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mercoledì 24 agosto 2016

"MI PAZ OS DOY " Ju 14, 27


5 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 14,19-28

    In quei giorni, giunsero [a Listra] da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
    Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché - dicevano - dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.
    Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l'opera che avevano compiuto.
    Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.
    E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 14,27-31a

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
    «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
    Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
    Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il mondo ci insegna la strada della pace con l’anestesia, ci anestetizza per non vedere un’altra realtà della vita: la croce. Per questo Paolo dice che si deve entrare nel regno del cielo nel cammino, con tante tribolazioni. Ma si può avere pace nella tribolazione? Da parte nostra, no; noi non siamo capaci di fare una pace che sia tranquillità, una pace psicologica, una pace fatta da noi, perché le tribolazioni ci sono: chi un dolore, chi una malattia, chi una morte: ci sono. La pace che dà Gesù è un regalo: è un dono dello Spirito Santo. E questa pace va in mezzo alle tribolazioni e va avanti: non è una sorta di stoicismo, quello che fa il fachiro. No, è un’altra cosa. (Santa Marta, 16 maggio 2017)

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  2. FAUSTI - La pace è il dono che contiene ogni altro dono.
    La pace è solo di chi ha trovato ciò che cerca e ottenuto ciò che desidera.
    Gesù, andandosene, ci lascia la pace, ci dà la Sua pace, è la pace messianica, pienezza di ogni benedizione.
    La pace per il mondo è l'intervallo tra due guerre. Dura fino a quando il vincitore può imporsi e il vinto non può ribellarsi.
    E' la pax romana, frutto delle armi, che il mondo conosce da sempre , e pare che ancora non ne conosca una diversa.
    Non è questa la pace che Gesù ci lascia. Ma non è neppure la pace dello stoico, che resta impavido anche se il mondo gli crolla addosso.
    Non è neppure quella pax perniciosa di chi vive tranquillamente da schiavo dell'egoismo, proprio o altrui.
    La pace di Gesù nasce da un amore più forte della morte ; è la pace del Crocifisso Risorto, che ci rende concittadini dei Santi e familiari di Dio.
    L'andarsene di Gesù non lascia un vuoto pieno di paura e di scoraggiamento ; è infatti il Suo essere per sempre in noi con il Suo Amore.

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  3. La pace come perdono
    Tonino Bello
    Solo chi perdona
    può parlare di pace
    e teorizzare sulla non violenza.
    Non vorrei essere frainteso.
    E' vero: la pace è conquista, cammino, impegno. Ma sarebbe un brutto guaio se qualcuno pensasse che essa sia semplicemente il frutto dei nostri sforzi umani o il risultato del nostro volontarismo titanico o una merce elaborata nelle nostre cancellerie diplomatiche o un prodotto costruito nei nostri cantieri popolari.
    La pace è soprattutto dono che viene dall'alto.
    E' la strenna pasquale che Gesù ha fatto alla terra.
    È il regalo di nozze che ha preparato per la sua sposa.
    Con tanto di marchio di fabbrica: "Made in Cielo".
    Qual è allora il ruolo degli operatori di pace? Quello di non respingere il dono al mittente. E' in particolare, quello di rendere attuale e fruibile per tutti questo regalo di Dio. Mi spiego con immagini. Gesù è sceso sulla terra tormentata dalla sete. Con la sua croce, piantata sul Calvario come una trivella, ha scavato un pozzo d'acqua freschissima. Una volta risorto, ha consegnato questo pozzo agli uomini dicendo: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace".
    Ora tocca a noi
    attingere l'acqua della pace per dissetare la terra. A noi, il compito di farla venire in superficie, di canalizzarla, di proteggerla dagli inquinamenti, di farla giungere a tutti.
    La pace, dunque, è dono.
    Anzi, è " per-dono". Un dono "per".
    Un dono moltiplicato. Un dono di Dio che, quando giunge al destinatario, deve portare anche il "con-dono" del fratello.
    E qui il discorso si fa concreto. Come possiamo dire parole di pace, se non sappiamo perdonare? Con quale coraggio pretendiamo che siano credibili le nostre scelte di pace a livello di massimi sistemi, quando nel nostro entroterra personale prevale la legge del taglione? Come possiamo rifiutare la "deterrenza" e respingere la logica del missile per missile, se nella nostra vita pratichiamo gli schemi dell'"occhio per occhio e dente per dente"? Quali liberazioni pasquali vogliamo annunciare, se siamo protagonisti di stupide smanie di rivincita, di deprimenti vendette familiari, di squallide faide di Comune? Chi volete che ci ascolti quando facciamo comizi sulla pace, se nel nostro piccolo guscio domestico siamo schiavi dell'ideologia del nemico?
    Solo chi perdona può parlare di pace. E a nessuno è lecito teorizzare sulla non violenza o ragionare di dialogo tra popoli o maledire sinceramente la guerra, se non è disposto a quel disarmo unilaterale e incondizionato che si chiama "perdono".

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  4. CONTINUA con :
    "ME VOY" Ju 14,28-29

    "EL MUNDO SEPA QUE YO AMO " Ju 14,30-31

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  5. Dalla pace , frutto dello Spirito , alla Pace che è Gesù Stesso, come Dono. Già nei cieli di Betlemme gli Angeli cantavano la Gloria di Dio scesa in terra come Pace degli uomini, Gesù Bambino.
    Colui che il Profeta Isaia aveva preannunciato come : “Consigliere Ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della Pace. Grande sarà il Suo Dominio e la Pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che Egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la Giustizia, ora e sempre..” (Is 9,6) è venuto per essere Pace . ”Egli infatti è la nostra Pace, Colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando , per mezzzo della Sua Carne la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in Se Stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la Pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo Corpo,per mezzo della Croce, distruggendo in Se Stesso l'inimicizia.Egli è venuto perciò ad annunciare la pace,a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini.” dice Paolo :”per mezzo di Lui possiamo presentarci gli uni e gli altri al Padre in un Solo Spirito” (Ef 2,14-18).
    Ed egli nella 1° lettura dagli Atti, subisce una lapidazione, di cui non parla nelle lettere, non reagisce, li accetta (ricordando la lapidazione di Stefano, a cui era presente )e nella pace si rialza,e riparte il giorno dopo. Dirà poi “ Tutto posso in Colui che mi dà forza”, e la sua predicazione ne fa l'apostolo per i pagani , il più grande annunciatore del Signore Risorto che lo aveva raggiunto sulla via di Damasco.
    Gesù lascia ai Suoi la Sua Pace, la Sua presenza, la certezza che , nonostante prove e tribolazioni, essi continuano a stare con Lui, Presenza sicura tra loro, Amore donato “fino alla fine” (Gv 13,1),Vita offerta nell'Obbedienza più totale, anzi, come manifestazione al mondo dell'Amore verso il Padre , che è sempre con Lui. E gli Apostoli ricevono da Lui e in Lui la Pace!

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