S. FAUSTI - “Signore, e di lui,cosa sarà'?” Pietro interroga Gesù sul futuro dell'altro discepolo,che nel Vangelo non dice parola alcuna. Solo si autopresenta alla fine come testimone oculare del Trafitto (19,35) e autore del Vangelo (20,31), come conferma anche il redattore (21,24). Pietro si preoccupa per lui. Certo gli fa problema la presenza di uno così “altro” da lui, che sempre lo anticipa. Pensa forse di seguire lui, perché lui segue davvero il Signore ? “Se voglio che lui dimori finché vengo, che importa a te?” Non è semplice allusione alla longevità dell'Evangelista del quarto Vangelo : Gesù vuole positivamente che questo discepolo “dimori” finché Lui viene. L'amore è infatti testimonianza duratura della venuta nel mondo di quel Dio che è Amore (1Gv 4,8). In lui si svela il mistero profondo della storia : la venuta del Signore consiste nell'accogliere il Suo amore per noi, da cui scaturisce la nostra risposta d'amore per Lui e i Suoi fratelli . “Dio è amore, chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui”. La venuta del Signore è l'amore stesso, che ci fa Sua dimora. “Tu segui me” Non dice a Pietro di seguire lui : gli ripete . “Tu segui me”. Appunto come l'altro discepolo che rappresenta, al di là di ogni funzione, l'essenza stessa del discepolo. Egli non è da seguire , ma da imitare. Segue infatti la via migliore, quella dell'amore, corona della fede e della speranza , che mai tramonterà. Sant'Agostino così spiega le due figure di Pietro e di Giovanni : la Chiesa conosce le due vite, che la predicazione divina le ha insegnato. Una di queste è nella fede, l'altra è nella chiara visione di Dio; una appartiene al tempo della peregrinazione in questo mondo, l'altra alla perpetua dimora nell'eternità, una si svolge nella fatica, l'altra nel riposo; una nelle opere di vita attiva, l'altra nel premio della contemplazione , una cerca di tenersi lontana dal male per compiere il bene, l'altra non deve più evitare il male perché non c'è più nessun male da evitare, ma soltanto un immenso bene di cui gioire , una combatte con il nemico, l'altra senza più nemici regna.... Di conseguenza una è buona, ma è ancora in mezzo alle miserie, mentre l'altra è migliore, perché è beata. Questa vita terrena è rappresentata dall'apostolo Pietro , quella eterna nell'Apostolo Giovanni” Sono le due dimensioni che troviamo in ciascuno di noi, pellegrini sulla terra e cittadini del cielo. Chi dimentica di essere pellegrino sulla terra, trascura il comando dell'amore fraterno, che ci fa cittadini del cielo.
Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia. Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e, quando giunsero, disse loro: «Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d'Israele che io sono legato da questa catena». Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 21,20-25
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
PAROLE DEL SANTO PADRE …il Vangelo di Giovanni, così spirituale, così alto, si chiude con una struggente richiesta e offerta d’amore tra Gesù e Pietro, che si intreccia, con tutta naturalezza, con una discussione tra di loro. L’Evangelista ci avverte: egli rende testimonianza alla verità dei fatti (cfr Gv 21,24). Ed è in essi che va cercata la verità. Possiamo chiederci: siamo capaci noi di custodire il tenore di questo rapporto di Gesù con i discepoli, secondo quel suo stile così aperto, così franco, così diretto, così umanamente reale? Com’è il nostro rapporto con Gesù? È così, come quello degli apostoli con Lui? Non siamo, invece, molto spesso tentati di chiudere la testimonianza del Vangelo nel bozzolo di una rivelazione “zuccherosa”, alla quale aggiungere la nostra venerazione di circostanza? Questo atteggiamento, che sembra rispetto, in realtà ci allontana dal vero Gesù, e diventa persino occasione per un cammino di fede molto astratto, molto autoreferenziale, molto mondano, che nonè la strada di Gesù. Gesù è il Verbo di Dio fatto uomo, e Lui si comporta come uomo, Lui ci parla come uomo, Dio-uomo. […] E quando noi vogliamo metterci nella vita degli altri, Gesù risponde: “A te che importa? Tu seguimi”. (Udienza generale, 22 giugno 2022)
R. Gli uomini retti, Signore, contempleranno il tuo volto. Oppure: R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Il Signore sta nel suo tempio santo, il Signore ha il trono nei cieli. I suoi occhi osservano attenti, le sue pupille scrutano l'uomo. R.
Il Signore scruta giusti e malvagi, egli odia chi ama la violenza. Giusto è il Signore, ama le cose giuste; gli uomini retti contempleranno il suo volto. R.
S. FAUSTI - “Signore, e di lui,cosa sarà'?” Pietro interroga Gesù sul futuro dell'altro discepolo,che nel Vangelo non dice parola alcuna. Solo si autopresenta alla fine come testimone oculare del Trafitto (19,35) e autore del Vangelo (20,31), come conferma anche il redattore (21,24).
RispondiEliminaPietro si preoccupa per lui. Certo gli fa problema la presenza di uno così “altro” da lui, che sempre lo anticipa. Pensa forse di seguire lui, perché lui segue davvero il Signore ?
“Se voglio che lui dimori finché vengo, che importa a te?” Non è semplice allusione alla longevità dell'Evangelista del quarto Vangelo : Gesù vuole positivamente che questo discepolo “dimori” finché Lui viene. L'amore è infatti testimonianza duratura della venuta nel mondo di quel Dio che è Amore (1Gv 4,8). In lui si svela il mistero profondo della storia : la venuta del Signore consiste nell'accogliere il Suo amore per noi, da cui scaturisce la nostra risposta d'amore per Lui e i Suoi fratelli . “Dio è amore, chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui”. La venuta del Signore è l'amore stesso, che ci fa Sua dimora.
“Tu segui me” Non dice a Pietro di seguire lui : gli ripete . “Tu segui me”. Appunto come l'altro discepolo che rappresenta, al di là di ogni funzione, l'essenza stessa del discepolo. Egli non è da seguire , ma da imitare. Segue infatti la via migliore, quella dell'amore, corona della fede e della speranza , che mai tramonterà.
Sant'Agostino così spiega le due figure di Pietro e di Giovanni : la Chiesa conosce le due vite, che la predicazione divina le ha insegnato. Una di queste è nella fede, l'altra è nella chiara visione di Dio; una appartiene al tempo della peregrinazione in questo mondo, l'altra alla perpetua dimora nell'eternità, una si svolge nella fatica, l'altra nel riposo; una nelle opere di vita attiva, l'altra nel premio della contemplazione , una cerca di tenersi lontana dal male per compiere il bene, l'altra non deve più evitare il male perché non c'è più nessun male da evitare, ma soltanto un immenso bene di cui gioire , una combatte con il nemico, l'altra senza più nemici regna.... Di conseguenza una è buona, ma è ancora in mezzo alle miserie, mentre l'altra è migliore, perché è beata. Questa vita terrena è rappresentata dall'apostolo Pietro , quella eterna nell'Apostolo Giovanni”
Sono le due dimensioni che troviamo in ciascuno di noi, pellegrini sulla terra e cittadini del cielo. Chi dimentica di essere pellegrino sulla terra, trascura il comando dell'amore fraterno, che ci fa cittadini del cielo.
Dagli Atti degli Apostoli
RispondiEliminaAt 28, 16-20.30-31
Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia.
Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e, quando giunsero, disse loro: «Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d'Israele che io sono legato da questa catena».
Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,20-25
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
PAROLE DEL SANTO PADRE
…il Vangelo di Giovanni, così spirituale, così alto, si chiude con una struggente richiesta e offerta d’amore tra Gesù e Pietro, che si intreccia, con tutta naturalezza, con una discussione tra di loro. L’Evangelista ci avverte: egli rende testimonianza alla verità dei fatti (cfr Gv 21,24). Ed è in essi che va cercata la verità. Possiamo chiederci: siamo capaci noi di custodire il tenore di questo rapporto di Gesù con i discepoli, secondo quel suo stile così aperto, così franco, così diretto, così umanamente reale? Com’è il nostro rapporto con Gesù? È così, come quello degli apostoli con Lui? Non siamo, invece, molto spesso tentati di chiudere la testimonianza del Vangelo nel bozzolo di una rivelazione “zuccherosa”, alla quale aggiungere la nostra venerazione di circostanza? Questo atteggiamento, che sembra rispetto, in realtà ci allontana dal vero Gesù, e diventa persino occasione per un cammino di fede molto astratto, molto autoreferenziale, molto mondano, che nonè la strada di Gesù. Gesù è il Verbo di Dio fatto uomo, e Lui si comporta come uomo, Lui ci parla come uomo, Dio-uomo. […] E quando noi vogliamo metterci nella vita degli altri, Gesù risponde: “A te che importa? Tu seguimi”. (Udienza generale, 22 giugno 2022)
Salmo Responsoriale
EliminaDal Sal 10 (11)
R. Gli uomini retti, Signore, contempleranno il tuo volto.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Il Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l'uomo. R.
Il Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza.
Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti contempleranno il suo volto. R.