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lunedì 14 novembre 2016

"LOS CUIDABA" Ju 17,12





4 commenti:

  1. S. FAUSTI - “Li custodivo” Gesù ormai non è più nel mondo . Mentre sta andandosene , ricorda ai discepoli che Lui ha fatto ciò che richiede al Padre : li ha custoditi e conservati nel Suo Nome, con la cura del pastore per le pecore. Infatti il Pastore bello dà la vita in favore delle pecore .
    Esse non andranno perdute : nessuno può strapparle dalla sua mano, che è la stessa del Padre.
    Il figlio della perdizione è il figlio perduto. Di solito è riferito a Giuda. E' un detto inquietante, perchè sembra parlare della sua dannazione e della sua predestinazione ad essa. Ma bisogna tener presente che tutta la Bibbia, dalla Genesi all'Apocalisse, è una parabola della ricerca del figlio perduto e ritrovato, morto e tornato in vita (Lc 15,24-32). Con lui si è identificato il Figlio stesso, che si è fatto per noi maledizione e peccato : Egli è l'Alfa e l'Omega, il primo e l'ultimo, il primo che si è fatto ultimo (Mc9,35) , il minimo dei fratelli (Mt 25,40), per essere con tutti e in tutti.
    La perdizione, non va dimenticato, è l'orizzonte stesso della salvezza : si può salvare solo ciò che è perduto.” Così che si adempisse la scrittura” Richiama il capitolo 13,18-21 dove Gesù cita il Salmo 41,10. Questo non significa che il male, il cui apice è la croce di Gesù, sia voluto da Dio.
    E' però previsto da Lui, che ne farà il luogo in cui rivela l'assolutezza del Suo Amore.

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    1. Antifona
      Popoli tutti, battete le mani!
      Acclamate Dio con grida di gioia. Alleluia. (Sal 46,2)

      Colletta
      Padre misericordioso,
      nella tua bontà dona alla Chiesa, radunata dallo Spirito Santo,
      di servirti con piena dedizione
      e di formare in te un cuore solo e un’anima sola.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.

      Prima Lettura
      Vi affido a Dio, che ha la potenza di edificare e di concedere l'eredità.
      Dagli Atti degli Apostoli
      At 20,28-38

      In quei giorni, Paolo diceva agli anziani della Chiesa di Èfeso: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio.
      Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi.
      E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l'eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati.
      Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: "Si è più beati nel dare che nel ricevere!"».
      Dopo aver detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in pianto e, gettandosi al collo di Paolo, lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave.

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale
      Dal Sal 67 (68)

      R. Regni della terra, cantate a Dio.
      Oppure:
      R. Sia benedetto Dio che dà forza e vigore al suo popolo.
      Oppure:
      R. Alleluia, alleluia, alleluia.

      Mostra, o Dio, la tua forza,
      conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi!
      Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
      i re ti porteranno doni. R.

      Regni della terra, cantate a Dio,
      cantate inni al Signore,
      a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni.
      Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente!
      Riconoscete a Dio la sua potenza. R.

      La sua maestà sopra Israele,
      la sua potenza sopra le nubi.
      Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario.
      È lui, il Dio d'Israele, che dà forza e vigore al suo popolo.
      Sia benedetto Dio! R.

      Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      La tua parola, Signore, è verità:
      consacraci nella verità. (Cf. Gv 17,17b.a)

      Alleluia.

      Vangelo
      Siano una cosa sola, come noi.
      Dal Vangelo secondo Giovanni
      Gv 17,11b-19

      In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
      «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
      Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
      Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità».

      Parola del Signore.

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    2. Le Parole dei Papi
      Nella preghiera del cenacolo Gesù chiede per i discepoli: “Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17, 17-19). Successivamente Gesù abbraccia con la stessa preghiera le future generazioni dei suoi discepoli. Soprattutto prega per l’unità, affinché “il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come ami me” (Gv 17, 23). Verso la fine della sua invocazione, Gesù ritorna ai pensieri principali detti in precedenza, mettendo ancora più in rilievo la loro importanza. In tale contesto chiede per tutti coloro che il Padre gli ha dato” che “siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo” (Gv 17, 24).

      Veramente la “preghiera sacerdotale” di Gesù è la sintesi di quella autorivelazione di Dio nel Figlio, che si trova al centro dei vangeli. Il figlio parla al Padre nel nome di quell’unità che forma con lui (“Tu, Padre, sei in me e io in te” (Gv 17, 21)). E nello stesso tempo prega perché si diffondano tra gli uomini i frutti della missione salvifica per la quale egli è venuto nel mondo. Rivela così il “mysterium Ecclesiae”, che nasce dalla sua missione salvifica, e prega per il suo futuro sviluppo in mezzo al “mondo”. Apre la prospettiva della gloria, alla quale sono chiamati insieme a lui tutti coloro che “accolgono” la sua parola. (San Giovanni Paolo II - Udienza Generale, mercoledì, 22 luglio 1987)

      Dio, facendosi uomo, ha fatto propria la nostra sete, non solo dell’acqua materiale, ma soprattutto la sete di una vita piena, di una vita libera dalla schiavitù del male e della morte. Nello stesso tempo, con la sua incarnazione Dio ha posto la sua sete – perché anche Dio ha sete - nel cuore di un uomo: Gesù di Nazaret. Dio ha sete di noi, dei nostri cuori, del nostro amore, e ha messo questa sete nel cuore di Gesù. Dunque, nel cuore di Cristo si incontrano la sete umana e la sete divina. E il desiderio dell’unità dei suoi discepoli appartiene a questa sete. Lo troviamo espresso nella preghiera elevata al Padre prima della Passione: «Perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21). Quello che voleva Gesù: l’unità di tutti! Il diavolo - lo sappiamo - è il padre delle divisioni, è uno che sempre divide, che sempre fa guerre, fa tanto male. Che questa sete di Gesù diventi sempre più anche la nostra sete! ( P. Francesco Angelus, 25 gennaio 2015)

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  2. Ancora è difficile lasciarci sfiorare il cuore da questi raggi di Luce che Cristo lascia intravedere della Sua Preghiera al Padre! Che lo Spirito apra occhi, mente e cuore alla profondità di questo Amore che sgorga da un Cuore trafitto, la cui trafittura diventa una sorgente di Rinascita e di Santificazione per tutti! Iniziando da colpevoli , preghiamo :”Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso!...Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, Tu non disprezzi. Nel Tuo Amore fa' grazia a Sion, rialza le mura di Gerusalemme” (Sl 50,14-20)
    Paolo , dopo essere stato un persecutore, (At 9, 3-19), prega per tutti :” Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre,dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
    Or a Colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a Lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. “(Ef 3,14-21).
    Nell'infinita grandezza di questo Amore, siamo accolti per diventare un grande unico Cuore, in Gesù , a Lui ci affidiamo e affidiamo tutta la Chiesa, e tutti i figli di Dio , ovunque siano , in tutte le nazioni, nel mondo intero!

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