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sabato 14 marzo 2015

EL HIJO DEL HOMBRE Ju 3,13-15


7 commenti:

  1. RAOUL FOLLEREAU - ...E non permettere più, o Signore, che viviamo felici da soli.
    Facci sentire l'angoscia della miseria universale, e liberaci da noi stessi.

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    1. Antifona
      Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo gloria al Signore:
      ha preso possesso del suo regno il nostro Dio,
      l’Onnipotente. Alleluia. (Ap 19,7.6)


      Dio onnipotente,
      donaci di proclamare la potenza del Signore risorto,
      per possedere in pienezza
      i doni che abbiamo ricevuto come pegno di vita nuova.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.

      Prima Lettura
      Un cuore solo e un'anima sola.
      Dagli Atti degli Apostoli
      At 4,32-37

      La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune.
      Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.
      Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa “figlio dell’esortazione”, un levìta originario di Cipro, padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale
      Dal Sal 92 (93)

      R. Il Signore regna, si riveste di maestà.

      Il Signore regna, si riveste di maestà:
      si riveste il Signore, si cinge di forza. R.

      È stabile il mondo, non potrà vacillare.
      Stabile è il tuo trono da sempre,
      dall'eternità tu sei. R.

      Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
      La santità si addice alla tua casa
      per la durata dei giorni, Signore. R.

      Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      Bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo,
      perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. (Cf. Gv 3,15)

      Alleluia.


      Vangelo
      Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo.
      Dal Vangelo secondo Giovanni
      Gv 3,7-15

      In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
      Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

      Parola del Signore.

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    2. PAROLE DEL SANTO PADRE
      «Nascere dall’alto» (Gv 3,7) è nascere con la forza dello Spirito Santo. Noi non possiamo prendere lo Spirito Santo per noi; soltanto, possiamo lasciare che Lui ci trasformi. E la nostra docilità apre la porta allo Spirito Santo: è Lui che fa il cambiamento, la trasformazione, questa rinascita dall’alto. È la promessa di Gesù di inviare lo Spirito Santo (cfr At 1,8). Lo Spirito Santo è capace di fare delle meraviglie, cose che noi neppure possiamo pensare. Un esempio è questa prima comunità cristiana, che non è una fantasia, questo che ci dicono qui: è un modello, dove si può arrivare quando c’è la docilità e si lascia entrare lo Spirito Santo e ci trasforma. Una comunità – diciamo così – “ideale”. È vero che subito dopo di questo incominceranno dei problemi, ma il Signore ci fa vedere fino a dove potremmo arrivare se noi siamo aperti allo Spirito Santo, se siamo docili. In questa comunità c’è l’armonia (cfr At 4,32-37). Lo Spirito Santo è il maestro dell’armonia, è capace di farla e l’ha fatta qui. La deve fare nel nostro cuore, deve cambiare tante cose di noi, ma fare l’armonia: perché Lui stesso è l’armonia. Anche l’armonia fra il Padre e il Figlio: è l’amore di armonia, Lui. E Lui, con l’armonia, crea queste cose come questa comunità così armonica. Ma poi, la storia ci dice – lo stesso Libro degli Atti degli Apostoli – di tanti problemi nella comunità. Questo è un modello: il Signore ha permesso questo modello di una comunità quasi “celeste”, per farci vedere dove dovremmo arrivare. (Omelia Santa Marta, 21 aprile 2022)

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    3. CANTO DEL DIO NASCOSTO – Karol Wojtyla
      E' in me un paese trasparente, nel chiarore del Lago di Genezaret
      e la barca...e l'approdo dei pescatori appoggiato a onde silenziose...
      e la folla... la folla dei cuori abbracciati da un Unico Cuore,
      un Unico Cuore, il più semplice, il più mansueto -
      oppure quella sera con Nicodemo
      oppure sulla riva del mare,
      dove ogni giorno ritorno affascinato dalla Tua Beltà -
      E tutto questo : la sera con Nicodemo
      il paese e l'approdo dei pescatori
      il fondo trasparente e la Tua Persona così vicina -
      tutto questo è visto attraverso un Punto Candido
      del candore più puro,
      circondato, nel cuore dell'uomo
      da un vivo fiotto rosso

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  2. Non ci sia per noi altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo.
    Egli è nostra salvezza, vita e risurrezione;
    per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati. ( Gal 6,14)
    O Padre, che hai voluto salvare gli uomini
    con la croce del tuo Figlio unigenito,
    concedi a noi, che abbiamo conosciuto in terra il suo mistero,
    di ottenere in cielo i frutti della sua redenzione.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.


    Prima Lettura
    Chiunque sarà stato morso e guarderà il serpente, resterà in vita.
    Dal libro dei Numeri
    Nm 21,4b-9

    In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
    Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì.
    Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo.
    Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.

    Parola di Dio.



    Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
    Fil 2,6-11

    Cristo Gesù,
    pur essendo nella condizione di Dio,
    non ritenne un privilegio
    l’essere come Dio,
    ma svuotò se stesso
    assumendo una condizione di servo,
    diventando simile agli uomini.
    Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
    umiliò se stesso
    facendosi obbediente fino alla morte
    e a una morte di croce.
    Per questo Dio lo esaltò
    e gli donò il nome
    che è al di sopra di ogni nome,
    perché nel nome di Gesù
    ogni ginocchio si pieghi
    nei cieli, sulla terra e sotto terra,
    e ogni lingua proclami:
    «Gesù Cristo è Signore!»,
    a gloria di Dio Padre.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 77 (78)
    R. Non dimenticate le opere del Signore!
    Ascolta, popolo mio, la mia legge,
    porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
    Aprirò la mia bocca con una parabola,
    rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. R.

    Quando li uccideva, lo cercavano
    e tornavano a rivolgersi a lui,
    ricordavano che Dio è la loro roccia
    e Dio, l’Altissimo, il loro redentore. R.

    Lo lusingavano con la loro bocca,
    ma gli mentivano con la lingua:
    il loro cuore non era costante verso di lui
    e non erano fedeli alla sua alleanza. R.

    Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
    invece di distruggere.
    Molte volte trattenne la sua ira
    e non scatenò il suo furore. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo,
    perché con la tua croce hai redento il mondo.

    Alleluia.

    Vangelo
    Bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo.
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 3,13-17

    In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
    «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
    Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
    Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

    Parola del Signore.

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  3. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Gesù innalzato: sulla croce. Mosè fa un serpente e lo innalza. Gesù sarà innalzato, come il serpente, per dare la salvezza. Ma il nocciolo della profezia è proprio che Gesù si è fatto peccato per noi. Non ha peccato: si è fatto peccato. Come dice San Pietro nella sua Lettera: “Portò i nostri peccati su di sé” (cf. 1Pt 2,24) E quando noi guardiamo il crocifisso, pensiamo al Signore che soffre: tutto quello è vero. Ma ci fermiamo prima di arrivare al centro di quella verità: in questo momento, Tu sembri il più grande peccatore, Ti sei fatto peccato. Ha preso su di sé tutti i nostri peccati, si è annientato fino ad adesso. La croce, è vero, è un supplizio, c’è la vendetta dei dottori della Legge, di quelli che non volevano Gesù: tutto questo è vero. Ma la verità che viene da Dio è che Lui è venuto al mondo per prendere i nostri peccati su di sé al punto di farsi peccato. Tutto peccato. I nostri peccati sono lì. Dobbiamo abituarci a guardare il crocifisso sotto questa luce, che è la più vera, è la luce della redenzione. (Omelia da Santa Marta, 31 marzo 2020)

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  4. S. FAUSTI - “Nessuno è salito al cielo” Nessuno può, come Adamo, i titani o Prometeo, dare la scalata al cielo per rapire le cose celesti o il fuoco. E' invece il cielo che scende sulla terra, per donarci se stesso. Dio è Amore che scende nel Figlio verso tutti i fratelli.
    Essere figlio non è oggetto di rapina, ma dono di amore.
    Il Figlio dell'uomo innalzato – su di Lui si è aperto il cielo, sia per scendere che per salire- è il solo che può manifestarci la gloria e raccontarci il Padre.
    In Lui c'è la discesa di Dio verso l'uomo e l'ascesa dell'uomo a Dio.
    “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto” Al popolo, morso dai serpenti, Mosè mostrò, elevato come stendardo, un serpente di bronzo (Num 21,8). Chi levava in alto lo sguardo, era guarito dal veleno mortale.
    Contemplando il Crocifisso, siamo “svelenati” dalla menzogna del serpente che ci ha tolto la conoscenza del Padre e ci ha fatto fuggire da Lui.
    In Lui conosciamo la verità di Dio e nostra . Egli ci ama e noi siamo l'amore che Lui ha per noi.
    Volgendo lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto, (19,37) ai piedi della croce scopriamo questa verità che ci fa liberi (8,32) e nasciamo dall'alto.
    La salvezza di Dio non ignora il male. Sarebbe falsa. Lo assume invece , in modo divino, per amore.
    E lo vince nel perdono, dove tutti, dal più piccolo al più grande, conosciamo chi è il Signore .

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