S. FAUSTI – Giuda ha la cassa comune ; non è proprietà sua, ma di tutti.Anche per ciascuno di noi, ciò che abbiamo e siamo non è proprietà privata: è un dono da gestire per il bene comune. Giuda, come tutti, è ladro perchè se ne appropria. Questo furto rappresenta il peccato di Adamo, di Israele e di ogni uomo, che vuol possedere ciò che è dono, senza accorgersi che così lo distrugge. Se la perdizione dell'uomo è rubare ciò che è donato, la salvezza del Figlio dell'uomo è donare ciò che gli è rubato. La “cassa” di Giuda serve veramente alla costruzione del nuovo tempio. E' una cassa che si riempie ogni giorno. Per la festa non c'è nulla da comprare. L'Agnello, provveduto da Dio stesso, è il Figlio, che sostituisce Isacco e ogni suo figlio. Solo di Lui c è bisogno per la festa. Giuda non va a comprare, ma a “vendere” ciò che è necessario per la festa. Il gesto di Giuda darà ai poveri non qualcosa, ma la ricchezza di Dio : il Corpo del Figlio, in cui sono tutti i tesori della sapienza e della scienza , in cui abita corporalmente tutta la pienezza della Divinità. Giuda prende il boccone ed esce. Ma si porta con sé il Signore : come è entrato satana, anche lui è entrato in Giuda. La vera lotta del Vangelo, che avviene nel cuore di ogni uomo, è tra Gesù e il capo di questo mondo, tra la luce e la tenebra. Chi vincerà? La tenebra non riesce a catturare la luce. Quando decisero di uccidere Gesù era inverno. Ora è notte. La tenebra avvolge giuda. Ma nella notte di Giuda e del mondo, c'è ormai questo boccone immerso, dato e accolto. Per questo Giovanni non parla del suicidio di Giuda. La sua vicenda resta divinamente aperta. La notte di Giuda è quella in cui cade chi non cammina nel giorno, il sepolcro in cui giace Lazzaro, l'amico morto che il Signore ama e risveglia con il suo pianto. Anche Giuda è morto. In questa notte il Signore passa e fa giustizia di ogni idolo, restituendo a Dio la sua verità e a noi la nostra libertà.
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza -, e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 13,21-33.36-38
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».
PAROLE DEL SANTO PADRE Noi abbiamo ricevuto questo dono come destino, l’amicizia del Signore, questa è la nostra vocazione: vivere amici del Signore. E lo stesso avevano ricevuto gli apostoli, più forte ancora, ma lo stesso. Tutti noi cristiani abbiamo ricevuto questo dono: l’accesso al cuore di Gesù, all’amicizia di Gesù. E’ un dono che il Signore conserva sempre e Lui è fedele . Gesù è il nostro amico. E Giuda, come dice qui, è andato per la sua sorte nuova, per il suo destino che lui ha scelto liberamente, si è allontanato da Gesù. E l’apostasia è quello: allontanarsi da Gesù. Un amico che diventa nemico o un amico che diventa indifferente o un amico che diventa traditore. Pensiamo a questo, Lui non rinnega noi, ci aspetta fino alla fine. E quando noi per la nostra debolezza ci allontaniamo da Lui, Lui aspetta, Lui aspetta, Lui continua a dire: “Amico, ti aspetto. Amico cosa vuoi? Amico, perché con un bacio mi tradisci?”. Lui è il fedele nell’amicizia e noi dobbiamo chiedergli questa grazia di rimanere nel suo amore, rimanere nella sua amicizia, quella amicizia che noi abbiamo ricevuto come dono in sorte da Lui. (Santa Marta, 15 maggio 2018)
S. FAUSTI – Giuda ha la cassa comune ; non è proprietà sua, ma di tutti.Anche per ciascuno di noi, ciò che abbiamo e siamo non è proprietà privata: è un dono da gestire per il bene comune.
RispondiEliminaGiuda, come tutti, è ladro perchè se ne appropria. Questo furto rappresenta il peccato di Adamo, di Israele e di ogni uomo, che vuol possedere ciò che è dono, senza accorgersi che così lo distrugge.
Se la perdizione dell'uomo è rubare ciò che è donato,
la salvezza del Figlio dell'uomo è donare ciò che gli è rubato.
La “cassa” di Giuda serve veramente alla costruzione del nuovo tempio. E' una cassa che si riempie ogni giorno. Per la festa non c'è nulla da comprare. L'Agnello, provveduto da Dio stesso, è il Figlio, che sostituisce Isacco e ogni suo figlio. Solo di Lui c è bisogno per la festa.
Giuda non va a comprare, ma a “vendere” ciò che è necessario per la festa.
Il gesto di Giuda darà ai poveri non qualcosa, ma la ricchezza di Dio : il Corpo del Figlio, in cui sono tutti i tesori della sapienza e della scienza , in cui abita corporalmente tutta la pienezza della Divinità.
Giuda prende il boccone ed esce. Ma si porta con sé il Signore : come è entrato satana, anche lui è entrato in Giuda. La vera lotta del Vangelo, che avviene nel cuore di ogni uomo, è tra Gesù e il capo di questo mondo, tra la luce e la tenebra. Chi vincerà? La tenebra non riesce a catturare la luce.
Quando decisero di uccidere Gesù era inverno. Ora è notte.
La tenebra avvolge giuda. Ma nella notte di Giuda e del mondo, c'è ormai questo boccone immerso, dato e accolto. Per questo Giovanni non parla del suicidio di Giuda.
La sua vicenda resta divinamente aperta.
La notte di Giuda è quella in cui cade chi non cammina nel giorno, il sepolcro in cui giace Lazzaro, l'amico morto che il Signore ama e risveglia con il suo pianto. Anche Giuda è morto.
In questa notte il Signore passa e fa giustizia di ogni idolo, restituendo a Dio la sua verità e a noi la nostra libertà.
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaIs 49,1-6
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza -, e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,21-33.36-38
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Noi abbiamo ricevuto questo dono come destino, l’amicizia del Signore, questa è la nostra vocazione: vivere amici del Signore. E lo stesso avevano ricevuto gli apostoli, più forte ancora, ma lo stesso. Tutti noi cristiani abbiamo ricevuto questo dono: l’accesso al cuore di Gesù, all’amicizia di Gesù. E’ un dono che il Signore conserva sempre e Lui è fedele . Gesù è il nostro amico. E Giuda, come dice qui, è andato per la sua sorte nuova, per il suo destino che lui ha scelto liberamente, si è allontanato da Gesù. E l’apostasia è quello: allontanarsi da Gesù. Un amico che diventa nemico o un amico che diventa indifferente o un amico che diventa traditore. Pensiamo a questo, Lui non rinnega noi, ci aspetta fino alla fine. E quando noi per la nostra debolezza ci allontaniamo da Lui, Lui aspetta, Lui aspetta, Lui continua a dire: “Amico, ti aspetto. Amico cosa vuoi? Amico, perché con un bacio mi tradisci?”. Lui è il fedele nell’amicizia e noi dobbiamo chiedergli questa grazia di rimanere nel suo amore, rimanere nella sua amicizia, quella amicizia che noi abbiamo ricevuto come dono in sorte da Lui. (Santa Marta, 15 maggio 2018)
VIVALDI (GLORIA) - CENA DEL SIGNORE - https://www.youtube.com/watch?v=2YzdCSyl8Vw
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