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lunedì 21 settembre 2015

LO BUSCABAN Ju 7,11 - 13


2 commenti:

  1. S.FAUSTI - I giudei Lo cercavano. Il cercare è fondamentale per ogni vivente : la pianta cerca l'acqua, l'animale cibo e l'uomo felicità. Ma la felicità non è una cosa ; dipende piuttosto da ciò che muove la ricerca. Si può infatti cercare per prendere e uccidere, come l'animale fa con la sua preda, oppure per incontrare e accogliere ciò che si desidera e si ama.
    Dov'è Lui? ...Il "dove" è il luogo che uno "ora" occupa."Dove" e "ora" sono le coordinate di spazio e tempo con le quali si può individuare qualunque esistente.
    Mentre l'"ora" è la stessa per tutti e fluisce di continuo,sottratta alla nostra libertà -
    solo Dio determina l' "ora "-,il "dove" è diverso per ciascuno e più stabile per ognuno, disponibile alla nostra libertà. Indica normalmente la casa dove uno dimora, che è anche il da dove viene e verso dove va. Il "dove" è quindi l'incognita che differenzia una persona dall'altra.
    Dove si è, da dove si viene e verso dove si va sono le domande fondamentali dell'uomo sull'uomo.
    "Dove sei?" è la prima domanda che Dio rivolge all'uomo, che, dopo l'esperienza del male, non è più al suo posto ( Gen. 3,9).
    Infatti "il posto dell'uomo è Dio".
    Chi non è al suo posto non è felice!
    "Dove dimori?" domandano i primi due discepoli a Gesù che chiede:"Che cercate?".La Sua risposta sarà :"Venite e vedrete".
    Qui si cerca Gesù non per "dimorare con Lui", ma per strapparlo con violenza dal Suo "dove" e portarlo là dove tutti siamo condotti...
    Più avanti Gesù indicherà un "dove" che noi ignoriamo :
    "Dove sono io voi non potete venire".
    Verrà Lui ad aprirci l'accesso a questo "dove", che è il Suo posto, quello del Figlio che è di casa presso il Padre, dal quale ci siamo allontanati.
    In Gesù intenzioni, parole e opere rivelano con coerenza chi Egli
    è , non si può separare la Sua persona da ciò che dice e fa.
    Egli è il Figlio, il Suo "dove" è il Padre :da Lui viene e verso Lui va, portando con sé i fratelli che lo accolgono.

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  2. LETTURA DEL GIORNO
    Dal libro della Sapienza
    Sap 2,1a.12–22

    Dicono [gli empi] fra loro sragionando:
    «Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo
    e si oppone alle nostre azioni;
    ci rimprovera le colpe contro la legge
    e ci rinfaccia le trasgressioni contro l'educazione ricevuta.
    Proclama di possedere la conoscenza di Dio
    e chiama se stesso figlio del Signore.
    È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
    ci è insopportabile solo al vederlo,
    perché la sua vita non è come quella degli altri,
    e del tutto diverse sono le sue strade.
    Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
    e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
    Proclama beata la sorte finale dei giusti
    e si vanta di avere Dio per padre.
    Vediamo se le sue parole sono vere,
    consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
    Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
    e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
    Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
    per conoscere la sua mitezza
    e saggiare il suo spirito di sopportazione.
    Condanniamolo a una morte infamante,
    perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
    Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
    la loro malizia li ha accecati.
    Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
    non sperano ricompensa per la rettitudine
    né credono a un premio per una vita irreprensibile.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 7,1-2.10.25-30

    In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
    Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
    Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
    Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
    Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Gesù si nascondeva, in questi ultimi giorni, perché ancora non era arrivata la sua ora; ma Lui conosceva quale sarebbe stata la sua fine, come sarebbe stato la sua fine. E Gesù è perseguitato dall’inizio: ricordiamo quando all’inizio della sua predicazione torna al suo paese, va alla sinagoga e predica; subito, dopo una grande ammirazione, incominciano: Ma questo noi sappiamo di dove è. Questo è uno di noi. Ma con che autorità viene a insegnarci? Dove ha studiato?’. Lo squalificano! È lo stesso discorso, no? ‘Ma costui sappiamo di dove è! Il Cristo, invece, quando verrà nessuno saprà di dove sia!’. Squalificare il Signore, squalificare il profeta per togliere l’autorità! (Omelia da Santa Marta, 4 aprile 2014)

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