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martedì 28 giugno 2016

"EMPEZÓ A LAVAR LOS PIES DE LOS DISCIPULOS" Ju 13,4-5


3 commenti:

  1. S. FAUSTI – Gesù lava i piedi non prima, ma durante la cena. Non è quindi la purificazione per il pasto . È il centro del “suo” pasto. Questo conferisce al gesto un significato specifico di anticipo della “sua” Pasqua. Il Suo attoillustra la vita nuova che comunica ai fratelli. Lavare i piedi e dare il boccone a Giuda, con il comando dell'amore reciproco, sostituiscono in Giovanni il racconto dell'istituzione dell'Eucaristia. Non si spoglia solo del mantello, ma delle vesti : come sulla croce, dove ci dona se stesso E' il Pastore bello che depone la sua vita a favore delle pecore.
    “Preso un telo” : insieme grembiule e asciugatoio, diventa la sua veste definitiva : quella del servo.
    La Sua nudità è rivestita di servizio. In esso consiste la Gloria del Dio Amore : è la Sua vera veste , che l'uomo Gesù, nella sua morte, assume in modo definitivo. Il Suo servizio , che gli fa deporre le vesti e lo conduce alla croce, va oltre la stessa tomba : è amore che vince la morte , Gloria del Signore della vita, che sempre continuerà a lavare i piedi.
    Dio nel mar Rosso rivelò la sua Gloria affogando i nemici e salvando il Suo popolo. Ora rivela la Sua Gloria dando la vita per i nemici.
    Questa è la Sua Pasqua : il passaggio del mar Rosso è in un catino d'acqua che non affoga nessuno, se non Colui che salva tutti.
    Ciò che Gesù ora fa è il principio del mondo nuovo . Ciò che Lui cominciò e ciò che noi continueremo a fare. I piedi servono per camminare, per cambiare luogo. Il luogo è diverso per ciascuno, lasciato alla nostra libertà. Necessariamente vivo “ora” , liberamente scelgo di vivere “qui” e non altrove. Con i piedi fuggo da ciò che temo, e vado verso ciò che desidero.
    L'uomo è sempre viator, pellegrino o fuggiasco. Ogni cammino è infine verso casa. E la casa dove abito, è il luogo dove sono accolto e amato.
    Altrimenti fuggo e vado errando. La casa di ognuno è chi lo ama. E chiunque ama è casa dell'amato.La Pasqua definitiva che ci porta a casa, è l'amore del Figlio che lava i piedi dei fratelli, perchè camminino come Lui ha camminato. Così, passando da questo mondo al Padre, li fa uscire con lui dalla schiavitù per tornare, nella libertà di figli, a Colui dal quale, per inganno, erano fuggiti.Questo è l'Esodo in cui Dio rivela la Sua Gloria e vince ogni nemico dell'uomo, compreso il nemico ultimo, la morte. Infatti chi ama i fratelli è passato dalla morte alla vita.(1Gv 3,14).

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  2. Esodo 12,1-8.11-14

    In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d'Egitto:
    «Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno. Parlate a tutta la comunità d'Israele e dite: "Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l'agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne.
    Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con àzzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!
    In quella notte io passerò per la terra d'Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d'Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell'Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d'Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne"».

    1 Corinzi 11,23–26

    Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
    Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
    Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 13,1-15

    Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
    Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.
    Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
    Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».



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  3. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Questo è il testamento del Signore. Si dà da mangiare e bere, e ci dice: amatevi così. Lava i piedi, e ci dice: servitevi così, ma state attenti, un servo mai è più grande di quello che lo invia, del padrone. Sono parole e gesti contundenti: è il fondamento della Chiesa. Se noi andiamo avanti con queste tre cose, non sbaglieremo mai. (Santa Marta 26 aprile 2018)



    La realtà che oggi viviamo, in questa celebrazione: il Signore che vuole rimanere con noi nell’Eucaristia. E noi diventiamo sempre tabernacoli del Signore, portiamo il Signore con noi; al punto che Lui stesso ci dice che, se non mangiamo il suo corpo e non beviamo il suo sangue, non entreremo nel Regno dei Cieli. (…) Ma il Signore, in quello scambio di parole che ha avuto con Pietro, gli fa capire che per entrare nel Regno dei Cieli dobbiamo lasciare che il Signore ci serva, che il Servo di Dio sia servo di noi. E questo è difficile da capire. Se io non lascio che il Signore sia il mio servitore, che il Signore mi lavi, mi faccia crescere, mi perdoni, non entrerò nel Regno dei Cieli. (Omelia Santa Messa in Coena Domini 9 aprile 2020)

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