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domenica 10 luglio 2016

"LAS PRATICAN " Ju 13, 17-19


3 commenti:

  1. S. FAUSTI – Il tema della vita e della luce, fin qui dominante nel Vangelo, sfocia in quello dell'amore. E l'amore, luce vera della vita, si realizza non nelle parole o con la lingua , ma nella verità dei fatti., nell'essere a servizio gli uni degli altri.La beatitudine è fare queste cose.
    Ma nessuno può farle se prima non le conosce. Uno fa ciò che sa. Noi, come Pietro, ancora non le sappiamo, né le facciamo; vorremmo che neppure il Signore le facesse. “Queste cose” ci sono dette adesso, perchè dopo, quando saranno accadute, le possiamo comprendere.
    Come un ritornello martellante, il pensiero di Gesù ricorre a Giuda, che non partecipa a questa beatitudine. E' la sua preoccupazione di fondo : come salvare il fratello perduto?
    Gesù, il Figlio che conosce l'amore del Padre, conosce anche il proprio amore per i fratelli che ha scelto. La Sua elezione non esclude nessuno, altrimenti non sarebbe Figlio del Padre di tutti.
    Il fatto che il Signore dia da mangiare il Suo pane a chi leva contro di Lui il suo calcagno, è il compimento della Scrittura, rivelazione di Dio come Amore assoluto per l'uomo.
    Gesù , dando la vita per Giuda e per quanti in lui si riconoscono, veramente schiaccia la testa del serpente e vince la menzogna che ci allontanò da Dio.Il suo boccone ripara il danno del primo boccone , con il quale satana ci fece lo sgambetto, facendoci decadere dalla nostra condizione di figli. Gesù predice il tradimento di Giuda e ribadisce il suo amore per lui, perchè i discepoli credano alla fedeltà di Dio : la Sua elezione rimane in eterno , al di là di ogni caduta.
    Solo così conosciamo “Io -Sono” e siamo liberi dal veleno mortale del serpente.

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  2. VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 13,16-20

    [Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il cristiano è uomo e donna di storia, perché non appartiene a se stesso, è inserito in un popolo, un popolo che cammina. Non si può pensare in un egoismo cristiano, no, questo non va. Il cristiano non è un uomo, una donna spirituale di laboratorio, è un uomo, è una donna spirituale inserita in un popolo, che ha una storia lunga e continua a camminare fino a che il Signore torni. E la mia storia personale, di ognuno, deve assumere il nostro peccato, il proprio peccato e la grazia del Signore che è con noi, accompagnandoci nel peccato per perdonare e accompagnandoci nella grazia. L’identità cristiana è il servizio, non l’egoismo. ‘Ma padre, tutti siamo egoisti’. Ah sì? E’ un peccato, è un’abitudine dalla quale dobbiamo staccarci. Chiedere perdono, che il Signore ci converta. Siamo chiamati al servizio. Essere cristiano è fare quello che ha fatto Gesù: servire. (Omelia Santa Marta – 30 aprile 2015)
    --->Ju 13,20


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  3. Commento precedente " YO LES HE DADO EJEMPLO" Ju 13, 14 - 16
    e seguente " A MI ME RECIBE" Ju 13,.20

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