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giovedì 17 novembre 2016

"ELLOS NON SON DEL MUNDO" Ju 17,16


4 commenti:

  1. Martinez “Cristoterapia della gioia” Gesù ci ricorda che “Il mondo non può conoscere e non può ricevere la mia gioia” (Gv 14,17) , perché è sotto l'azione di uno spirito opposto allo Spirito Santo, satana, uno spirito menzognero che camuffa le tenebre in gioia, che dona gioie momentanee che si trasformano presto in lacrime amare e inconsolabili
    Il cielo che sta sopra di noi non è scuro, tenebroso, ma luminoso, pasquale.
    I cristiani devono vincere la paura di alzare lo sguardo e sollevare fiduciosi le mani al cielo, in segno di affidamento a Dio.

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    Risposte
    1. Lettura del Giorno
      Dagli Atti degli Apostoli
      At 20,28-38

      In quei giorni, Paolo diceva agli anziani della Chiesa di Èfeso: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio.
      Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi.
      E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l'eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati.
      Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: "Si è più beati nel dare che nel ricevere!"».
      Dopo aver detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in pianto e, gettandosi al collo di Paolo, lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave.

      Vangelo del Giorno
      Dal Vangelo secondo Giovanni
      Gv 17,11b-19

      In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
      «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
      Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
      Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità».

      Le Parole dei Papi
      Nella preghiera del cenacolo Gesù chiede per i discepoli: “Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17, 17-19). Successivamente Gesù abbraccia con la stessa preghiera le future generazioni dei suoi discepoli. Soprattutto prega per l’unità, affinché “il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come ami me” (Gv 17, 23). Verso la fine della sua invocazione, Gesù ritorna ai pensieri principali detti in precedenza, mettendo ancora più in rilievo la loro importanza. In tale contesto chiede per tutti coloro che il Padre gli ha dato” che “siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo” (Gv 17, 24).

      Veramente la “preghiera sacerdotale” di Gesù è la sintesi di quella autorivelazione di Dio nel Figlio, che si trova al centro dei vangeli. Il figlio parla al Padre nel nome di quell’unità che forma con lui (“Tu, Padre, sei in me e io in te” (Gv 17, 21)). E nello stesso tempo prega perché si diffondano tra gli uomini i frutti della missione salvifica per la quale egli è venuto nel mondo. Rivela così il “mysterium Ecclesiae”, che nasce dalla sua missione salvifica, e prega per il suo futuro sviluppo in mezzo al “mondo”. Apre la prospettiva della gloria, alla quale sono chiamati insieme a lui tutti coloro che “accolgono” la sua parola. (San Giovanni Paolo II - Udienza Generale, mercoledì, 22 luglio 1987)

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    2. Sappiamo bene quanto stesse a cuore a Gesù che i suoi discepoli rimanessero uniti nel suo amore. «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi» (Gv 17,11). Questa unità era già minacciata mentre Gesù era ancora tra i suoi. Il Signore, però, ha insistito tanto sull’unità nel nome del Padre, facendoci intendere che il nostro annuncio e la nostra testimonianza saranno tanto più credibili quanto più noi per primi saremo capaci di vivere in comunione e di volerci bene.
      ( P. Francesco Udienza Generale, 8 ottobre 2014)

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  2. Padre mio,

    io mi abbandono a te,
    fa di me ciò che ti piace.

    Qualunque cosa tu faccia di me
    Ti ringrazio.

    Sono pronto a tutto, accetto tutto.
    La tua volontà si compia in me,
    in tutte le tue creature.
    Non desidero altro, mio Dio.

    Affido l'anima mia alle tue mani
    Te la dono mio Dio,
    con tutto l'amore del mio cuore
    perché ti amo,
    ed è un bisogno del mio amore
    di donarmi
    di pormi nelle tue mani senza riserve
    con infinita fiducia
    perché Tu sei mio Padre.
    Questa è la preghiera comune a tutti coloro che si richiamano a Charles de Foucauld in ogni parte del mondo.

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