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mercoledì 2 settembre 2015

JESÚS ENSEÑABA Ju 6,59-60

6 commenti:

  1. CANTO DEL DIO NASCOSTO - S. KAROL WOJTYLA
    O fulgore! O creativo sguardo
    da cui sorge una nuova Creazione
    molto più esuberante,
    sorgono mondi nuovi di nascosto.

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  2. S. FAUSTI - Questo pane, come è concreto, così lo si capisce in un tempo e in un luogo concreto : in quel tempo e in quel luogo in cui ascoltiamo queste parole.
    Gesù le ha dette a Cafarnao, in sinagoga, dove si ascolta la parola di Dio, vita dell'uomo. La durezza sta nella sua parola o nel nostro cuore che non l'accoglie?
    La sua parola di amore si scontra inevitabilmente con il nostro egoismo ; esso ci acceca talmente che il bene ci sembra male e il male bene.
    Per questo dice il Signore :" I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le vostre vie non sono le mie vie " ( IS 55,8)

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    Risposte
    1. L’Agnello immolato
      è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza,
      onore, gloria e benedizione. Alleluia. (Ap 5,12)



      Prima Lettura
      Egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni.
      Dagli Atti degli Apostoli
      At 9,1-20

      In quei giorni, Sàulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damàsco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via.
      E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damàsco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Sàulo, Sàulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».
      Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Sàulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damàsco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
      C'era a Damàsco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va' nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Sàulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l'autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».
      Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Sàulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
      Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damàsco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio.

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale
      Dal Sal 116 (117)

      R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
      Oppure:
      R. Alleluia, alleluia, alleluia.

      Genti tutte, lodate il Signore,
      popoli tutti, cantate la sua lode. R.

      Perché forte è il suo amore per noi
      e la fedeltà del Signore dura per sempre. R.

      Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
      rimane in me e io in lui, dice il Signore. (Gv 6,56)

      Alleluia.

      Vangelo
      La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
      Dal Vangelo secondo Giovanni
      Gv 6,52-59


      In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
      Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
      Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
      Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
      Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

      Parola del Signore.

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  3. LETTURA DEL GIORNO
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 9,31-42

    In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
    E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enèa, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enèa, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.
    A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro.
    Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto alla salma, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva.
    La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 6,60-69

    In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
    Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
    Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
    Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Pietro fa la sua confessione di fede a nome degli altri Apostoli: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (v. 68). Non dice “dove andremo?”, ma “da chi andremo?”. Il problema di fondo non è andare e abbandonare l’opera intrapresa, ma è da chi andare. Da quell’interrogativo di Pietro, noi comprendiamo che la fedeltà a Dio è questione di fedeltà a una persona, con la quale ci si lega per camminare insieme sulla stessa strada. E questa persona è Gesù. (Angelus, 23 agosto 2015)

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    EL ESPÍRITU Ju 6,61-63
    LAS PALABRAS Ju 6,63-64a
    SI EL PADRE Ju 6,64b-65
    JESÚS PREGUNTÓ Ju 6,66-67
    TU TIENES PALABRAS DE VIDA ETERNA Ju 6,68-69

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  5. Gesu' nella sinagoga di Cafarnao spiega il Suo farsi Pane per tutti. Compimento pieno e spirituale del segno della manna nel deserto, il Pane di Vita dona Vita Eterna, nella Suo Reale Essere Corpo e Sangue di Cristo .La reazione dei Discepoli è incredulità e sdegno, permaloso distanziarsi dal Maestro. Gesù interroga su ciò che potrebbero vedere, senza dubbi, il Suo salire in cielo qui è una provocazione indiscutibile, Egli lo aveva annunciato :”Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo” (Gv 3,12). E ribadisce che la Vita viene dallo Spirito, non dalla carne , e le Sue Parole sono Spirito e Vita. Proprio perchè aprono la Via al Cielo, provengono dal Padre, sono il Suo Amore per noi. E solo il Padre concede l'Ascolto e la rinascita dall'alto nel Suo Spirito che attira a Gesù, al Figlio. E, mentre molti si allontanano, il portavoce degli apostoli è Pietro :”Signore, da chi andremo? Tu Solo hai Parole di Vita eterna!” (6,68-69).
    Questa prontezza rimanda alla prima risposta alla domanda : “E voi, chi dite che Io sia?” Era Pietro l'Apostolo che sapeva riconoscerlo Figlio di Dio , che ricevette la rivelazione :” Beato te, Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre Mio che sta nei cieli”
    La sua posizione di capo degli Apostoli , non era casuale, veniva dall'alto , dal Padre della Luce ! (Gc 1,16).

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