S. FAUSTI – Gesù ha appena preannunciato il tradimento di Giuda. Il Suo turbamento non è per la propria morte, ormai imminente e già accettata ; è piuttosto come quello davanti a Lazzaro morto, l'amico che amava. Corrisponde all'acclamazione . “Ahimè per l'uomo attraverso il quale il Figlio dell'uomo è consegnato”. Gesù sente il male che si fa colui che gli fa male. In verità la croce è l'ahimè di Dio, il Suo dolore per il male del mondo che Lo rifiuta. Il turbamento di Gesù è nello” Spirito”.In realtà l'animo di Gesù avverte lo stesso turbamento dello Spirito di Dio che è Amore . Chi ama sente come proprio il male dell'amato. L'amore rifiutato è la morte di chi ama. Testimoniare è un termine giuridico. Si sta infatti istruendo il processo contro il capo di questo mondo che verrà espulso. Il tradimento è previsto e affermato con autorità divina . Il peccato, nostra parte di Vangelo, è il luogo in cui si rivela il perdono , la tenebra in cui brilla la luce, la disgrazia che manifesta la grazia. Il tradimento è di “ uno di voi “, uno dei Dodici.Il nemico non è l'altro, l'estraneo.E' l'amico intimo, amato e scelto dal Signore, che in anticipo ne conosce la defezione. Questo “uno di voi” rappresenta tutti noi. Il nostro tradimento è il risultato ultimo di quella menzogna che ci impedisce di riconoscere l'Amore di Dio per noi. I discepoli si guardano in faccia, per vedere chi è il traditore. Ognuno pensa che possa essere chiunque altro al di fuori di lui. Tranne Giuda, l'unico che sa. Egli fa da specchio a tutti, chiamati a riconoscersi in lui, al quale è rivelato l'amore incondizionato con cui è amato. Alla domanda che ciascuno si fa : “Sono forse io?”, ognuno alla fine può rispondere: “Sì, sono io!”. Devo scoprire che Giuda è mio fratello, mio gemello. Anzi, io stesso. In lui, infatti, qualunque sia stato o sia il mio rapporto con Gesù, vedo la mia verità profonda , l'amore assoluto del mio Signore per me.
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza -, e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 13,21-33.36-38
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».
PAROLE DEL SANTO PADRE Noi abbiamo ricevuto questo dono come destino, l’amicizia del Signore, questa è la nostra vocazione: vivere amici del Signore. E lo stesso avevano ricevuto gli apostoli, più forte ancora, ma lo stesso. Tutti noi cristiani abbiamo ricevuto questo dono: l’accesso al cuore di Gesù, all’amicizia di Gesù. E’ un dono che il Signore conserva sempre e Lui è fedele . Gesù è il nostro amico. E Giuda, come dice qui, è andato per la sua sorte nuova, per il suo destino che lui ha scelto liberamente, si è allontanato da Gesù. E l’apostasia è quello: allontanarsi da Gesù. Un amico che diventa nemico o un amico che diventa indifferente o un amico che diventa traditore. Pensiamo a questo, Lui non rinnega noi, ci aspetta fino alla fine. E quando noi per la nostra debolezza ci allontaniamo da Lui, Lui aspetta, Lui aspetta, Lui continua a dire: “Amico, ti aspetto. Amico cosa vuoi? Amico, perché con un bacio mi tradisci?”. Lui è il fedele nell’amicizia e noi dobbiamo chiedergli questa grazia di rimanere nel suo amore, rimanere nella sua amicizia, quella amicizia che noi abbiamo ricevuto come dono in sorte da Lui. (Santa Marta, 15 maggio 2018)
LE PAGINE SEGUENTI SINO A Ju 13, 36-38 sono la continuazione per il brano del Vangelo di oggi
S. FAUSTI – Gesù ha appena preannunciato il tradimento di Giuda. Il Suo turbamento non è per la propria morte, ormai imminente e già accettata ; è piuttosto come quello davanti a Lazzaro morto, l'amico che amava. Corrisponde all'acclamazione . “Ahimè per l'uomo attraverso il quale il Figlio dell'uomo è consegnato”. Gesù sente il male che si fa colui che gli fa male. In verità la croce è l'ahimè di Dio, il Suo dolore per il male del mondo che Lo rifiuta.
RispondiEliminaIl turbamento di Gesù è nello” Spirito”.In realtà l'animo di Gesù avverte lo stesso turbamento dello Spirito di Dio che è Amore . Chi ama sente come proprio il male dell'amato. L'amore rifiutato è la morte di chi ama. Testimoniare è un termine giuridico. Si sta infatti istruendo il processo contro il capo di questo mondo che verrà espulso. Il tradimento è previsto e affermato con autorità divina . Il peccato, nostra parte di Vangelo, è il luogo in cui si rivela il perdono , la tenebra in cui brilla la luce, la disgrazia che manifesta la grazia.
Il tradimento è di “ uno di voi “, uno dei Dodici.Il nemico non è l'altro, l'estraneo.E' l'amico intimo, amato e scelto dal Signore, che in anticipo ne conosce la defezione.
Questo “uno di voi” rappresenta tutti noi. Il nostro tradimento è il risultato ultimo di quella menzogna che ci impedisce di riconoscere l'Amore di Dio per noi.
I discepoli si guardano in faccia, per vedere chi è il traditore. Ognuno pensa che possa essere chiunque altro al di fuori di lui.
Tranne Giuda, l'unico che sa. Egli fa da specchio a tutti, chiamati a riconoscersi in lui, al quale è rivelato l'amore incondizionato con cui è amato. Alla domanda che ciascuno si fa : “Sono forse io?”, ognuno alla fine può rispondere: “Sì, sono io!”. Devo scoprire che Giuda è mio fratello, mio gemello. Anzi, io stesso. In lui, infatti, qualunque sia stato o sia il mio rapporto con Gesù, vedo la mia verità profonda , l'amore assoluto del mio Signore per me.
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaIs 49,1-6
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza -, e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,21-33.36-38
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Noi abbiamo ricevuto questo dono come destino, l’amicizia del Signore, questa è la nostra vocazione: vivere amici del Signore. E lo stesso avevano ricevuto gli apostoli, più forte ancora, ma lo stesso. Tutti noi cristiani abbiamo ricevuto questo dono: l’accesso al cuore di Gesù, all’amicizia di Gesù. E’ un dono che il Signore conserva sempre e Lui è fedele . Gesù è il nostro amico. E Giuda, come dice qui, è andato per la sua sorte nuova, per il suo destino che lui ha scelto liberamente, si è allontanato da Gesù. E l’apostasia è quello: allontanarsi da Gesù. Un amico che diventa nemico o un amico che diventa indifferente o un amico che diventa traditore. Pensiamo a questo, Lui non rinnega noi, ci aspetta fino alla fine. E quando noi per la nostra debolezza ci allontaniamo da Lui, Lui aspetta, Lui aspetta, Lui continua a dire: “Amico, ti aspetto. Amico cosa vuoi? Amico, perché con un bacio mi tradisci?”. Lui è il fedele nell’amicizia e noi dobbiamo chiedergli questa grazia di rimanere nel suo amore, rimanere nella sua amicizia, quella amicizia che noi abbiamo ricevuto come dono in sorte da Lui. (Santa Marta, 15 maggio 2018)
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VIVALDI (GLORIA) - CENA DEL SIGNORE - https://www.youtube.com/watch?v=2YzdCSyl8Vw
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