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martedì 21 aprile 2015

LA SAMARITANA Ju 4,8-9



2 commenti:

  1. GUARDANDO NEL POZZO DI SICHAR - S. KAROL WOJTYLA
    Quanto è lontana ancora la sorgente?
    Eppure in Te vibrano moltitudini
    in cui raggia negli occhi lo splendore dell'acqua...
    Tu le conosci nella stanchezza,
    le conosci nella luce.

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  2. Sottomettersi al comando di un altro è sempre una cosa dura nella nostra epoca gelosa della libertà personale, dell'indipendenza religiosa e dell'individualità psicologica. Diviene ancora più difficile annunciare l'obbedienza di Gesù, Figlio di Dio. Eppure, fu obbediente. Gesù fu obbediente alla volontà di Dio, sempre, fino alla croce. A motivo della sua umanità - un aspetto che si dimentica facilmente - Gesù ha sofferto, come tutti. Ha conosciuto la solitudine, lo sconforto, la sete, la fame, il tradimento degli amici, ecc. Attraverso le sue sofferenze umane, ha imparato l'obbedienza alla volontà di Dio. È stata la sua obbedienza a renderlo perfetto. Maria, la Madre di Gesù, un essere umano anche lei, ha conosciuto la sofferenza. Nella sua vita
    sperimentò ben presto il dolore. Ancora ragazza, non sposata e incinta, non fu risparmiata dalla sofferenza. Ha conosciuto le sofferenze della povertà alla nascita di Gesù, l'angoscia, la solitudine, la morte. Però, come suo Figlio, anche Maria attraverso le sue sofferenze ha imparato l'obbedienza alla Parola di Dio. Dare a Maria il titolo di «Addolorata» significa riconoscerla capace di essere solidale con chi soffre. Mentre l'obbedienza richiama all'uomo d'oggi aspetti negativi, essa merita invece un'attenta riflessione. Se il Figlio di Dio fu obbediente al Padre suo, se Maria, la Madre di Dio, fu anch'essa obbediente al Padre, perché allora non si può anche oggi imparare l'obbedienza attraverso la sofferenza?

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