S. KAROL WOJTYLA - PENSANDO PATRIA - E a te noi scendiamo, terra, per accrescerti in ogni uomo - terra delle nostre sconfitte e vittorie, che in ogni cuore ti innalzi per il mistero di Pasqua - o terra che non cessi di essere un atomo del nostro tempo.
S . FAUSTI – Il dialogo tra i due è semplice, di poche parole, e sublime. Gesù la chiama “donna” come Maria, la Samaritana e la Maddalena. E' il suo vero nome, quello della sposa, che ora incontra il suo Sposo. E' stata, come tutti noi, adultera . Non aveva conosciuto né amato lo Sposo,colui che ha comandato, anzi supplicato, di amarlo con tutto il cuore.( Dt 6,4). Le chiede, senza neppur nominarli, “dove sono” quanti la accusano. Le chiede se sia rimasto un giusto che possa condannarla. Nessuno è rimasto che la possa condannare. Uno però è rimasto : l'unico giusto, che la giustifica! Scomparsi i nemici, è rimasto colui che la ama di amore eterno (Ger 31,3), nel quale riconosce il suo Signore, perchè la perdona e la fa uscire dalla morte .Si stabilisce tra i due una nuova alleanza, scritta ormai non più sulla pietra, ma nel cuore. Gli altri non ti possono condannare , anche se lo vogliono, perchè ingiusti. Ma neppure io, che sono giusto, ti condanno, perchè non posso condannare nessuno : sono venuto infatti per salvare , non per condannare il mondo, quel mondo che il Padre ha tanto amato da dare il Figlio (3,16). Il giudizio di Dio non è mai condanna per il peccatore, ma salvezza dal peccato... Il perdono, che precede ogni pentimento, è un atto creatore . Schiude un nuovo futuro, nella libertà di non peccare più e di amare di più. L'amore, che la peccatrice riceve nel perdono, la “giustifica” , la rende giusta. Uno infatti diviene giusto nella misura in cui sperimenta l'amore di un giusto che non lo condanna. Allora può amare come è amato. E l'amore è pieno compimento della legge (Rom 13,10).
LETTURA DEL GIORNO Dal libro del profeta Daniele Dn 13,41c–62
In quei giorni, la moltitudine condannò Susanna a morte. Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». E il Signore ascoltò la sua voce. Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, il quale si mise a gridare: «Io sono innocente del sangue di lei!». Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che cosa vuoi dire con queste tue parole?». Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così stolti, o figli d'Israele? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare né appurare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei». Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: «Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha concesso le prerogative dell'anzianità». Daniele esclamò: «Separàteli bene l'uno dall'altro e io li giudicherò». Separàti che furono, Daniele disse al primo: «O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l'innocente. Ora, dunque, se tu hai visto costei, di': sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentìsco». Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Già l'angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti squarcerà in due». Allontanato questi, fece venire l'altro e gli disse: «Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d'Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. Dimmi dunque, sotto quale albero li hai sorpresi insieme?». Rispose: «Sotto un léccio». Disse Daniele: «In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco, l'angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano, per tagliarti in due e così farti morire». Allora tutta l'assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che sperano in lui. Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di avere deposto il falso, fece loro subire la medesima pena che avevano tramato contro il prossimo e, applicando la legge di Mosè, li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una a sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
PAROLE DEL SANTO PADRE Alla fine rimangono solo Gesù e la donna, là in mezzo: «la misera e la misericordia», dice Sant’Agostino (In Joh 33,5). Gesù è l’unico senza colpa, l’unico che potrebbe scagliare la pietra contro di lei, ma non lo fa, perché Dio “non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (cfr Ez 33,11). E Gesù congeda la donna con queste parole stupende: «Va’ e d’ora in poi non peccare più» (v. 11). E così Gesù apre davanti a lei una strada nuova, creata dalla misericordia, una strada che richiede il suo impegno di non peccare più. […] Non abbiamo paura a chiedere perdono a Gesù perché Lui ci apre la porta a questa vita nuova. (Angelus, 7 aprile 2019)
S. KAROL WOJTYLA - PENSANDO PATRIA - E a te noi scendiamo, terra,
RispondiEliminaper accrescerti in ogni uomo - terra delle nostre sconfitte e vittorie, che in ogni cuore ti innalzi per il mistero di Pasqua -
o terra che non cessi di essere un atomo del nostro tempo.
S . FAUSTI – Il dialogo tra i due è semplice, di poche parole, e sublime. Gesù la chiama “donna”
RispondiEliminacome Maria, la Samaritana e la Maddalena. E' il suo vero nome, quello della sposa, che ora incontra il suo Sposo. E' stata, come tutti noi, adultera . Non aveva conosciuto né amato lo Sposo,colui che ha comandato, anzi supplicato, di amarlo con tutto il cuore.( Dt 6,4).
Le chiede, senza neppur nominarli, “dove sono” quanti la accusano.
Le chiede se sia rimasto un giusto che possa condannarla.
Nessuno è rimasto che la possa condannare.
Uno però è rimasto : l'unico giusto, che la giustifica! Scomparsi i nemici, è rimasto colui che la ama di amore eterno (Ger 31,3), nel quale riconosce il suo Signore, perchè la perdona e la fa uscire dalla morte .Si stabilisce tra i due una nuova alleanza, scritta ormai non più sulla pietra, ma nel cuore.
Gli altri non ti possono condannare , anche se lo vogliono, perchè ingiusti.
Ma neppure io, che sono giusto, ti condanno, perchè non posso condannare nessuno : sono venuto infatti per salvare , non per condannare il mondo, quel mondo che il Padre ha tanto amato da dare il Figlio (3,16). Il giudizio di Dio non è mai condanna per il peccatore, ma salvezza dal peccato...
Il perdono, che precede ogni pentimento, è un atto creatore . Schiude un nuovo futuro, nella libertà di non peccare più e di amare di più.
L'amore, che la peccatrice riceve nel perdono, la “giustifica” , la rende giusta.
Uno infatti diviene giusto nella misura in cui sperimenta l'amore di un giusto che non lo condanna.
Allora può amare come è amato. E l'amore è pieno compimento della legge (Rom 13,10).
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaDal libro del profeta Daniele
Dn 13,41c–62
In quei giorni, la moltitudine condannò Susanna a morte.
Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». E il Signore ascoltò la sua voce.
Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, il quale si mise a gridare: «Io sono innocente del sangue di lei!». Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che cosa vuoi dire con queste tue parole?». Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così stolti, o figli d'Israele? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare né appurare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei».
Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: «Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha concesso le prerogative dell'anzianità». Daniele esclamò: «Separàteli bene l'uno dall'altro e io li giudicherò».
Separàti che furono, Daniele disse al primo: «O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l'innocente. Ora, dunque, se tu hai visto costei, di': sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentìsco». Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Già l'angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti squarcerà in due».
Allontanato questi, fece venire l'altro e gli disse: «Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d'Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. Dimmi dunque, sotto quale albero li hai sorpresi insieme?». Rispose: «Sotto un léccio». Disse Daniele: «In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco, l'angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano, per tagliarti in due e così farti morire».
Allora tutta l'assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che sperano in lui. Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di avere deposto il falso, fece loro subire la medesima pena che avevano tramato contro il prossimo e, applicando la legge di Mosè, li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una a sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
PAROLE DEL SANTO PADRE
RispondiEliminaAlla fine rimangono solo Gesù e la donna, là in mezzo: «la misera e la misericordia», dice Sant’Agostino (In Joh 33,5). Gesù è l’unico senza colpa, l’unico che potrebbe scagliare la pietra contro di lei, ma non lo fa, perché Dio “non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (cfr Ez 33,11). E Gesù congeda la donna con queste parole stupende: «Va’ e d’ora in poi non peccare più» (v. 11). E così Gesù apre davanti a lei una strada nuova, creata dalla misericordia, una strada che richiede il suo impegno di non peccare più. […] Non abbiamo paura a chiedere perdono a Gesù perché Lui ci apre la porta a questa vita nuova. (Angelus, 7 aprile 2019)