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lunedì 6 luglio 2015

EL TESTIMONIO DEL PADRE Ju 5,31-32


4 commenti:

  1. PELLEGRINAGGIO AI LUOGHI SANTI - S. KAROL WOJTYLA
    O luogo, luogo di Terrasanta - quale spazio occupi in me!
    perciò non posso calpestarti con i miei passi, debbo inginocchiarmi.
    E così attestare oggi che tu sei stato un luogo d'incontro.
    Io m'inginocchio - e metto così il mio sigillo.

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  2. S. FAUSTI – Le Scritture, come pure la creazione con il suo linguaggio silenzioso (Sl 19,1-4), non parlano che di questa meraviglia : noi, il creato intero e Dio stesso, tutto è dono d'amore.
    Ma noi siamo sordi a questa Parola. Abita in noi un'alra parola, di menzogna, che ci ha avvelenato di morte la vita. La testimonianza è il fondamento del rapporto tra gli uomini. Se si testimonia ciò che si conosce e si ama , si trasmette luce e vita , se si testimonia ciò che non si conosce o non si ama, si diffonde tenebra e morte. In una contesa la testimonianza a proprio favore non vale. Si richiede quella di altri. Il caso di Gesù però, è particolare : testimonia con opere e parole la Sua realtà unica di Figlio Unigenito,inviato dal Padre. Nessun altro, al di fuori di Lui e del Padre, la conosce e può testimoniarla . È venuto appunto a mostrarci quel Dio che nessuno mai ha visto.
    La Sua testimonianza è credibile in se stessa, perché venendo dall'alto , risponde a ciò che cerca il cuore di ogni uomo libero per l'amore.
    Chi ignora questo amore , cerca in sé la propria identità o la mendica da altri . Si chiude in un narcisismo egoistico, che lo fa annegare nell'autocompiacimento o nel tentaivo di compiacere gli altri.

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  3. Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
    Cercate il Signore e la sua potenza,
    cercate sempre il suo volto. (Sal 104,3-4)
    Padre buono, supplichiamo la tua misericordia
    perché, purificati dalla penitenza
    e santificati dalle buone opere,
    possiamo camminare fedelmente nella via dei tuoi precetti
    e giungere rinnovati alle feste pasquali.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Desisti dall'ardore della tua ira.
    Dal libro dell'Èsodo
    Es 32,7-14

    In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va', scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: "Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto"».
    Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione».
    Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: "Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra"? Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: "Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre"».
    Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale 105 (106)

    R. Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.
    Si fabbricarono un vitello sull'Oreb,
    si prostrarono a una statua di metallo;
    scambiarono la loro gloria
    con la figura di un toro che mangia erba. R.

    Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
    che aveva operato in Egitto cose grandi,
    meraviglie nella terra di Cam,
    cose terribili presso il Mar Rosso. R.

    Ed egli li avrebbe sterminati,
    se Mosè, il suo eletto,
    non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
    per impedire alla sua collera di distruggerli. R.

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  4. Acclamazione al Vangelo
    Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!
    Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
    chiunque crede in lui ha la vita eterna. (Gv 3,16)

    Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!

    Vangelo
    Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza.
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 5,31-47

    In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
    «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C'è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
    Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
    Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
    E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
    Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
    Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio?
    Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

    Parola del Signore

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    La nostalgia di tornare agli idoli, tornare al peggio, non sapere aspettare il Dio vivente. Questa nostalgia è una malattia, anche nostra. Si incomincia a camminare con l’entusiasmo di essere liberi, ma poi incominciano le lamentele: “Ma sì, questo è un momento duro, il deserto, ho sete, voglio dell’acqua, voglio la carne … ma in Egitto mangiavamo le cipolle, le cose buone e qui non c’è …” […] Oggi la domanda che io vorrei fare a tutti noi, a tutti: quali sono i miei idoli? Ognuno ha i propri. Quali sono i miei idoli. Dove li nascondo. E che il Signore non ci trovi, alla fine della vita, e dica di ognuno di noi: “Ti sei pervertito. Ti sei allontanato dalla via che io avevo indicato. Ti sei prostrato dinanzi a un idolo”. Chiediamo al Signore la grazia di conoscere i nostri idoli. E se non possiamo cacciarli via, almeno tenerli all’angolo. (Omelia da Santa Marta, 26 marzo 2020)

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