S. FAUSTI - “IO-SONO” è una forma di rivelazione , che richiama il nome del Dio Salvatore, dato a Mosè (Es.3.14). Gesù la applica a sé. Qui è seguita da un predicato , che specifica il Suo rapporto con noi. Ha già detto : IO SONO il pane, (6,35) , la luce (8,12) , la porta (10,7), il pastore (10,11), la risurrezione e la vita (11,25), la via ,la verità e la vita (14,6). Ora dice IO SONO la vite, quella vera, come aveva detto di essere il pane, quello vero. Lui è la vera vite, a differenza di altre che non danno frutto, come è il vero pane, diverso da altri cibi che non saziano, la vera luce, diversa da altri bagliori che non illuminano. La vigna è simbolo del popolo dell'Alleanza. Qui si sostituisce alla vigna la vite, si passa dal collettivo al singolo che rappresenta tutti. Questo passaggio dal molteplice all'Uno è fondamentale : in Lui, il Figlio, tutti diventiamo figli , vero popolo di Dio , che porta il frutto dell 'Alleanza. L'Alleanza vera è quella tra il Padre e il Figlio, che abbraccia la creazione intera. Nella carne del Figlio di Dio si compie la comunione tra Creatore e creatura. Finisce la storia di infedeltà dell'uomo ,che rende infruttuosa la sua esistenza : in lui finalmente la terra dà il suo frutto . Israele fiorisce e germoglia, riempiendo il mondo di frutti. Colui che ha cura della vite è il Padre stesso, nel Suo amore per il Figlio.
E' quell'amore che Dio ha manifestato per Israele , sua vigna : “Hai divelto una vite dall'Egitto, per trapiantarla hai espulso i popoli.le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici e ha riempito la terra. La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i più alti cedri. Ha esteso i suoi tralci fino al mare e arrivavano al fiume i suoi germogli” (Salmo 80, 9-12). Ma questa prosperità è cessata per l'infedeltà del popolo. Nel canto della vigna si dice che Dio “possedeva una vigna sopra un fertile colle.Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti, vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino (Is. 5, 1-2). Ma essa non ha prodotto che uva selvatica. Grande è il disappunto di Dio : Questo è il lamento di Dio per il Suo popolo (Ez. 19, 10-14), che ha abbandonato Lui, sorgente di acqua viva per scavarsi ciaterne , cisterne screpolate che non tengono acqua (Ger.2,13). Dio, nel Suo amore, è addolorato per il Suo popolo, come per ogni uomo e per la creazione intera. E' inconcepibile per l'uomo la passione che Dio ha per lui e per l'universo : tutto è creato nel Figlio e in vista di Lui, perchè tutto, attraverso la nostra risposta d'amore, ritorna al suo principio. Se non rispondiamo all'amore di Dio , è un fallimento sia per noi che per Lui; noi falliamo come figli e Lui come Padre. In Gesù, Figlio dell'uomo e Figlio di Dio, finalmente l'Alleanza eterna di Dio trova risposta nell'uomo. Il Padre è paragonato all'agricoltore o, meglio, al viticoltore, laborioso ed esperto, amoroso e paziente, che coltiva la Sua vigna.
In quei giorni, alcuni, venuti [ad Antiòchia] dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l'usanza di Mosè, non potete essere salvati». Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, provveduti del necessario dalla Chiesa, attraversarono la Fenìcia e la Samarìa, raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani, e riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: «È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè». Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema.
Vangelo del Giorno Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 15, 1-8
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Le Parole dei Papi Desidero esortarvi ad avere sempre una totale fiducia nell’azione della grazia divina. […] Infatti Gesù insiste di rimanere in Lui, di restare nel suo amore, di essere tralci innestati nella Vite, per portare frutti abbondanti; Gesù avverte chiaramente: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5) ed invita a pregare sempre, senza mai stancarci (Lc 18,1). Nelle varie crisi odierne delle idee e dei costumi si può talvolta essere delusi e sconfitti; sentire come l’ora del Getsemani, l’ora della Croce. Ma deve anche essere l’ora della suprema fiducia nella “grazia”, che agisce in modo invisibile, imprevedibile, misterioso, proprio anche mediante il travaglio della nostra umana impotenza. Ricordiamo San Paolo: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?” (Rm 8,31-32). Siate perciò sempre e soprattutto anime che pregano, che adorano, che amano. Santa Caterina in una delle sue preghiere diceva: “Nella tua natura, Deità Eterna, conoscerò la natura mia”. E si domandava: “Qual è la natura mia? È fuoco!” (San Giovanni Paolo II - Discorso alle missionarie della scuola, Castelgandolfo 25 agosto 1980) - PAPA FRANCESCO Ciascuno di noi è un tralcio dell’unica vite; e tutti insieme siamo chiamati a portare i frutti di questa comune appartenenza a Cristo e alla Chiesa. Affidiamoci all’intercessione della Vergine Maria, affinché possiamo essere tralci vivi nella Chiesa e testimoniare in modo coerente la nostra fede - coerenza proprio di vita e di pensiero, di vita e di fede -, consapevoli che tutti, a seconda delle nostre vocazioni particolari, partecipiamo all’unica missione salvifica di Cristo. (Regina coeli, 3 maggio 2015)
BENEDETTO XVI – Gesù di Nazaret – La parabola della Vite nei discorsi di Addio di Gesù porta avanti l'intera storia del pensiero e del discorso biblico sulla vite e apre un'ultima profondità. ”Io Sono la Vera Vite” dice il Signore (Gv 15,1). E' importante innanzitutto l'aggettivo “ vera”. Ma l'elemento essenziale e di massimo rilievo in questa frase è l'”Io Sono” ; il Figlio stesso si identifica con la Vite, è diventato Egli Stesso Vite. Si è lasciato piantare nella terra. E' entrato nella vite : il mistero dell'Incarnazione, di cui Giovanni ha parlato nel prologo, viene ripreso in modo sorprendente. Ora la vite non è più una creatura che Dio guarda con amore, ma che può anche sradicare e rigettare. Nel Figlio è diventato Egli stesso Vite, si è identificato per sempre e ontologicamente con la vite. Questa Vite non può mai più essere sradicata, non può mai più essere abbandonata al saccheggio: è definitivamente di Dio, attraverso il Figlio Stesso che vive in essa. La promessa è irrevocabile, l'unità è divenuta indistruttibile. Questo è il nuovo grande passo storico di Dio che costituisce il significato più profondo della parabola : Incarnazione, Morte e Resurrezione si rivelano in tutta la loro portata. Il “Figlio di Dio” Gesù Cristo … non fu “si” e “no”, ma in Lui c'è stato il Sì. E in realtà tutte le promesse di Dio in Lui son divenute Sì (2Cor 1,19) è così che lo esprime S. Paolo. Di quali frutti parla il Signore? Di quelli che possiamo dare noi, innestati in Lui, alimentati dalla Vita Sua , che manifesta in noi i sentimenti di Gesù (“Il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua Uguaglianza con Dio... umiliò Se Stesso, facendosi obbediente fino alla morte “ Fil 2,5-11) e il Suo Spirito. .” Il frutto dello Spirito è : amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé ; contro queste cose non c'è legge. Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito” (Gal 5, 22- 25). Lo Spirito, la Linfa Vitale dell'Albero della Vite ,l 'amore è sempre la base, la fonte di ogni frutto e la gioia ne indica la presenza, ogni frutto è la coniugazione dell'amore in circostanze, tempi e modalità diverse. Gesù nell'Ultima Cena, dopo aver lavato i piedi ai Discepoli, dice : “Vi ho dato l'esempio, perchè come ho fatto Io, facciate anche Voi!.... In verità vi dico : Chi accoglie colui che Io manderò, accoglie Me, chi accoglie Me, accoglie Colui che mi ha mandato!” (Gv 13, 15-20). Egli stabilisce così una identità nella Missione, che rivela l'Unità dei tralci alla Vite, attraverso cui la Vite fruttifica, se rimangono in Essa. Anzi, (Gv 14,12-14) “In verità, in Verità, vi dico, anche chi crede in me, compirà le opere che Io compio e ne farà di più grandi, perché Io vado al Padre!” e “Qualunque cosa chiederete nel Nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio!” E questo “nel Mio Nome” è la rivelazione più bella del “Rimanete in Me!” nel Suo Amore, nella Sua Parola, nei Sui pensieri, nella Sua Vita!
S. FAUSTI - “IO-SONO” è una forma di rivelazione , che richiama il nome del Dio Salvatore, dato a Mosè (Es.3.14). Gesù la applica a sé.
RispondiEliminaQui è seguita da un predicato , che specifica il Suo rapporto con noi.
Ha già detto : IO SONO il pane, (6,35) , la luce (8,12) , la porta (10,7), il pastore (10,11), la risurrezione e la vita (11,25), la via ,la verità e la vita (14,6).
Ora dice IO SONO la vite, quella vera, come aveva detto di essere il pane, quello vero.
Lui è la vera vite, a differenza di altre che non danno frutto, come è il vero pane, diverso da altri cibi che non saziano, la vera luce, diversa da altri bagliori che non illuminano.
La vigna è simbolo del popolo dell'Alleanza.
Qui si sostituisce alla vigna la vite, si passa dal collettivo al singolo che rappresenta tutti.
Questo passaggio dal molteplice all'Uno è fondamentale : in Lui, il Figlio, tutti diventiamo figli , vero popolo di Dio , che porta il frutto dell 'Alleanza.
L'Alleanza vera è quella tra il Padre e il Figlio, che abbraccia la creazione intera.
Nella carne del Figlio di Dio si compie la comunione tra Creatore e creatura.
Finisce la storia di infedeltà dell'uomo ,che rende infruttuosa la sua esistenza : in lui finalmente la terra dà il suo frutto . Israele fiorisce e germoglia, riempiendo il mondo di frutti.
Colui che ha cura della vite è il Padre stesso, nel Suo amore per il Figlio.
E' quell'amore che Dio ha manifestato per Israele , sua vigna : “Hai divelto una vite dall'Egitto, per trapiantarla hai espulso i popoli.le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici e ha riempito la terra. La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i più alti cedri. Ha esteso i suoi tralci fino al mare e arrivavano al fiume i suoi germogli” (Salmo 80, 9-12).
Ma questa prosperità è cessata per l'infedeltà del popolo.
Nel canto della vigna si dice che Dio “possedeva una vigna sopra un fertile colle.Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti, vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino (Is. 5, 1-2). Ma essa non ha prodotto che uva selvatica. Grande è il disappunto di Dio :
Questo è il lamento di Dio per il Suo popolo (Ez. 19, 10-14), che ha abbandonato Lui, sorgente di acqua viva per scavarsi ciaterne , cisterne screpolate che non tengono acqua (Ger.2,13).
Dio, nel Suo amore, è addolorato per il Suo popolo, come per ogni uomo e per la creazione intera.
E' inconcepibile per l'uomo la passione che Dio ha per lui e per l'universo : tutto è creato nel Figlio e in vista di Lui, perchè tutto, attraverso la nostra risposta d'amore, ritorna al suo principio.
Se non rispondiamo all'amore di Dio , è un fallimento sia per noi che per Lui;
noi falliamo come figli e Lui come Padre.
In Gesù, Figlio dell'uomo e Figlio di Dio, finalmente l'Alleanza eterna di Dio trova risposta nell'uomo.
Il Padre è paragonato all'agricoltore o, meglio, al viticoltore, laborioso ed esperto, amoroso e paziente, che coltiva la Sua vigna.
Dagli Atti degli Apostoli
EliminaAt 15,1-6
In quei giorni, alcuni, venuti [ad Antiòchia] dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l'usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, provveduti del necessario dalla Chiesa, attraversarono la Fenìcia e la Samarìa, raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.
Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani, e riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: «È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè».
Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema.
Vangelo del Giorno
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15, 1-8
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Le Parole dei Papi
Desidero esortarvi ad avere sempre una totale fiducia nell’azione della grazia divina. […] Infatti Gesù insiste di rimanere in Lui, di restare nel suo amore, di essere tralci innestati nella Vite, per portare frutti abbondanti; Gesù avverte chiaramente: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5) ed invita a pregare sempre, senza mai stancarci (Lc 18,1). Nelle varie crisi odierne delle idee e dei costumi si può talvolta essere delusi e sconfitti; sentire come l’ora del Getsemani, l’ora della Croce. Ma deve anche essere l’ora della suprema fiducia nella “grazia”, che agisce in modo invisibile, imprevedibile, misterioso, proprio anche mediante il travaglio della nostra umana impotenza. Ricordiamo San Paolo: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?” (Rm 8,31-32). Siate perciò sempre e soprattutto anime che pregano, che adorano, che amano. Santa Caterina in una delle sue preghiere diceva: “Nella tua natura, Deità Eterna, conoscerò la natura mia”. E si domandava: “Qual è la natura mia? È fuoco!” (San Giovanni Paolo II - Discorso alle missionarie della scuola, Castelgandolfo 25 agosto 1980)
- PAPA FRANCESCO
Ciascuno di noi è un tralcio dell’unica vite; e tutti insieme siamo chiamati a portare i frutti di questa comune appartenenza a Cristo e alla Chiesa. Affidiamoci all’intercessione della Vergine Maria, affinché possiamo essere tralci vivi nella Chiesa e testimoniare in modo coerente la nostra fede - coerenza proprio di vita e di pensiero, di vita e di fede -, consapevoli che tutti, a seconda delle nostre vocazioni particolari, partecipiamo all’unica missione salvifica di Cristo. (Regina coeli, 3 maggio 2015)
BENEDETTO XVI – Gesù di Nazaret – La parabola della Vite nei discorsi di Addio di Gesù porta avanti l'intera storia del pensiero e del discorso biblico sulla vite e apre un'ultima profondità.
Elimina”Io Sono la Vera Vite” dice il Signore (Gv 15,1). E' importante innanzitutto l'aggettivo “ vera”.
Ma l'elemento essenziale e di massimo rilievo in questa frase è l'”Io Sono” ; il Figlio stesso si identifica con la Vite, è diventato Egli Stesso Vite.
Si è lasciato piantare nella terra. E' entrato nella vite : il mistero dell'Incarnazione, di cui Giovanni ha parlato nel prologo, viene ripreso in modo sorprendente. Ora la vite non è più una creatura che Dio guarda con amore, ma che può anche sradicare e rigettare.
Nel Figlio è diventato Egli stesso Vite, si è identificato per sempre e ontologicamente con la vite.
Questa Vite non può mai più essere sradicata, non può mai più essere abbandonata al saccheggio: è definitivamente di Dio, attraverso il Figlio Stesso che vive in essa.
La promessa è irrevocabile, l'unità è divenuta indistruttibile. Questo è il nuovo grande passo storico di Dio che costituisce il significato più profondo della parabola : Incarnazione, Morte e Resurrezione si rivelano in tutta la loro portata.
Il “Figlio di Dio” Gesù Cristo … non fu “si” e “no”, ma in Lui c'è stato il Sì.
E in realtà tutte le promesse di Dio in Lui son divenute Sì (2Cor 1,19) è così che lo esprime S. Paolo.
Di quali frutti parla il Signore?
Di quelli che possiamo dare noi, innestati in Lui, alimentati dalla Vita Sua , che manifesta in noi i sentimenti di Gesù (“Il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua Uguaglianza con Dio... umiliò Se Stesso, facendosi obbediente fino alla morte “ Fil 2,5-11) e il Suo Spirito. .” Il frutto dello Spirito è : amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé ; contro queste cose non c'è legge.
Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito” (Gal 5, 22- 25).
Lo Spirito, la Linfa Vitale dell'Albero della Vite ,l 'amore è sempre la base, la fonte di ogni frutto e la gioia ne indica la presenza, ogni frutto è la coniugazione dell'amore in circostanze, tempi e modalità diverse.
Gesù nell'Ultima Cena, dopo aver lavato i piedi ai Discepoli, dice : “Vi ho dato l'esempio, perchè come ho fatto Io, facciate anche Voi!.... In verità vi dico : Chi accoglie colui che Io manderò, accoglie Me, chi accoglie Me, accoglie Colui che mi ha mandato!” (Gv 13, 15-20).
Egli stabilisce così una identità nella Missione, che rivela l'Unità dei tralci alla Vite, attraverso cui la Vite fruttifica, se rimangono in Essa.
Anzi, (Gv 14,12-14) “In verità, in Verità, vi dico, anche chi crede in me, compirà le opere che Io compio e ne farà di più grandi, perché Io vado al Padre!” e “Qualunque cosa chiederete nel Nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio!” E questo “nel Mio Nome” è la rivelazione più bella del “Rimanete in Me!” nel Suo Amore, nella Sua Parola, nei Sui pensieri, nella Sua Vita!
Restare in Gesù, Nostra Salvezza, attraverso la Grazia donataci dai Sacramenti , è vivere nella Luce . E' vivere da figli di Dio!
RispondiEliminacontinua - settembre
"LA PALABRA" Ju 15,2-3
"EL QUE PERMANECE EN MÍ" Ju 15,4-5
"SI PERMANECÉIS EN MÍ" Ju 15, 6-7
"LA GLORIA DE MI PADRE" Ju 15,8-9