S. FAUSTI – Il gesto di Maria è posto in particolare rilievo. Certamente esprime riconoscenza per la restituzione del fratello alla vita. Ma ciò non spiega perchè Maria abbia fatto “questo” gesto , il cui significato è tanto grande da essere dichiarato da Gesù come prefigurazione del suo mistero. Si tratta di un amore gratuito, esagerato fino allo spreco, che riconosce in Lui il Messia, il Figlio di Dio, che viene a dare la vita per i fratelli. Gesù connette direttamente questa unzione con la propria morte.Si tratta però di un preannuncio implicito della sua risurrezione . Maria infatti unge il Vivente, non un corpo morto, come Nicodemo. Il vero protagonista del racconto è il profumo, che di sua natura si dona, diffonde piacere e gioia. E' simbolo del Dio Amore, che non può non amare e non comunicarsi a tutti. Ma di amore dato non si vive, si può solo morire. Chi ama dà la vita e vive solo se è corrisposto. Dio è Amore, pienamente amante e amato nella Trinità : sulla terra effonde il suo profumo e vive ovunque è amato. Dove c'è amore, lì c'è Dio.
LETTURA DEL GIORNO Dal libro del profeta Isaìa Is 42,1-7
«Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento». Così dice il Signore Dio, che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l'alito a quanti camminano su di essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12,1-11
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
PAROLE DEL SANTO PADRE Questa è la vita cristiana, una storia d’amore con Dio, dove il Signore prende gratuitamente l’iniziativa e dove nessuno di noi può vantare l’esclusiva dell’invito. Da questo amore gratuito, tenero e privilegiato nasce e rinasce sempre la vita cristiana. Possiamo chiederci se, almeno una volta al giorno, confessiamo al Signore il nostro amore per Lui; se ci ricordiamo, fra tante parole, di dirgli ogni giorno: “Ti amo Signore. Tu sei la mia vita”. Perché, se si smarrisce l’amore, la vita cristiana diventa sterile, diventa un corpo senz’anima, una morale impossibile, un insieme di princìpi e leggi da far quadrare senza un perché. Invece il Dio della vita attende una risposta di vita, il Signore dell’amore aspetta una risposta d’amore. Ecco il pericolo: una vita cristiana di routine, dove ci si accontenta della “normalità”, senza slancio, senza entusiasmo, e con la memoria corta. Ravviviamo invece la memoria del primo amore: siamo gli amati, gli invitati a nozze, e la nostra vita è un dono, perché ogni giorno è la magnifica opportunità di rispondere all’invito. (Omelia, Santa Messa con il Rito della Canonizzazione, 15 ottobre 2017)
IL COMMENTO A QUESTO BRANO DI VANGELO COMPRENDE ANCHE LA PAGINA PRECEDENTE Ju 12,1-2 E LE DUE SEGUENTI Ju 12, 4-8 e Ju 12, 9-11
S. FAUSTI – Il gesto di Maria è posto in particolare rilievo. Certamente esprime riconoscenza per la restituzione del fratello alla vita. Ma ciò non spiega perchè Maria abbia fatto “questo” gesto , il cui significato è tanto grande da essere dichiarato da Gesù come prefigurazione del suo mistero.
RispondiEliminaSi tratta di un amore gratuito, esagerato fino allo spreco, che riconosce in Lui il Messia, il Figlio di Dio, che viene a dare la vita per i fratelli.
Gesù connette direttamente questa unzione con la propria morte.Si tratta però di un preannuncio implicito della sua risurrezione . Maria infatti unge il Vivente, non un corpo morto, come Nicodemo.
Il vero protagonista del racconto è il profumo, che di sua natura si dona, diffonde piacere e gioia. E' simbolo del Dio Amore, che non può non amare e non comunicarsi a tutti.
Ma di amore dato non si vive, si può solo morire. Chi ama dà la vita e vive solo se è corrisposto.
Dio è Amore, pienamente amante e amato nella Trinità : sulla terra effonde il suo profumo e vive ovunque è amato.
Dove c'è amore, lì c'è Dio.
LETTURA DEL GIORNO
RispondiEliminaDal libro del profeta Isaìa
Is 42,1-7
«Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento». Così dice il Signore Dio, che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l'alito a quanti camminano su di essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,1-11
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Questa è la vita cristiana, una storia d’amore con Dio, dove il Signore prende gratuitamente l’iniziativa e dove nessuno di noi può vantare l’esclusiva dell’invito. Da questo amore gratuito, tenero e privilegiato nasce e rinasce sempre la vita cristiana. Possiamo chiederci se, almeno una volta al giorno, confessiamo al Signore il nostro amore per Lui; se ci ricordiamo, fra tante parole, di dirgli ogni giorno: “Ti amo Signore. Tu sei la mia vita”. Perché, se si smarrisce l’amore, la vita cristiana diventa sterile, diventa un corpo senz’anima, una morale impossibile, un insieme di princìpi e leggi da far quadrare senza un perché. Invece il Dio della vita attende una risposta di vita, il Signore dell’amore aspetta una risposta d’amore. Ecco il pericolo: una vita cristiana di routine, dove ci si accontenta della “normalità”, senza slancio, senza entusiasmo, e con la memoria corta. Ravviviamo invece la memoria del primo amore: siamo gli amati, gli invitati a nozze, e la nostra vita è un dono, perché ogni giorno è la magnifica opportunità di rispondere all’invito. (Omelia, Santa Messa con il Rito della Canonizzazione, 15 ottobre 2017)
IL COMMENTO A QUESTO BRANO DI VANGELO COMPRENDE ANCHE LA PAGINA PRECEDENTE Ju 12,1-2 E LE DUE SEGUENTI Ju 12, 4-8 e Ju 12, 9-11