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lunedì 20 luglio 2015

" ÉL HA ESCRITO DE MÍ " Ju 5, 46-47


5 commenti:

  1. PELLEGRINAGGIO AI LUOGHI SANTI - S. KAROL WOJTYLA
    Terra dell'incontro! Unica terra! Terra attraverso la quale
    tutta la terra è divenuta se stessa, come ogni cosa è divenuta
    se stessa , grazie a Colui che è.
    Non posso dirti "sei bella".

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  2. S. FAUSTI – Credere a Mosé, inviato da Dio, é credere a Dio stesso che parla e, parlando, si comunica. Credere alle Scritture è affidarsi a Colui del quale parlano.
    Le Scritture si comprendono solo alla luce del loro compimento, che è Gesù.
    La Scrittura, che tramanda la Parola, testimonia il dono di Sé che ci fa Colui che parla.
    Per credere alla Sue Parole, dice Gesù, bisogna credere agli scritti di Mosé. Ciò significa che i cristiani non capiscono Gesù se non conoscono la Scrittura. Ma chi conosce la Scrittura, non la può capire pienamente se non quando tutto si compie.
    Infatti il” Messia, quando verrà, rivelerà ogni cosa” (4,25) . Chi legge Mosé non si fermi allo scritto, facendone un feticcio ; levi invece gli occhi al Signore e guardi a Lui.
    Allora potrà avere in sé il Suo Amore ; in lui la Sua Parola sarà Spirito e Vita,
    non gioco di autogiustificazione e ricerca di vanagloria.

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  3. LETTURA DEL GIORNO
    Dal libro dell'Èsodo
    Es 32,7-14

    In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va', scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto». Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione». Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra? Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre». Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 5,31-47

    In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C'è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Quello che è cambiato, è Mosè, perché Mosè credeva che il Signore avrebbe distrutto il popolo e lui cerca, nella sua memoria, come era stato buono il Signore con il suo popolo, come lo aveva tolto dalla schiavitù dell’Egitto e portato avanti con una promessa. E con queste argomentazioni, cerca di convincere Dio, ma in questo processo lui ritrova la memoria del suo popolo, e trova la misericordia di Dio. Questo Mosè, che aveva paura, paura che Dio facesse questa cosa, alla fine scende dal monte con una cosa grande nel cuore: il nostro Dio è misericordioso. Sa perdonare. Torna indietro sulle sue decisioni. E’ un Padre. (S. Marta 3 aprile 2014)

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  4. FAUSTI – Le Scritture, come pure la creazione con il suo linguaggio silenzioso (Sl 19,1-4), non parlano che di questa meraviglia : noi, il creato intero e Dio stesso, tutto è dono d'amore.
    Ma noi siamo sordi a questa Parola. Abita in noi un'altra parola, di menzogna, che ci ha avvelenato di morte la vita. La testimonianza è il fondamento del rapporto tra gli uomini. Se si testimonia ciò che si conosce e si ama , si trasmette luce e vita , se si testimonia ciò che non si conosce o non si ama, si diffonde tenebra e morte.
    L'oggetto della testimonianza riguarda il bisogno fondamentale di ogni persona: essere figlio amato dal Padre. I testimoni di questa verità, che è il sogno più bello che Dio abbia messo nel cuore dell'uomo, sono il Padre stesso, con le opere che fa compiere al Figlio, il Battista,
    e Mosè con tutte le Scritture.
    La Creazione e la Rivelazione, tutta la storia, parlano dell'Amore del Padre, che ci dona di essere Suoi figli.
    “Non ricevo testimonianza da un uomo” Giovanni è un uomo , la testimonianza del Figlio invece viene direttamente dal Padre. Ma Gesù ricorda Giovanni perché è stato il primo ad accoglierlo. Egli è il profeta che non si accontenta del culto della Parola, ma tiene sempre un occhio su chi parla e l'altro su di sé, per capire l'intenzione della Parola e viverla nella propria situazione.“Io ho la testimonianza più grande di Giovanni” Giovanni, secondo il suo desiderio, “diminuisce” perché Lui cresca , così anche la sua testimonianza cede il posto ad una più grande.Ciò che si fa, testimonia chi si è. Gesù compie le stesse opere del Padre! Dopo aver parlato del Battista e delle proprie opere, Gesù torna alla testimonianza dell'Altro.Il Padre ha testimoniato di lui non solo attraverso le sue opere di Figlio, come ha appena detto. Chi accoglie la Parola, dentro di sé ascolta la voce e vede il volto del Padre, che il Figlio è venuto a mostrarci.
    Questo avviene perché, se la Parola dimora in noi, il nostro cuore si illumina della sua verità : é la testimonianza interiore dello Spirito, concessa a chi ha in sé l'amore
    di Dio,che gli fa comprendere la Scrittura.
    E' quell'attrazione interiore del Padre che rende l'uomo disponibile ad essere "teodidatta ",discepolo di Dio...
    Si può interrogare la Parola dimenticando Colui che parla.Se mi ricordo solo della Parola, in qualche modo "prendo" la Parola,se mi ricordo di Chi parla, sono preso dalla sua Parola...
    La Parola, se dimentica l'Altro che parla,diventa oggetto di rapina e strumento di dominio. La gloria è la consistenza, l'identità di una persona, che viene dal suo riconoscimento. Si tratta di scegliere tra il riconoscimento degli uomini e quello di Dio, tra vana-gloria e gloria vera . Gesù non è in cerca di vana gloria.
    La Sua autostima gli viene dall'essere riconosciuto e amato dal Padre.
    La stoltezza è cercare altrove la propria gloria. Chi non conosce l'amor del Padre, la preziosità di cui gode ai Suoi occhi – l'uomo per Lui è un prodigio, molto bello (Is 43,4) – ignora la propria identità, manca del suo peso. Il suo bisogno di stima resta vuoto e inappagato.
    "Non cercate la gloria che viene solo da Dio”
    La gloria che ci viene da Dio è la nostra identità di figli, infinitamente amati dal Padre.
    Chi la cerca altrove, non conosce né le Scritture, né se stesso.
    E' cieco davanti alla gloria, alla luce sua e di Dio.

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