Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». FAUSTI – La folla, venuta sul “luogo” , vede che non c'è né Gesù né i Suoi discepoli . Non trova ciò che attende . Allora torna a Cafarnao, da dove era partita. Là, come da una mano invisibile, sono riunificati quelli che hanno partecipato al dono del pane. Il dialogo, che Gesù farà con loro nella sinagoga, li porterà a cogliere il significato di ciò che era avvenuto il giorno prima. La folla cerca Gesù, come già i due primi discepoli e poi Giuda e la Maddalena. La ricerca ha esito diverso, secondo lo spirito che la muove : può portare a dimorare presso di Lui e abbracciarlo, oppure a rapirlo e tradirlo. Essi cercano di conoscere i movimenti di Gesù. Vogliono, se non possedere, almeno controllare la sorgente del pane. Nel suo lavoro di liberazione dei fratelli, il Figlio è paziente con loro: li conduce nell'esodo, ma li segue e si fa trovare anche nel contro-esodo. E' la prima volta che la folla parla con Gesù. Il Pane del Figlio, di cui tutti abbiamo bisogno, ci fa suoi interlocutori.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 6,22-29
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, vide che c'era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
PAROLE DEL SANTO PADRE “Il Signore ci sveglia con la testimonianza dei santi, con la testimonianza dei martiri, che ogni giorno ci annunciano che andare sulla strada di Gesù è quella della sua missione: annunciare l’anno di grazia. E la gente capisce il rimprovero di Gesù e gli dice: ‘Ma cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?’. E Gesù rispose loro: ‘Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che Egli ha mandato’, cioè la fede in Lui, soltanto in Lui, la fiducia in Lui e non nelle altre cose che ci porteranno alla fine lontano da Lui. Questa è l’opera di Dio: che crediate in Colui che Egli ha mandato, in Lui”. (Santa Marta, 20 aprile 2015)
H.U.Balthasar – Ciò che è povero vuol essere ricco: di forza, di calore, mediante sapienza e sentimento comunicativo. Questa è la legge del mondo. Nel loro generale protendersi gli esseri si urtano l'un l'altro e delimitano, e questi confini si muovono in gioco ed in lotta per l'esistenza, e le delimitazioni tra esseri si chiamano costume, convenzione, famiglia, stato. A suo modo tutto questo premere, questa entelechia, attesta l'essenza buona del Creatore, è l'oscura tendenza della creatura verso Dio: poiché questo impulso è inquieto, affamato e insaziabilmente coinvolge e l'uomo e il mondo e Dio,per colmare il proprio vuoto. Povero e bramoso viene quindi chiamato l'amore dell'uomo fin dai tempi antichi, e bisognoso del bello per generarvi , nel bello, qualcosa di amabile. Ma la Parola venne dall'alto. Venne dalla pienezza del Padre. In essa non c'era tensione, perchè era la pienezza Essa Stessa. Luce era in Essa e Vita e Amore che ebbe compassione del vuoto e decise di riempirlo. Ma l'essenza del vuoto era di tendere esso stesso alla pienezza, era un vuoto in fermento, un abisso armato di denti. La Luce venne nelle tenebre, ma le tenebre per la luce non avevano occhi, erano fatte solo di fauci. Venne la Luce a illuminazione di coloro che stanno seduti all'ombra dei sepolcri, e illuminazione voleva dire : riconoscere il dono della Luce e mutare anche se stessi in luce che si dona. Ciò sarebbe stata la morte dell'istinto e la sua resurrezione nell'amore.
VEDI la pagina precedente LA GENTE VIO Ju 6, 22-23 anche le pagine seguenti .. a "EL QUE LES DARÁ EL HIJO DEL HOMBRE Ju 6, 26-27 a LAS OBRAS DE DIOS Ju 6, 28-29
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
RispondiEliminaFAUSTI – La folla, venuta sul “luogo” , vede che non c'è né Gesù né i Suoi discepoli . Non trova ciò che attende . Allora torna a Cafarnao, da dove era partita. Là, come da una mano invisibile, sono riunificati quelli che hanno partecipato al dono del pane. Il dialogo, che Gesù farà con loro nella sinagoga, li porterà a cogliere il significato di ciò che era avvenuto il giorno prima.
La folla cerca Gesù, come già i due primi discepoli e poi Giuda e la Maddalena.
La ricerca ha esito diverso, secondo lo spirito che la muove : può portare a dimorare presso di Lui e abbracciarlo, oppure a rapirlo e tradirlo.
Essi cercano di conoscere i movimenti di Gesù. Vogliono, se non possedere, almeno controllare la sorgente del pane. Nel suo lavoro di liberazione dei fratelli, il Figlio è paziente con loro: li conduce nell'esodo, ma li segue e si fa trovare anche nel contro-esodo.
E' la prima volta che la folla parla con Gesù.
Il Pane del Figlio, di cui tutti abbiamo bisogno, ci fa suoi interlocutori.
VANGELO DEL GIORNO
RispondiEliminaDal Vangelo secondo Giovanni Gv 6,22-29
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, vide che c'era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
PAROLE DEL SANTO PADRE
“Il Signore ci sveglia con la testimonianza dei santi, con la testimonianza dei martiri, che ogni giorno ci annunciano che andare sulla strada di Gesù è quella della sua missione: annunciare l’anno di grazia. E la gente capisce il rimprovero di Gesù e gli dice: ‘Ma cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?’. E Gesù rispose loro: ‘Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che Egli ha mandato’, cioè la fede in Lui, soltanto in Lui, la fiducia in Lui e non nelle altre cose che ci porteranno alla fine lontano da Lui. Questa è l’opera di Dio: che crediate in Colui che Egli ha mandato, in Lui”. (Santa Marta, 20 aprile 2015)
H.U.Balthasar – Ciò che è povero vuol essere ricco: di forza, di calore, mediante sapienza e sentimento comunicativo. Questa è la legge del mondo. Nel loro generale protendersi gli esseri si urtano l'un l'altro e delimitano, e questi confini si muovono in gioco ed in lotta per l'esistenza, e le delimitazioni tra esseri si chiamano costume, convenzione, famiglia, stato. A suo modo tutto questo premere, questa entelechia, attesta l'essenza buona del Creatore, è l'oscura tendenza della creatura verso Dio: poiché questo impulso è inquieto, affamato e insaziabilmente coinvolge e l'uomo e il mondo e Dio,per colmare il proprio vuoto.
RispondiEliminaPovero e bramoso viene quindi chiamato l'amore dell'uomo fin dai tempi antichi, e bisognoso del bello per generarvi , nel bello, qualcosa di amabile.
Ma la Parola venne dall'alto. Venne dalla pienezza del Padre. In essa non c'era tensione, perchè era la pienezza Essa Stessa. Luce era in Essa e Vita e Amore che ebbe compassione del vuoto e decise di riempirlo.
Ma l'essenza del vuoto era di tendere esso stesso alla pienezza, era un vuoto in fermento, un abisso armato di denti.
La Luce venne nelle tenebre, ma le tenebre per la luce non avevano occhi, erano fatte solo di fauci.
Venne la Luce a illuminazione di coloro che stanno seduti all'ombra dei sepolcri, e illuminazione voleva dire : riconoscere il dono della Luce e mutare anche se stessi in luce che si dona. Ciò sarebbe stata la morte dell'istinto e la sua resurrezione nell'amore.
RispondiEliminaVEDI la pagina precedente LA GENTE VIO Ju 6, 22-23
anche le pagine seguenti ..
a "EL QUE LES DARÁ EL HIJO DEL HOMBRE Ju 6, 26-27
a LAS OBRAS DE DIOS Ju 6, 28-29