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mercoledì 12 aprile 2017

"NO CREERÉ" JU 20,25



3 commenti:

  1. S. FAUSTI - “Abbiamo visto il Signore!” L'annuncio dei discepoli, identico a quello di Mariam, richiama il loro primo incontro con Gesù :”Abbiamo trovato il Messia”(1,41-45). Ora, “trovare il Messia” diventa “vedere il Signore”. In questo ultimo incontro si compie ciò che è iniziato nel primo.
    “Abbiamo visto il Signore” è l'annuncio della Comunità.
    Vedere il Signore, fondamento della vita nuova, comporta il passaggio dalla paura alla fede, dalla tristezza alla gioia, dalla morte alla vita, dalla chiusura alla missione, dall'accusa al perdono.
    'Visio Dei, vita hominis” : vedere Dio è la vita dell'uomo.
    Il fuoco brucia, la luce illumina: l'incontro con il Risorto fa risorgere.
    La comunità vive perchè ha incontrato il Vivente.
    Trasformata in Lui dall'incontro con Lui, è in grado di testimoniarlo.
    E' infatti una cosa sola con Lui e il Padre, nell'unico Amore : ha accolto lo Spirito e vive della Sua Gloria, che testimonia al mondo.
    Tommaso non crede a chi ha visto. Non accetta la testimonianza della Parola e dello Spirito : non riconosce la vita nuova della comunità e non si inserisce in essa.
    La credibilità del Figlio e del Padre è affidata ai fratelli che che vivono la comunione dell'amore reciproco. Lì incontriamo il Verbo diventato Carne.
    La fede viene dall'annuncio di chi prima non ha incontrato il Signore ed è risorto a vita nuova.
    Chi lo accoglie fa la medesima esperienza.
    E' quanto dicono alla Samaritana i suoi concittadini (4,42).
    Tommaso vuol “vedere” e “toccare” per far parte dei dodici, testimoni del Risorto.
    A lui, come poi a Paolo, sarà concessa questa esperienza.
    Ma ciò che conta, dirà Gesù a Tommaso, non è averlo visto per quel breve periodo in cui si è fatto vedere. Non è possibile a tutti essere nel posto dove sgorga la sorgente ; ma chiunque ha sete può bere di quell'acqua viva che ormai scorre su tutta la terra. Chi fu presente dove è scaturita, la canalizza fino a noi con la sua testimonianza, perchè ognuno possa dissetarsi.
    L'esperienza personale del Risorto, concessa a tutti, è accogliere la Parola e lo Spirito della Comunità , testimonianza viva del Vivente.
    Tommaso, oltre che vedere, vuole anche toccare : gettare dito e mano nelle ferite del Crocifisso .
    E' segno di incredulità, ma anche desiderio di certezza e di comunione più profonda con il mistero delle sue piaghe. Esse non saranno chiuse fino a quando non vi sia entrato l'ultimo degli uomini , tutti feriti a morte dalla paura della morte.
    Tommaso, dicendo di non credere se non vede di persona, anticipa per contrasto le Parole del Risorto : “Beati quelli che non videro e credettero”(v 29).
    Tommaso è gemello di quella parte di noi che accetta anche la morte, destino supremo dell'uomo, ma non crede alla possibilità di un amore che vinca la morte.
    E' disposto però ad essere smentito dai fatti, se sono contrari alle sue certezze.
    Onestà intellettuale tanto necessaria quanto rara.

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  2. PRIMA LETTURA (Is 50,4-9a)
    Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
    Dal libro del profeta Isaia
    Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato.
    Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli.
    Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
    Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
    Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.
    È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
    Chi mi accusa? Si avvicini a me.
    Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?
    Parola di Dio.

    SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 68)
    O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.
    Per te io sopporto l'insulto
    e la vergogna mi copre la faccia;
    sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
    uno straniero per i figli di mia madre.
    Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
    gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.
    O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.
    Mi sento venir meno.
    Mi aspettavo compassione, ma invano,
    consolatori, ma non ne ho trovati.
    Mi hanno messo veleno nel cibo
    e quando avevo sete mi hanno dato aceto.
    O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.
    Loderò il nome di Dio con un canto,
    lo magnificherò con un ringraziamento,
    Vedano i poveri e si rallegrino;
    voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
    perché il Signore ascolta i miseri
    e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
    O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.

    CANTO AL VANGELO
    Lode e onore a te, Signore Gesù!
    Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
    sei stato condotto alla croce,
    come agnello mansueto al macello.
    Lode e onore a te, Signore Gesù!

    VANGELO (Mt 26,14-25)
    Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito!
    + Dal Vangelo secondo Matteo
    In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù.
    Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
    Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».
    Parola del Signore.

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  3. SAN TOMMASO, APOSTOLO – FESTA
    Colore Liturgico rosso
    Grandezza Testo A A A
    Antifona

    Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto;
    ti rendo grazie perché sei stato la mia salvezza. (Sal 117,28.21)

    Si dice il Gloria.

    Colletta

    Esulti la tua Chiesa, Dio onnipotente,
    nella festa del santo apostolo Tommaso;
    ci sostenga la sua protezione
    perché, credendo, abbiamo vita nel nome di Gesù Cristo,
    tuo Figlio, che egli riconobbe come suo Signore e suo Dio.
    Egli vive e regna con te.

    Prima Lettura
    Edificati sopra il fondamento degli apostoli.

    Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
    Ef 2,19-22

    Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù.
    In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 116 (117)

    R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

    Genti tutte, lodate il Signore,
    popoli tutti, cantate la sua lode. R.

    Perché forte è il suo amore per noi
    e la fedeltà del Signore dura per sempre. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
    beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! (Gv 20,29)

    Alleluia.

    Vangelo
    Mio Signore e mio Dio!

    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 20,24-29

    Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
    Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

    Parola del Signore.

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