenza? Dio è totalmente Altro, Altro anche dal nostro concetto di altro . Totalmente Altro da essere come noi.
    La Carne di Gesù – questo è lo scandalo- è quella di Dio, della Parola creatrice, della Sapienza che ci rende figli dell'Altissimo. Noi concepiamo Parola e carne in contrapposizione.
    In realtà ogni carne viene dalla Parola ,a sua volta la Parola è vita e luce di ogni carne.
    “Contemplammo” Questo secondo “noi” implicito, è la comunità di chi ha accolto Gesù. Sono i primi testimoni che hanno udito, visto, contemplato e toccato la parola di Vita che era fin dal principio. La Gloria è Dio stesso, che si manifesta nella Sua bellezza unica. Questa Gloria è la Sua, quella della Parola, che contempliamo nella “carne” nell'uomo Gesù. Giovanni non racconta la trasfigurazione, tutto il Suo Vangelo è una Trasfigurazione, un'epifania di Dio, una contemplazione della Gloria nella carne del Figlio. D'ora in poi Giovanni non parlerà più del Logos, ma del Figlio, e Dio sarà chiamato Padre . Il Figlio è pieno del Dono della conoscenza del Padre. Per questo è il Figlio, che vuole e può comunicare il Padre ai fratelli. Giovanni , che nei v. 6-7 rappresentava i sapienti e i profeti che hanno testimoniato la Parola creatrice, ora è il testimone diretto della Parola diventata carne. Il suo grido, cominciato allora, continua ancora per chiunque voglia diventare discepolo di Gesù. Giovanni riconosce in Gesù, che viene dopo di lui, Colui che sta davanti, o meglio, sopra di lui, e che era prima di lui, la Parola stessa di Dio.

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