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martedì 3 maggio 2016

"LE PREPARARON UN CENA" JU 12,1-2


2 commenti:

  1. S. FAUSTI - Siamo all'inizio dell'ultima settimana, in cui Gesù compie la Sua opera.
    Richiama il primo giorno delle origini, quando Dio fece la luce. La luce fa esistere e vedere il creato. L'inizio del versetto richiama 1,28, dove si parla di Giovanni, che in un'altra Betania , riconobbe Gesù come Figlio di Dio. Betania significa “casa del povero”.
    Il Signore viene nella nostra casa , riempiendola della Sua ricchezza.
    Qui si festeggia la vittoria sulla morte. Lazzaro, il morto, vive oltre la stessa morte.
    Il suo ritorno in vita è segno della condizione di chi vive e crede in Gesù : anche se muore, vive(11,25). Sciolto dai lacci della morte, può andare verso il suo destino, che è quello di essere presso il Padre, insieme al Figlio.
    Si fa un banchetto. Non si dice chi fa il banchetto. Si accenna a Marta che serve, e a Lazzaro ,che giace con Gesù a mensa, mettendo in risalto Maria e il suo amore, principio di tutto,sia per Dio che per l'uomo.La parola “banchetto” esce qui e nell'ultima cena . Qui domina il gesto d'amore di Maria, là il Signore ci amerà fino al compimento e darà il comando dell'amore : il Maestro lava i nostri piedi, la donna profuma i Suoi piedi. Questo banchetto è un'azione di grazie per il dono della vita, anticipo della festa che la comunità festeggerà dopo la Pasqua.Sono i vivi che “mangiano” e fanno festa. Il servizio di Marta, appena nominato, e l'amore di Maria, ampiamente descritto, costituiscono la vita nuova dei credenti, coloro che sono passati dalla morte alla vita.
    Servire è la manifestazione concreta dell'amore, in cui si celebra Colui che si è fatto Servo (13,12...).

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  2. Signore, accusa chi mi accusa, combatti chi mi combatte.
    Afferra scudo e corazza e sorgi in mio aiuto,
    Signore mio Dio, forza che mi salva. (Sal 34,1-2; Sal 139,8)

    Colletta
    Guarda, Dio onnipotente,
    l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale,
    e fa’ che riprenda vita per la passione del tuo unigenito Figlio.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.



    Prima Lettura
    Non griderà, non farà udire in piazza la sua voce. (Primo canto del Servo del Signore)
    Dal libro del profeta Isaìa
    Is 42,1-7

    «Ecco il mio servo che io sostengo,
    il mio eletto di cui mi compiaccio.
    Ho posto il mio spirito su di lui;
    egli porterà il diritto alle nazioni.
    Non griderà né alzerà il tono,
    non farà udire in piazza la sua voce,
    non spezzerà una canna incrinata,
    non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;
    proclamerà il diritto con verità.
    Non verrà meno e non si abbatterà,
    finché non avrà stabilito il diritto sulla terra,
    e le isole attendono il suo insegnamento».
    Così dice il Signore Dio,
    che crea i cieli e li dispiega,
    distende la terra con ciò che vi nasce,
    dà il respiro alla gente che la abita
    e l'alito a quanti camminano su di essa:
    «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
    e ti ho preso per mano;
    ti ho formato e ti ho stabilito
    come alleanza del popolo
    e luce delle nazioni,
    perché tu apra gli occhi ai ciechi
    e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
    dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 26 (27)
    R. Il Signore è mia luce e mia salvezza.
    Il Signore è mia luce e mia salvezza:
    di chi avrò timore?
    Il Signore è difesa della mia vita:
    di chi avrò paura? R.

    Quando mi assalgono i malvagi
    per divorarmi la carne,
    sono essi, avversari e nemici,
    a inciampare e cadere. R.

    Se contro di me si accampa un esercito,
    il mio cuore non teme;
    se contro di me si scatena una guerra,
    anche allora ho fiducia. R.

    Sono certo di contemplare la bontà del Signore
    nella terra dei viventi.
    Spera nel Signore, sii forte,
    si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Lode e onore a te, Signore Gesù!

    Salve, nostro Re:
    tu solo hai compassione di noi peccatori.

    Lode e onore a te, Signore Gesù!


    Vangelo
    Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 12,1-11

    Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo.
    Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
    Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
    Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

    Parola del Signore.

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