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mercoledì 10 giugno 2015

ESTABA ENFERMO Ju 5,5


5 commenti:

  1. PENSIERI DELL'UOMO CHE RICEVE IL SACRAMENTO DELLA CRESIMA IN UN PAESE DI MONTAGNA - S. KAROL WOJTYLA
    Devo forse domandare dov'è la fonte - forse basta andare, basta seguire il corso, non fermarsi,non opporsi mai all'onda
    e opporsi, non è già confessare?...
    Devo allora entrare col pensiero nel tutto, fino alla fine,
    per sempre?
    Non posso pensare a me solo, pensare solo al mio bene?
    Non posso dire :"sono un fenomeno raro "
    ma devo sempre ricordare : "sono un essere come tanti"?

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  2. Antifona
    O voi tutti assetati, venite all'acqua;
    voi che non avete denaro, venite
    e dissetatevi con gioia. (Cf. Is 55,1)


    Dio fedele e misericordioso,
    questo tempo di penitenza e di preghiera
    disponga i cuori dei tuoi fedeli
    ad accogliere degnamente il mistero pasquale
    e a proclamare il lieto annuncio della tua salvezza.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Vidi l'acqua che usciva dal tempio, e a quanti giungerà quest'acqua porterà salvezza.
    Dal libro del profeta Ezechièle
    Ez 47,1-9.12

    In quei giorni [l'angelo] mi condusse all'ingresso del tempio [del Signore] e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all'esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro.
    Quell'uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare l'acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado. Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell'uomo?». Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall'altra.
    Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell'Aràba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 45 (46)
    R. Dio è per noi rifugio e fortezza.
    Oppure:
    R. Con la tua presenza salvaci, Signore.
    Dio è per noi rifugio e fortezza,
    aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
    Perciò non temiamo se trema la terra,
    se vacillano i monti nel fondo del mare. R.

    Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
    la più santa delle dimore dell'Altissimo.
    Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
    Dio la soccorre allo spuntare dell'alba. R.

    Il Signore degli eserciti è con noi,
    nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
    Venite, vedete le opere del Signore,
    egli ha fatto cose tremende sulla terra. R.

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  3. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Ci fa pensare, l’atteggiamento di quest’uomo. Era malato? Sì, forse, qualche paralisi aveva, ma sembra che poteva camminare un po’. Ma era malato nel cuore, era malato nell’anima, era malato di pessimismo, era malato di tristezza, era malato di accidia. Questa è la malattia di quest’uomo: “Sì, voglio vivere, ma …”, stava lì. Ma la chiave è l’incontro con Gesù, dopo. Lo trovò nel Tempio e gli disse: “Ecco, sei guarito. Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio”. Quell’uomo era in peccato. Il peccato di sopravvivere e lamentarsi della vita degli altri: il peccato della tristezza che è il seme del diavolo, di quella incapacità di prendere una decisione sulla propria vita, ma sì, guardare la vita degli altri per lamentarsi. E questo è un peccato che il diavolo può usare per annientare la nostra vita spirituale e anche la nostra vita di persone. (Omelia da Santa Marta, 24 marzo 2020)

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  4. FAUSTI - “ Presso la porta pecoraia ,una piscina ” E' il nome di una porta da dove entravano gli animali per i sacrifici del tempio. Sono le pecore e i buoi che Gesù aveva espulso nella Sua prima visita a Gerusalemme. Il Signore viene a prendersi cura del Suo gregge (Zc10,2- Ez34).
    Il “Pastore bello”, che conduce le Sue pecore fuori dai recinti, perchè possano avere la vita (10,1), è anche la “ Porta delle pecore”. Infatti è il Figlio, l'Agnello che sostituisce le vittime del tempio . Attraverso di Lui abbiamo l'accesso diretto a Dio.
    La piscina è un grande serbatoio a nord del tempio, presso la porta pecoraia, che raccoglieva anche le acque piovane del tempio.
    ”Ha cinque portici” Quattro portici sono ai lati e uno al centro, che taglia in due la piscina.
    Nel numero cinque i Padri vedono l'allusione ai cinque libri della legge che racchiude in prigione l'umanità peccatrice, esclusa dalla vita. I portici richiamano quelli del tempio, dal quale son fuori.
    “Giaceva una moltitudine di infermi, ” E' una massa di umanità che giace, come animali al chiuso. Sono in-fermi , non stanno in piedi. Hanno perso la posizione eretta, da interlocutori di Dio. Ripiegati sulla terra, da cui vengono e a cui tornano, non si alzano più verso di Lui. In questa seconda venuta a Gerusalemme, il tempio casa del Padre, è sostituito da questi fratelli infermi ; nell'ultima sarà sostituito dalla carne di Gesù, Tempio distrutto e riedificato in tre giorni.
    “Ciechi, zoppi” Son le infermità di chi non cammina secondo la legge . La Parola non è lampada ai suoi passi e luce al suo cammino. (Sal 119,1059). Chi non vede e non sa dove andare , non può camminare. Ciechi e zoppi hanno il divieto di entrare nella casa di Dio.
    “Disseccati” Sono tralci secchi (15,6), legno secco (lc23,31), come la mano secca dell'uomo della sinagoga (Mc3,1). Richiamano il popolo dalle ossa aride e secche (Ez 379.
    “Aspettavano il movimento dell'acqua” l'acqua, simbolo di vita, si muoveva di tanto in tanto, quando si aprivano le chiuse per riempire la piscina. Ora è morta e stagnante. L'uomo spera sempre in un moto che ravvivi la sua esistenza. “C'era là un uomo “ :nella massa si evidenzia un uomo.E' l'uomo!
    “Si teneva nella sua infermità” Quest'uomo “si tiene” nella sua condizione di non-stare-in-piedi.
    E' legato dal suo male ed è legato ad esso, ne è custodito e lo custodisce : se lo cura e coccola, facendone la sua identità . Gesù parlerà di “peccato”. Non si tratta di peccato personale, ma di una “situazione di peccato” , di un'eredità che riceviamo e trasmettiamo, aumentandone il capitale.
    La stessa legge, in una situazione di male, non può che portare o alla rassegnazione o all'autogiustificazione. Se i capi si autogiustificano, il popolo si rassegna.
    Ognuno è solo con il suo male, escluso dalla festa, consegnato a quello che ritiene essere ormai il suo destino.
    Può accedere al tempio solo come vittima, espiando i suoi sensi di colpa e alimentandoli ulteriormente – l'espiazione è il miglior combustibile per il fuoco della colpa.
    Il sabato non è per lui gioia e riposo: è solo divieto, con tutta la legge.
    La sua vita è subire il male. I capi, invece, credono di far festa perchè custodiscono i divieti della legge e li impongono agli altri.
    “Da trentotto anni” mancano due anni per fare quaranta. Quarant'anni è una generazione, una vita. Deuteronomio 2,14 parla dei 38 anni di deserto per quelli che uscirono dall'Egitto e perirono senza raggiungere la terra promessa.
    Quest'uomo, come tutti è nato per morire e attende la morte con la frustrante speranza di un'acqua miracolosa. “Sta per morire” e Gesù viene “prima che muoia”(4,47-49).

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  5. -->-”Gesù , avendolo visto...” L'occhio del Padre è verso il Figlio e quello del Figlio verso
    il fratello infermo. Il male altrui è deforme,il proprio invece è considerato conforme alla propria identità personale : “Son fatto così!”.Gesù “sa” che l'uomo è così . Lo sa perchè è la Parola eterna di Dio, lo sa perchè è Carne come ogni carne.
    “Vuoi diventare sano? “ la domanda non è superflua. Quest'uomo è un malato cronico, nel quale si è spento il desiderio di vita. Ma il desiderio è la mano per ricevere il dono.
    Nella donna di Samaria Gesù risveglia il desiderio dell'acqua viva, in quest'uomo malato quello di una vita sana, alla quale ha rinunciato. Questo è il suo peccato : la mancanza di speranza!.
    Dio è Amore e Vita, dono che si comunica : ognuno lo riceve nella misura in cui lo vuole.
    L'uomo privo di desideri è morto come uomo : resta immobile e non va da nessuna parte.
    Il desiderio è segno di qualcosa che manca , ma che è necessario, come la luce per l'occhio,che diversamente si atrofizza.
    Diversamente da Maria (2,1) , del padre (4,46) e delle sorelle di Lazzaro (11,1) , quest'uomo non chiede nulla a Gesù , come il cieco di 9,1. E' infatti facile vedere il male e desiderare il bene dell'altro, mentre è difficile vedere il proprio e volerne essere liberi.

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