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lunedì 27 aprile 2015

EL POZO Ju 4,11-12


2 commenti:

  1. GIACOBBE - S. KAROL WOJTYLA
    Giacobbe si allontanò piano, perchè conosceva la forza dell'acqua
    e le gracili tibie delle pecore che conduceva con sé di lontano.
    Nel torrente a cui s'era, con il gregge , fermato
    aveva invano cercato un punto dove fosse possibile il guado.
    Lui, Giacobbe, il pastore, di fronte alle forze terrestri
    non si sentiva mai estraneo. Era in esse così radicato
    che una rupe di tacita saggezza in lui si ergeva,
    inconsapevolmente,
    accompagnando i suoi pensieri a cui le parole mancavano.
    Ad un tratto, quando la notte ormai fonda ebbe spento
    a poco a poco
    gli occhi delle pecore e poi dei cammelli e poi
    dei figli e delle spose,
    Giacobbe, con la sua rupe di saggezza, fu interamente solo,
    ma da qualcuno si sentì avvolto, e non potè più muoversi.

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  2. S. FAUSTI - “Signore, non hai con che attingere” Ci chiediamo talora se Dio sia all'altezza di rispondere alle nostre esigenze ; talvolta pensiamo che altri lo sappiano fare meglio di Lui.
    La donna conosce la fatica di attingere dal pozzo profondo.
    Si chiede da dove venga l'acqua che Gesù promette. Ignora ancora che ci sono acque diverse, come nascite diverse : una dal basso , dal pozzo, e una dall'alto, dal cielo.
    L'acqua è vita ; ma ciò che è generato da carne, è carne, ciò che è generato dallo Spirito è Spirito (3,6).
    “Sei forse Tu più grande del nostro padre Giacobbe”
    La donna ha il sospetto che Gesù sia più grande del padre Giacobbe.
    Conosce il dono del pozzo, ma non ancora quello, ben più grande di Dio come Padre.
    Conosce l'acqua che bevvero i figli e gli armenti di Giacobbe, non quella che bevono i figli di Dio.

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