S. FAUSTI – L'unione tra il Figlio e ogni uomo è come quella tra la vite e il tralcio . Hanno un'unica vita e producono l'identico frutto . In Lui, Vera Vite, ritorniamo a Dio e alla Sua Alleanza. L'essere o dimorare “in” Lui è condizione per vivere ed essere fecondi. Gesù ha parlato di messe abbondante e di grano che porta molto frutto (12,24). Non portare frutto è essere fuori dal comando e dalla benedizione fondamentale del Creatore che vuole le creature partecipi della Sua fecondità. Una vita che non dà vita è morta, una luce che non dà luce è spenta. Il frutto di cui si parla sarà chiaro solo alla fine. Purtroppo possiamo essere discepoli di Gesù solo a parole, senza vivere la Sua Parola. E' un severo ammonimento perchè non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. Se però non viviamo di Lui e non amiamo i fratelli, siamo rami morti, siamo non figli, che si autoescludono dal Figlio e dal Padre, recisi dalla fonte della vita. Questo è il dramma dell'uomo , ma anche di Dio che troverà la Sua soluzione sulla Croce, dove il legno verde porta in sé la maledizione del legno secco. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito” (3,16). Nell'Alleanza, sia Antica che Nuova, Dio è sempre fedele Ciò che manca è la nostra risposta, lasciata alla nostra libertà. Gesù, il Figlio, è il primo che risponde, amando il Padre e i fratelli. Il Padre è un agricoltore che sa il Suo mestiere. Si prende cura della Sua vite togliendo i rami infecondi e sfrondando gli altri, perchè siano più fruttiferi. Dio in noi purifica dall'egoismo ciò che è bene e toglie ciò che è male, palese o meno. C'è una “purezza” fondamentale nel discepolo, operata dalla parola, “più tagliente di una spada a doppio taglio”, che penetra fin nelle profondità dei pensieri e del cuore. La Parola mette a nudo la nostra verità, è un costante esorcismo che ci libera dalla menzogna. La Parola del Signore è Spirito e Vita (6,63) : ci comunica lo Spirito, la Vita del Figlio. Il Battesimo di Cristo è innanzi tutto un'immersione nella Parola , che ce lo fa conoscere e amare. Essa ci porta a sfrondare i nostri egoismi , a rompere con l mondo e ad assimilarci a Lui.
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
PAROLE DEL SANTO PADRE I frutti di questa unione profonda con Gesù sono meravigliosi: tutta la nostra persona viene trasformata dalla grazia dello Spirito: anima, intelligenza, volontà, affetti, e anche il corpo, perché noi siamo unità di spirito e corpo. Riceviamo un nuovo modo di essere, la vita di Cristo diventa nostra: possiamo pensare come Lui, agire come Lui, vedere il mondo e le cose con gli occhi di Gesù. Di conseguenza, possiamo amare i nostri fratelli, a partire dai più poveri e sofferenti, come ha fatto Lui, e amarli con il suo cuore e portare così nel mondo frutti di bontà, di carità e di pace”. (Regina Coeli, 3 maggio 2015)
BENEDETTO XVI – Gesù di Nazaret – Il Salmo 80,18 aveva legato strettamente il “Figlio dell'uomo” con la vite. Ma se il Figlio è ora diventato Egli stesso la Vite, ne consegue reciprocamente che Egli proprio in questo modo resta una cosa sola con i suoi, con tutti i figli di Dio dispersi che è venuto a raccogliere (Gv 11, 52). La vite come attributo cristologico contiene in sé anche un'intera Ecclesiologia. Indica l'unione inscindibile di Gesù con i suoi che , con Lui e per mezzo di Lui, son tutti “vite” e la cui vocazione è rimanere nella Vite. La parabola esprime l'inseparabilità di Gesù dai suoi, il loro essere una cosa sola con Lui e in Lui.Il discorso della Vite dimostra così l'irrevocabilità del dono fatto da Dio, che non verrà tolto. La vite non può più essere sradicata, non può più essere abbandonata al saccheggio. Abbisogna però, continuamente, della purificazione. Purificazione, frutto, rimanere, comandamento, amore, unità – sono queste le grandi parole – chiave di questo dramma dell'essere nella Vite in e con il Figlio, un dramma che il Signore pone dinanzi alla nostra anima con le Sue Parole . Purificazione - sempre di nuovo la Chiesa, il singolo, necessitano della purificazione: i processi di purificazione, tanto dolorosi quanto necessari, pervadono l'intera storia, pervadono la vita degli uomini che si sono donati a Cristo. In queste purificazioni è sempre presente il mistero di morte e resurrezione. L'autoesaltazione dell'uomo come anche delle istituzioni va tagliata via, ciò che è diventato troppo grande va ricondotto alla semplicità e alla povertà del Signore Stesso. Solo attraverso tali processi di morte la fertilità persiste e si rinnova.
continua --> "EL QUE PERMANECE EN MÍ" Ju 15,4-5 "SI PERMANECÉIS EN MÍ" Ju 15, 6-7 "LA GLORIA DE MI PADRE" Ju 15,8-9
S. FAUSTI – L'unione tra il Figlio e ogni uomo è come quella tra la vite e il tralcio .
RispondiEliminaHanno un'unica vita e producono l'identico frutto .
In Lui, Vera Vite, ritorniamo a Dio e alla Sua Alleanza.
L'essere o dimorare “in” Lui è condizione per vivere ed essere fecondi. Gesù ha parlato di messe abbondante e di grano che porta molto frutto (12,24). Non portare frutto è essere fuori dal comando e dalla benedizione fondamentale del Creatore che vuole le creature partecipi della Sua fecondità. Una vita che non dà vita è morta, una luce che non dà luce è spenta.
Il frutto di cui si parla sarà chiaro solo alla fine.
Purtroppo possiamo essere discepoli di Gesù solo a parole, senza vivere la Sua Parola.
E' un severo ammonimento perchè non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. Se però non viviamo di Lui e non amiamo i fratelli, siamo rami morti, siamo non figli, che si autoescludono dal Figlio e dal Padre, recisi dalla fonte della vita.
Questo è il dramma dell'uomo , ma anche di Dio che troverà la Sua soluzione sulla Croce, dove il legno verde porta in sé la maledizione del legno secco. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito” (3,16). Nell'Alleanza, sia Antica che Nuova, Dio è sempre fedele
Ciò che manca è la nostra risposta, lasciata alla nostra libertà.
Gesù, il Figlio, è il primo che risponde, amando il Padre e i fratelli. Il Padre è un agricoltore che sa il Suo mestiere. Si prende cura della Sua vite togliendo i rami infecondi e sfrondando gli altri, perchè siano più fruttiferi. Dio in noi purifica dall'egoismo ciò che è bene e toglie ciò che è male, palese o meno.
C'è una “purezza” fondamentale nel discepolo, operata dalla parola, “più tagliente di una spada a doppio taglio”, che penetra fin nelle profondità dei pensieri e del cuore.
La Parola mette a nudo la nostra verità, è un costante esorcismo che ci libera dalla menzogna.
La Parola del Signore è Spirito e Vita (6,63) : ci comunica lo Spirito, la Vita del Figlio.
Il Battesimo di Cristo è innanzi tutto un'immersione nella Parola , che ce lo fa conoscere e amare.
Essa ci porta a sfrondare i nostri egoismi , a rompere con l mondo e ad assimilarci a Lui.
Vangelo secondo Giovanni
RispondiEliminaGv 15,1-8
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
PAROLE DEL SANTO PADRE
I frutti di questa unione profonda con Gesù sono meravigliosi: tutta la nostra persona viene trasformata dalla grazia dello Spirito: anima, intelligenza, volontà, affetti, e anche il corpo, perché noi siamo unità di spirito e corpo. Riceviamo un nuovo modo di essere, la vita di Cristo diventa nostra: possiamo pensare come Lui, agire come Lui, vedere il mondo e le cose con gli occhi di Gesù. Di conseguenza, possiamo amare i nostri fratelli, a partire dai più poveri e sofferenti, come ha fatto Lui, e amarli con il suo cuore e portare così nel mondo frutti di bontà, di carità e di pace”. (Regina Coeli, 3 maggio 2015)
BENEDETTO XVI – Gesù di Nazaret – Il Salmo 80,18 aveva legato strettamente il “Figlio dell'uomo” con la vite. Ma se il Figlio è ora diventato Egli stesso la Vite, ne consegue reciprocamente che Egli proprio in questo modo resta una cosa sola con i suoi, con tutti i figli di Dio dispersi che è venuto a raccogliere (Gv 11, 52).
La vite come attributo cristologico contiene in sé anche un'intera Ecclesiologia.
Indica l'unione inscindibile di Gesù con i suoi che , con Lui e per mezzo di Lui, son tutti “vite” e la cui vocazione è rimanere nella Vite. La parabola esprime l'inseparabilità di Gesù dai suoi, il loro essere una cosa sola con Lui e in Lui.Il discorso della Vite dimostra così l'irrevocabilità del dono fatto da Dio, che non verrà tolto.
La vite non può più essere sradicata, non può più essere abbandonata al saccheggio. Abbisogna però, continuamente, della purificazione.
Purificazione, frutto, rimanere, comandamento, amore, unità – sono queste le grandi parole – chiave
di questo dramma dell'essere nella Vite in e con il Figlio, un dramma che il Signore pone dinanzi alla nostra anima con le Sue Parole .
Purificazione - sempre di nuovo la Chiesa, il singolo, necessitano della purificazione: i processi di purificazione, tanto dolorosi quanto necessari, pervadono l'intera storia, pervadono la vita degli uomini che si sono donati a Cristo.
In queste purificazioni è sempre presente il mistero di morte e resurrezione.
L'autoesaltazione dell'uomo come anche delle istituzioni va tagliata via, ciò che è diventato troppo grande va ricondotto alla semplicità e alla povertà del Signore Stesso.
Solo attraverso tali processi di morte la fertilità persiste e si rinnova.
continua --> "EL QUE PERMANECE EN MÍ" Ju 15,4-5
"SI PERMANECÉIS EN MÍ" Ju 15, 6-7
"LA GLORIA DE MI PADRE" Ju 15,8-9