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domenica 23 novembre 2014

NADIE HA VISTO JAMÁS A DIOS Juan1,18


6 commenti:

  1. Antifona
    Un bambino è nato per noi,
    ci è stato dato un figlio.
    Sulle sue spalle è il potere
    e il suo nome sarà:
    Consigliere mirabile. (Is 9,5)

    Gloria.


    Dio onnipotente ed eterno,
    che nella nascita del tuo Figlio
    hai stabilito l’inizio e la pienezza della vera fede,
    accogli anche noi come membra del Cristo,
    che compendia in sé la salvezza del mondo.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.

    Prima Lettura
    Avete ricevuto l'unzione dal Santo e tutti avete la conoscenza.
    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    1Gv 2,18-21

    Figlioli, è giunta l'ultima ora. Come avete sentito dire che l'anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l'ultima ora.
    Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.
    Ora voi avete ricevuto l'unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 95 (96)
    R. Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
    Oppure:
    R. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.
    Cantate al Signore un canto nuovo,
    cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
    Cantate al Signore, benedite il suo nome,
    annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. R.

    Gioiscano i cieli, esulti la terra,
    risuoni il mare e quanto racchiude;
    sia in festa la campagna e quanto contiene,
    acclamino tutti gli alberi della foresta. R.

    Davanti al Signore che viene:
    sì, egli viene a giudicare la terra;
    giudicherà il mondo con giustizia
    e nella sua fedeltà i popoli. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Il Verbo si fece carne
    e venne ad abitare in mezzo a noi.
    A quanti lo hanno accolto
    ha dato il potere di diventare figli di Dio. (Gv 1,14a.12a)

    Alleluia.

    Vangelo
    Il Verbo si fece carne.
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 1,1-18

    In principio era il Verbo,
    e il Verbo era presso Dio
    e il Verbo era Dio.
    Egli era, in principio, presso Dio:
    tutto è stato fatto per mezzo di lui
    e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
    In lui era la vita
    e la vita era la luce degli uomini;
    la luce splende nelle tenebre
    e le tenebre non l'hanno vinta.
    Venne un uomo mandato da Dio:
    il suo nome era Giovanni.
    Egli venne come testimone
    per dare testimonianza alla luce,
    perché tutti credessero per mezzo di lui.
    Non era lui la luce,
    ma doveva dare testimonianza alla luce.
    Veniva nel mondo la luce vera,
    quella che illumina ogni uomo.
    Era nel mondo
    e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
    eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
    Venne fra i suoi,
    e i suoi non lo hanno accolto.
    A quanti però lo hanno accolto
    ha dato potere di diventare figli di Dio:
    a quelli che credono nel suo nome,
    i quali, non da sangue
    né da volere di carne
    né da volere di uomo,
    ma da Dio sono stati generati.
    E il Verbo si fece carne
    e venne ad abitare in mezzo a noi;
    e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
    gloria come del Figlio unigenito
    che viene dal Padre,
    pieno di grazia e di verità.
    Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
    «Era di lui che io dissi:
    Colui che viene dopo di me
    è avanti a me,
    perché era prima di me».
    Dalla sua pienezza
    noi tutti abbiamo ricevuto:
    grazia su grazia.
    Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
    la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
    Dio, nessuno lo ha mai visto:
    il Figlio unigenito, che è Dio
    ed è nel seno del Padre,
    è lui che lo ha rivelato.

    Parola del Signore.

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Si fece carne e non è tornato indietro. Non ha preso la nostra umanità come un vestito, che si mette e si toglie. No, non si è più staccato dalla nostra carne. E non se ne separerà mai: ora e per sempre Egli è in cielo con il suo corpo di carne umana. Si è unito per sempre alla nostra umanità, potremmo dire che l’ha “sposata”. A me piace pensare che quando il Signore prega il Padre per noi, non soltanto parla: gli fa vedere le ferite della carne, gli fa vedere le piaghe che ha sofferto per noi. Questo è Gesù: con la sua carne è l’intercessore, ha voluto portare anche i segni della sofferenza. Gesù, con la sua carne è davanti al Padre. Il Vangelo dice infatti che venne ad abitare in mezzo a noi. Non è venuto a farci una visita e poi se n’è andato, è venuto ad abitare con noi, a stare con noi. (Angelus, 3 gennaio 2021)

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    1. S.G.PAOLO II - Proprio questo FIGLIO -il VERBO che si fece CARNE -è colui al quale dà testimonianza Giovanni sul Giordano. Di Giovanni Battista leggiamo nel Prologo: “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce . . .” (Gv 1, 6-7). Tale luce è proprio Cristo -come VERBO. Leggiamo ancora nel Prologo: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini” (Gv 1, 4). Questa è “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). La luce che “splende nelle TENEBRE, ma le TENEBRE non l’hanno accolta” (Gv 1, 5).
      Dunque, secondo il Prologo del Vangelo di Giovanni, Gesù Cristo è Dio, perché FIGLIO unigenito di Dio Padre. Il VERBO. Egli viene nel mondo come fonte di vita e di santità. Veramente qui siamo al punto centrale e decisivo della nostra professione di FEDE: “Il VERBO si è fatto CARNE e venne ad abitare in mezzo a noi”.


      ANGELUS 3 -1 -2003
      La liturgia dell'odierna domenica ci ripropone, nel Prologo del Vangelo di San Giovanni, il mistero sublime dell'INCARNAZIONE del VERBO ETERNO, venuto ad abitare in mezzo a noi.
      Scrive l'Evangelista: "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini", che "splende nelle TENEBRE, ma le TENEBRE non l'hanno accolta" (Gv 1,4-5). A coloro però che l'hanno accolta è stato dato "potere di diventare FIGLI DI DIO" (cfr v. 12). E termina con questa solenne affermazione: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il FIGLIO unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha RIVELATO" (v. 18).
      Queste parole, pur risuonando nel cuore della Chiesa da oltre due mila anni, conservano tutta la loro novità e attualità. In Gesù, FIGLIO unigenito del Padre, Dio totalmente si RIVELA e partecipa la sua vita ad ogni essere umano che lo riconosce come Salvatore. Il Bambino nato a Betlemme è veramente il ‘coetaneo’ di ogni PERSONA, che viene sulla faccia della terra.
      2. È, pertanto, anche nostro ‘contemporaneo’. I doni del Signore non tramontano mai. Ecco il lieto annuncio del Natale: la luce divina, che inondò il cuore di Maria e di Giuseppe, e guidò i passi dei pastori e dei Magi, brilla anche oggi per noi.
      Il dramma è che Cristo-luce del mondo da molti non è conosciuto, da altri non è accolto, anzi è rifiutato. Nella nostra società è purtroppo diffusa una cultura imbevuta di egoismo e chiusa alla conoscenza e all'amore di Dio. È una cultura che, rifiutando di fatto un saldo riferimento alla trascendenza divina, genera smarrimento e insoddisfazione, indifferenza e solitudine, odio e violenza. Quanto urgente è allora testimoniare con gioia l'unico messaggio di salvezza, antico e sempre nuovo, del Vangelo della vita e della luce, della speranza e dell'amore!
      3. Maria, Stella dell'evangelizzazione, che invochiamo fiduciosi, ci sostenga sempre perché rimaniamo fedeli alla vocazione cristiana e possiamo realizzare le aspirazioni di giustizia e di pace, che ardentemente avvertiamo all'inizio di questo nuovo anno.

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  3. FAUSTI – La scintilla divina dell'uomo è il “desiderio di vedere Dio”. La Bibbia è pervasa dall'anelito di “vedere il Volto “, luce del nostro volto e nostro Dio. In lui troviamo la realtà di cui siamo immagine . Ma vedere Dio è impossibile. Non solo perchè siamo peccatori, ma anche perchè siamo limitati e mortali. Come può il limitato accogliere l'illimitato , senza esplodere?. Tra noi e Dio che è Vita, c'è un velo, la morte. Questo velo sarà strappato e la morte distrutta (Is 25,7-8) proprio attraverso la Carne di Cristo. E' vietato farsi immagini di Dio. Ma ne udiamo la Parola e possiamo vedere il volto in chi Lo ascolta : nel Figlio, Parola diventata carne. C'è sempre il pericolo di dire che Gesù è Dio, applicando a Lui le nostre immaginazioni, bisogna invece dire che Dio, che nessuno mai ha visto, è Gesù.
    In ogni affermazione del Vangelo Dio è sempre soggetto, Gesù è il predicato. Il soggetto è qualcosa che cerchiamo di conoscere, il predicato è ciò che di esso noi conosciamo. Dio è il “soggetto” , lo sconosciuto che nessuno mai ha visto , Gesù è il predicato che ce lo fa conoscere con la Sua vita, i Suoi gesti, le Sue parole. Il verbo “narrare”, significa portar fuori, esporre, spiegare, descrivere, interpretare, fare esegesi. L'uomo Gesù è pienamente abilitato a narrare il Dio invisibile : Lo porta fuori, espone, spiega, descrive, interpreta, perché è il Figlio, l'ermeneuta e l'esegeta del Padre.
    Al centro di ogni Teologia cristiana c'è la Carne del Figlio, l'umanità, la debolezza e l'umiltà di Dio.
    Il Vangelo che racconta la storia di Gesù , narra l'invisibile Dio . Coloro che l'hanno incontrato, Lo raccontano a noi, perché partecipiamo della loro esperienza. Anche noi oggi, come loro prima di noi, possiamo vederlo e toccarlo se ascoltiamo la parola di chi lo testimonia.
    La Parola, che era al principio, è e sarà sempre principio di comunione con Dio.
    Essa è autocomunicazione totale, sempre aperta ad altra comunicazione, in un dialogo di ascolto e risposta senza fine.
    L'evangelista Giovanni è chiamato il Teologo. La sua Teologia è un “parlare-di-Dio” in senso forte : chi parla di Dio è Dio stesso che parla.
    Ciò che Gesù farà, nel seguito del Vangelo, è “narrare” il Padre, per donarci la Sua stessa comunione con Lui. Ciò che lui fa è “segno” raccontato a noi , della gloria del Figlio e del Padre. Questo segno è per noi il testo del Vangelo, sempre disponibile a chiunque lo legge.
    Si può affermare che il vangelo di Giovanni è la drammatizzazione dell'incontro della Parola con l'uomo, suo interlocutore.
    Chi lo legge si accorge che racconta esattamente ciò che accade in lui . Mentre lo legge, ne è letto, in modo nuovo

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    1. BENEDETTO XVI – ANGELUS - Piazza San Pietro - Domenica, 4 gennaio 2009

      La liturgia ripropone oggi alla nostra meditazione lo stesso Vangelo proclamato nel giorno di Natale, cioè il Prologo di San Giovanni. Dopo il frastuono dei giorni scorsi con la corsa all’acquisto dei regali, la Chiesa ci invita nuovamente a contemplare il mistero del Natale di Cristo, per coglierne ancor più il significato profondo e l’importanza per la nostra vita. Si tratta di un testo mirabile, che offre una sintesi vertiginosa di tutta la FEDE cristiana. Parte dall’alto: "In principio era il VERBO, e il VERBO era presso Dio e il VERBO era Dio" (Gv 1,1); ed ecco la novità inaudita e umanamente inconcepibile: "Il VERBO si fece CARNE e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14a). Non è una figura retorica, ma un’esperienza vissuta! A riferirla è Giovanni, testimone oculare: "Noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del FIGLIO unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità" (Gv 1,14b). Non è la parola dotta di un rabbino o di un dottore della LEGGE, ma la testimonianza appassionata di un umile pescatore che, attratto giovane da Gesù di Nazareth, nei tre anni di vita comune con Lui e con gli altri apostoli ne sperimentò l’amore – tanto da autodefinirsi "il discepolo che Gesù amava" –, lo vide morire in croce e apparire risorto, e ricevette poi con gli altri il suo Spirito. Da tutta questa esperienza, meditata nel suo cuore, Giovanni trasse un’intima certezza: Gesù è la SAPIENZA di Dio incarnata, è la sua Parola eterna fattasi uomo mortale.
      Per un vero Israelita, che conosce le sacre Scritture, questo non è un controsenso, anzi, è il compimento di tutta l’antica Alleanza: in Gesù Cristo giunge a pienezza il mistero di un Dio che parla agli uomini come ad amici, che si RIVELA a Mosè nella LEGGE, ai sapienti e ai profeti. Conoscendo Gesù, stando con Lui, ascoltando la sua predicazione e vedendo i segni che Egli compiva, i discepoli hanno riconosciuto che in Lui si realizzavano tutte le Scritture. Come affermerà poi un autore cristiano: "Tutta la divina Scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, parla di Cristo e trova in Cristo il suo compimento" (Ugo di San Vittore, De arca Noe, 2, 8). Ogni uomo e ogni donna ha bisogno di trovare un senso profondo per la propria esistenza. E per questo non bastano i libri, nemmeno le sacre Scritture. Il Bambino di Betlemme ci RIVELA e ci comunica il vero "volto" di Dio buono e fedele, che ci ama e non ci abbandona nemmeno nella morte. "Dio, nessuno lo ha mai visto – conclude il Prologo di Giovanni –: il FIGLIO unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha RIVELATO" (Gv 1,18).
      La prima ad aprire il cuore e a contemplare "il VERBO che si fece CARNE" è stata Maria, la Madre di Gesù. Un’umile ragazza di Galilea è diventata così la "sede della SAPIENZA"! Come l’apostolo Giovanni, ognuno di noi è invitato ad "accoglierla con sé" (Gv 19,27), per conoscere profondamente Gesù e sperimentarne l’amore fedele e inesauribile. È questo il mio augurio per ognuno di voi, cari fratelli e sorelle, all’inizio di questo nuovo anno.

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  4. COMMENTI PRECEDENTI :

    LA PALABRA JUAN 1,1-4
    LA VIDA ERA LA LUZ Ju 1, 4-5
    UN HOMBRE ENVIADO POR DIOS"Ju 1,6-8
    LA PALABRA ERA LA LUZ VERDADERA JU 1,9-10
    "TODOS LOS QUE LA RECIBIERON" Ju 1,11-13
    LA PALABRA SE HIZO CARNE Ju 1,14-.15

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