S. FAUSTI - “Tommaso, uno dei dodici” In Giovanni il termine “dodici”ricorre solo qui e altre due volte dopo il dono del pane (6,70); l'espressione “uno dei dodici” è riservata, oltre che al traditore, solo a Tommaso. Didimo in greco, come Tommaso in ebraico, significa gemello, che fa un paio con l'altro, anche in senso spregiativo. Tommaso è gemello di molti fratelli . Innanzitutto di Giuda . Come lui rischia di perdersi nella notte dell'incredulità , tagliato fuori dalla comunità al cui centro sta il Crocifisso Risorto. Inoltre è gemello nostro , è nella situazione di tutti noi, che non eravamo con quelli che hanno visto il Signore e siamo chiamati alla fede dalla loro testimonianza. Infine è anche gemello di Gesù, il Suo alter-ego , la Sua anima gemella. Infatti è disposto a morire al Suo fianco(11,16) , a differenza di Pietro disposto a “dare la vita per “ Lui (13,37). Ama Gesù e vuole seguirlo fino alla morte. Ignora però che non la morte, ma la vita è la Parola definitiva. Non sa che Gesù non muore: torna al Padre proprio mettendosi in comunione con i fratelli , obbediente alla loro condizione umana fino alla morte, e alla morte di croce (Fil2,8). Ora, attraverso le Sue ferite, Lo conoscerà come la Via della Verità che porta alla Vita (14,5). Mentre gli altri erano nel cenacolo, ammucchiati dalla comune paura, Tommaso, il gemello, ha osato uscire, sprezzante del pericolo. Con il suo agire contraddice il suo nome ;non è solidale con loro . Non condivide la loro fragilità e paura. Per questo si esclude dagli altri, tagliando la relazione con loro. E' gemello di quella parte più profonda di noi stessi che non accetta il limite, ma, con la forza della disperazione, reprime la paura stessa, chiudendosi in una solitudine tanto eroica quanto distruttiva.Non crede alla vita . Vive la morte come unico orizzonte possibile. L'evangelista riserva l'espressione “aver visto il Signore” alla testimonianza diretta dei primi discepoli. Nel racconto preferisce mettere in risalto il fatto che Gesù viene in mezzo a loro, per farsi riconoscere attraverso la Parola e i segni della passione impressi nel Suo Corpo. Evidenzia così quell'aspetto della fede che è comune a loro e a noi.
S. FAUSTI - “Tommaso, uno dei dodici” In Giovanni il termine “dodici”ricorre solo qui e altre due volte dopo il dono del pane (6,70); l'espressione “uno dei dodici” è riservata, oltre che al traditore, solo a Tommaso. Didimo in greco, come Tommaso in ebraico, significa gemello, che fa un paio con l'altro, anche in senso spregiativo. Tommaso è gemello di molti fratelli . Innanzitutto di Giuda . Come lui rischia di perdersi nella notte dell'incredulità , tagliato fuori dalla comunità al cui centro sta il Crocifisso Risorto. Inoltre è gemello nostro , è nella situazione di tutti noi, che non eravamo con quelli che hanno visto il Signore e siamo chiamati alla fede dalla loro testimonianza.
RispondiEliminaInfine è anche gemello di Gesù, il Suo alter-ego , la Sua anima gemella.
Infatti è disposto a morire al Suo fianco(11,16) , a differenza di Pietro disposto a “dare la vita per “ Lui (13,37).
Ama Gesù e vuole seguirlo fino alla morte.
Ignora però che non la morte, ma la vita è la Parola definitiva.
Non sa che Gesù non muore: torna al Padre proprio mettendosi in comunione con i fratelli , obbediente alla loro condizione umana fino alla morte, e alla morte di croce (Fil2,8).
Ora, attraverso le Sue ferite, Lo conoscerà come la Via della Verità che porta alla Vita (14,5).
Mentre gli altri erano nel cenacolo, ammucchiati dalla comune paura, Tommaso, il gemello, ha osato uscire, sprezzante del pericolo. Con il suo agire contraddice il suo nome ;non è solidale con loro . Non condivide la loro fragilità e paura. Per questo si esclude dagli altri, tagliando la relazione con loro. E' gemello di quella parte più profonda di noi stessi che non accetta il limite, ma, con la forza della disperazione, reprime la paura stessa, chiudendosi in una solitudine tanto eroica quanto distruttiva.Non crede alla vita . Vive la morte come unico orizzonte possibile.
L'evangelista riserva l'espressione “aver visto il Signore” alla testimonianza diretta dei primi discepoli. Nel racconto preferisce mettere in risalto il fatto che Gesù viene in mezzo a loro, per farsi riconoscere attraverso la Parola e i segni della passione impressi nel Suo Corpo.
Evidenzia così quell'aspetto della fede che è comune a loro e a noi.