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sabato 12 dicembre 2015

Y LE DIJERON Ju 9, 8 - 10 - Dom. 13 dicembre- festa di S. Lucia


2 commenti:

  1. S. FAUSTI -Il testo inizia con un cieco che vede e termina con dei presunti vedenti che restano ciechi. In mezzo c'è il processo di illuminazione dell'ex cieco. La conoscenza che egli ha di Gesù come "Quell'uomo"diventa sempre più chiara e profonda...Gesù infatti è la luce del mondo : il suo fango, terra impastata con lo sputo, è la sua umanità di Figlio dell'uomo e Figlio di Dio, che, posta davanti ai nostri occhi, ci illumina sulla verità dell'uomo e di Dio; la fede che salva è proprio l'ascolto della Parola che ci immerge nel Figlio, inviato dal Padre ai fratelli.
    La guarigione esteriore è segno di quella interiore.Questa avviene attraverso il dialogo che spiega e fa accadere, sia nel cieco che in chi legge con i suoi occhi, la realtà senza pregiudizi.
    nel dialogo che segue, la Parola, luce degli uomini, appena brilla agli occhi del cieco che se ne fa testimone, si confronta con le voci delle tenebre. ora cominciano gli interrogatori dell'ex cieco,iniziando dai vicini e conoscenti ai quali era ben nota la sua condizione precedente. per chi è abituato a vederlo seduto a mendicare, la nuova situazione pone un problema . E' lui o un altro?
    La sua condizione precedente è descritta con le parole "sedere" e "mendicare": era immobile e dipendente dagli altri. Ora invece cammina ed è libero. Qual è la sua identità? E' importante come l'altro mi vede : sono come sono visto. L'uomo è relazione , e la relazione cambia quando anche l'altro mi vede altro da come mi vedeva prima, altrimenti resto inchiodato al suo giudizio precedente, al suo pre-giudizio, appunto. Ogni identità vera è dinamica e vitale ; diversamente è falsa e mortale.
    L'ex cieco ora può dire ."Io sono", usando l'espressione di Gesù per indicare se stesso.(4,26-6,20 -8,24...).
    La luce lo ha illuminato . è lui stesso luce,perchè è venuta la sua luce (IS. 60,1)

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  2. CANTO AL VANGELO (Gv 14,23)
    Alleluia, alleluia.
    Se uno mi ama osserverà la mia parola, dice il Signore,
    e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
    Alleluia.

    VANGELO
    La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.
    + Dal Vangelo secondo Matteo 7,21-29
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: "Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?". Ma allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!". Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
    Parola del Signore.

    PRIMA LETTURA
    Il re di Babilonia deportò Ioiachin e tutti gli uomini di valore a Babilonia.
    Dal secondo libro dei Re 2Re 24,8-17
    Quando divenne re, Ioiachìn aveva diciotto anni; regnò tre mesi a Gerusalemme. Sua madre era di Gerusalemme e si chiamava Necustà, figlia di Elnatàn. Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come aveva fatto suo padre. In quel tempo gli ufficiali di Nabucodònosor, re di Babilonia, salirono a Gerusalemme e la città fu assediata. Nabucodònosor, re di Babilonia, giunse presso la città mentre i suoi ufficiali l'assediavano. Ioiachìn, re di Giuda, uscì incontro al re di Babilonia, con sua madre, i suoi ministri, i suoi comandanti e i suoi cortigiani; il re di Babilonia lo fece prigioniero nell'anno ottavo del suo regno. Asportò di là tutti i tesori del tempio del Signore e i tesori della reggia; fece a pezzi tutti gli oggetti d'oro che Salomone, re d'Israele, aveva fatto nel tempio del Signore, come aveva detto il Signore. Deportò tutta Gerusalemme, cioè tutti i comandanti, tutti i combattenti, in numero di diecimila esuli, tutti i falegnami e i fabbri; non rimase che la gente povera della terra. Deportò a Babilonia Ioiachìn; inoltre portò in esilio da Gerusalemme a Babilonia la madre del re, le mogli del re, i suoi cortigiani e i nobili del paese. Inoltre tutti gli uomini di valore, in numero di settemila, i falegnami e i fabbri, in numero di mille, e tutti gli uomini validi alla guerra, il re di Babilonia li condusse in esilio a Babilonia. Il re di Babilonia nominò re, al posto di Ioiachìn, Mattania suo zio, cambiandogli il nome in Sedecìa.
    Parola di Dio.

    SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 78)
    R: Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.
    O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti:
    hanno profanato il tuo santo tempio,
    hanno ridotto Gerusalemme in macerie.
    Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
    in pasto agli uccelli del cielo,
    la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici. R.
    Hanno versato il loro sangue come acqua
    intorno a Gerusalemme
    e nessuno seppelliva.
    Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
    lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.
    Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
    Arderà come fuoco la tua gelosia? R.
    Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
    presto ci venga incontro la tua misericordia,
    perché siamo così poveri!
    Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
    per la gloria del tuo nome;
    liberaci e perdona i nostri peccati
    a motivo del tuo nome. R.

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