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martedì 26 luglio 2016

Ju 13,36-38


3 commenti:

  1. S. FAUSTI – L'amore dal quale nulla ci può separare è quello che il Padre ci offre nel Figlio .
    Pietro, come non ha capito la lavanda dei piedi, così non ha capito il comando dell'amore, che dice da dove viene e dove va Gesù. Avendo però capito che se ne va, si sente solo e abbandonato.
    Vuole stare con lui,ma non ha ancora compreso che, per aver “parte con lui”, deve lasciarsi lavare i piedi.Bisogna che Gesù sia elevato da terra, per attirare tutti a sé (12,32).
    Prima di vedere il compimento dell'amore sulla croce, l'uomo non è in grado di amare : non sa ancora come è amato. Pietro lo seguirà dopo la Sua resurrezione, quando avrà conosciuto il suo amore. Finora segue i suoi buoni propositi.
    Pietro vuol fare per Gesù ciò che Gesù fa per lui: è generoso e vuole amarlo per primo.
    Invece è Lui che per primo ci ama.
    Questo tentativo, tipicamente religioso, di “meritare” l'amore di Dio è il peccato del “giusto”, che va direttamente contro Dio, la cui essenza è amore gratuito.
    Il nostro amore non sarà che risposta all'amore ricevuto. Diversamente è delirio di onnipotenza , proprio di chi vuol essere principio di se stesso e nega la sorgente che l'ha generato.
    La predizione del rinnegamento di Pietro è importante, solenne come quella del tradimento di Giuda. Nella nostra infedeltà comprendiamo la sua fedeltà .
    Sappiamo di essere giustificati per grazia. Pietro capirà questo dopo aver rinnegato, allora saprà con certezza che nessuno può strapparlo dalla mano del Figlio che è la stessa del Padre.

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  2. LETTURA DEL GIORNO

    Is 49,1-6

    Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza -, e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 13,21-33.36-38

    In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Noi abbiamo ricevuto questo dono come destino, l’amicizia del Signore, questa è la nostra vocazione: vivere amici del Signore. E lo stesso avevano ricevuto gli apostoli, più forte ancora, ma lo stesso. Tutti noi cristiani abbiamo ricevuto questo dono: l’accesso al cuore di Gesù, all’amicizia di Gesù. E’ un dono che il Signore conserva sempre e Lui è fedele . Gesù è il nostro amico. E Giuda, come dice qui, è andato per la sua sorte nuova, per il suo destino che lui ha scelto liberamente, si è allontanato da Gesù. E l’apostasia è quello: allontanarsi da Gesù. Un amico che diventa nemico o un amico che diventa indifferente o un amico che diventa traditore. Pensiamo a questo, Lui non rinnega noi, ci aspetta fino alla fine. E quando noi per la nostra debolezza ci allontaniamo da Lui, Lui aspetta, Lui aspetta, Lui continua a dire: “Amico, ti aspetto. Amico cosa vuoi? Amico, perché con un bacio mi tradisci?”. Lui è il fedele nell’amicizia e noi dobbiamo chiedergli questa grazia di rimanere nel suo amore, rimanere nella sua amicizia, quella amicizia che noi abbiamo ricevuto come dono in sorte da Lui. (Santa Marta, 15 maggio 2018)

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  3. CENA DEL SGNORE - VIVALDI - https://www.youtube.com/watch?v=2YzdCSyl8Vw

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