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martedì 20 settembre 2016

"YO ELEGI A USTEDES" Ju 15,16-17

2 commenti:


  1. Antifona

    «Non voi avete scelto me», dice il Signore,
    «ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate
    e portiate frutto e il vostro frutto rimanga». Alleluia. (Gv 15,16)

    Si dice il Gloria.

    Colletta

    O Dio, che hai voluto aggregare
    san Mattia al collegio degli apostoli,
    per sua intercessione concedi a noi,
    che ci allietiamo per il dono del tuo amore,
    di essere annoverati tra gli eletti.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.
    Prima Lettura
    La sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

    Dagli Atti degli Apostoli
    At 1,15-17.20-26

    In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli - il numero delle persone radunate era di circa centoventi - e disse: «Fratelli, era necessario che si compisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Sta scritto infatti nel libro dei Salmi:
    "La sua dimora diventi deserta
    e nessuno vi abiti",
    e: "Il suo incarico lo prenda un altro".
    Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione».
    Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 112 (113)

    R. Il Signore lo ha fatto sedere tra i prìncipi del suo popolo.
    Oppure:
    R. Alleluia, alleluia, alleluia.

    Lodate, servi del Signore,
    lodate il nome del Signore.
    Sia benedetto il nome del Signore,
    da ora e per sempre. R.

    Dal sorgere del sole al suo tramonto
    sia lodato il nome del Signore.
    Su tutte le genti eccelso è il Signore,
    più alta dei cieli è la sua gloria. R.

    Chi è come il Signore, nostro Dio,
    che siede nell'alto
    e si china a guardare
    sui cieli e sulla terra? R.

    Solleva dalla polvere il debole,
    dall'immondizia rialza il povero,
    per farlo sedere tra i prìncipi,
    tra i prìncipi del suo popolo. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Io ho scelto voi, dice il Signore,
    perché andiate e portiate frutto
    e il vostro frutto rimanga. (Cf. Gv 15,16)

    Alleluia.

    Vangelo
    Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.

    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 15,9-17

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
    Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
    Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

    Parola del Signore.

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  2. FAUSTI – Per dimorare nel Suo Amore, bisogna osservare i Suoi comandi che si riducono a
    uno : l'amore fraterno, che resta dimezzato fino a quando non è reciproco.
    L'Amore che Gesù ha mostrato verso di noi sulla Croce è la sorgente del nostro amore verso gli altri : uno può amare se e come è amato.
    Come Gesù ha dimorato nell'Amore del Padre amando i fratelli, così noi dimoriamo nel Suo Amore di Figlio facendo altrettanto.
    Il comando di amare Dio diventa comando di amare l'uomo. Infatti amore per Dio e amore per l'uomo sono un'unica realtà, come l'Amore del Figlio verso il Padre e verso di noi è lo stesso Amore del Padre verso il Figlio e verso di noi.
    L'Amore è Uno solo ; è Dio. E mette in comunione tutti.
    Si parla di amore gli uni verso gli altri.
    L'amore infatti è gioia solo nella reciprocità. Essa da sempre c'è in Dio ; noi siamo chiamati ad averla tra di noi, rendendo presente Dio sulla terra.
    L'apice dell' amore sta nel porre la propria vita a favore dell'amato.
    Gesù ci considera amici. Anche quando eravamo suoi nemici, traditori come Giuda o rinnegatori come Pietro, ci ha mostrato il Suo Amore , gratuito e indubitabile.
    Proprio così, da nemici che eravamo, possiamo diventare Suoi amici. Gesù è sempre e comunque nostro amico. A nostra volta, anche noi siamo suoi amici , se rispondiamo al Suo amore, facendo come Lui ha fatto.
    “Non vi chiamo più servi” : “Servo” è un titolo onorifico.
    Servi del re sono i grandi di corte, servi di Dio i profeti e i giusti.
    Il servo esegue la volontà del suo Signore , ma con un rapporto di sudditanza, non di uguaglianza.
    Gesù non ci vuole servi, ma amici, uguali a Lui.
    Non siamo infatti sudditi della Legge, ma viviamo nella libertà di figli amati.
    Se Mosè ci ha dato la Legge, dalla pienezza della Parola diventata carne, riceviamo grazia su grazia;
    la grazia della verità del Figlio, che ci mette in comunione col Padre. Siamo stati scelti non per essere servi, ma amici di Dio, uniti a Lui nell'unico amore.
    La nostra vocazione è sicura, perchè è “Sua”, è Lui che ci sceglie e ci chiama.
    E la Sua scelta è irrevocabile, a prova di tradimenti e rinnegamenti.
    Qui non si parla della scelta dei dodici e del loro invio in missione, ma dei discepoli presenti e futuri, che devono andare dove Gesù stesso è andato : verso la pienezza dell'amore del Padre, amando i fratelli fino a porre la vita al loro servizio.
    Questo è il molto frutto che glorifica il Padre.
    E' quel “molto frutto” che porterà il Figlio stesso quando, dando la vita per i fratelli,
    attirerà tutti a sé.
    Questa è la missione fondamentale della Chiesa ,sale della terra, luce del mondo, (Mt 5,13...)
    e profumo di Cristo per tutti (2 Cor 2,14).
    Vedendo come i discepoli vivono, tutti ritrovano ciò che in fondo al cuore desiderano :
    la bellezza dell'amore che salva il mondo.
    La missione non è propaganda , ma irraggiamento dell'amore reciproco, che tutti attira a sé.
    Quel Dio che nessuno mai ha visto, noi l'abbiamo visto nel volto del Figlio, che ha detto : “Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Gli altri lo vedono nel nostro volto di fratelli.
    Questo frutto ci fa dimorare nel Figlio e nel Padre come fa dimorare il Figlio e il Padre in noi.
    Se siamo nel Figlio sappiamo che il Padre sempre ci ascolta come ascolta Lui. Per questo gli chiediamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere da figli.
    Ecco che cosa chiedere al Padre nel nome del Figlio : il Suo stesso amore per i fratelli.
    Oltre questo amore non c'è più nulla, se non ancora l'amore, che è infinito.
    Perchè “Dio è Amore”, e “ Chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1Gv 4,16).

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