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lunedì 19 settembre 2016

"AMIGOS" Ju 15,14 - 15







3 commenti:

  1. S. FAUSTI – Gesù è sempre e comunque nostro amico. A nostra volta, anche noi siamo suoi amici , se rispondiamo al Suo amore, facendo come Lui ha fatto.
    “Non vi chiamo più servi” : “Servo” è un titolo onorifico.
    Servi del re sono i grandi di corte, servi di Dio i profeti e i giusti.
    Il servo esegue la volontà del suo Signore , ma con un rapporto di sudditanza, non di uguaglianza.
    Gesù non ci vuole servi, ma amici, uguali a Lui.
    Non siamo infatti sudditi della Legge, ma viviamo nella libertà di figli amati.
    Se Mosè ci ha dato la Legge, dalla pienezza della Parola diventata carne, riceviamo grazia su grazia;
    la grazia della verità del Figlio, che ci mette in comunione col Padre.

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  2. Prima Lettura
    È parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie.

    Dagli Atti degli Apostoli
    At 15,22-31

    In quei giorni, agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli.
    E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilicia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d'accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».
    Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiòchia; riunita l'assemblea, consegnarono la lettera. Quando l'ebbero letta, si rallegrarono per l'incoraggiamento che infondeva.

    Parola di Dio.
    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 56 (57)

    R. Ti loderò fra i popoli, Signore.
    Oppure:
    R. Alleluia, alleluia, alleluia.

    Saldo è il mio cuore, o Dio,
    saldo è il mio cuore.
    Voglio cantare, voglio inneggiare:
    svégliati, mio cuore,
    svegliatevi arpa e cetra,
    voglio svegliare l'aurora. R.

    Ti loderò fra i popoli, Signore,
    a te canterò inni fra le nazioni:
    grande fino ai cieli è il tuo amore
    e fino alle nubi la tua fedeltà.
    Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
    su tutta la terra la tua gloria. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Vi ho chiamato amici, dice il Signore,
    perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio
    l’ho fatto conoscere a voi. (Gv 15,15b)

    Alleluia.

    Vangelo
    Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 15,12-17

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
    «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
    Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
    Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

    Parola del Signore.


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    1. Le Parole dei Papi

      Gli uomini, eletti eternamente dal Padre nel Figlio diletto, trovano in Cristo la Via per raggiungere il loro fine di figli adottivi. A Lui si uniscono diventando suo Corpo. Per Lui risalgono al Padre come un solo «insieme» con le cose della terra e del cielo.

      Questo disegno divino trova la sua attuazione storica quando Gesù istituisce la Chiesa, che prima annunzia e poi fonda con il sacrificio del suo sangue e il mandato conferito agli Apostoli di pascere il suo gregge. […]

      Per la realizzazione di questa comunione degli uomini in Cristo eternamente voluta da Dio, ha un'importanza essenziale il comandamento che Gesù stesso definisce «il mio comandamento». Egli lo chiama «un comandamento nuovo»: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri». «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati».

      Il comandamento di amare Dio sopra ogni cosa, e il prossimo come se stessi, ha le sue radici nell'Antico Testamento. Ma Gesù lo sintetizza, lo formula in parole scultoree, vi dà un significato nuovo, come segno dell'appartenenza a Lui da parte dei suoi seguaci. «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri». Cristo stesso è il vivo modello e costituisce la misura di quell'amore di cui parla nel suo comandamento: «Come io vi ho amato». (San Giovanni Paolo II - Udienza generale, 15 gennaio 1992)
      - Queste parole, pronunciate durante l’Ultima Cena, riassumono tutto il messaggio di Gesù; anzi, riassumono tutto ciò che Lui ha fatto: Gesù ha dato la vita per i suoi amici. Amici che non lo avevano capito, che nel momento cruciale lo hanno abbandonato, tradito e rinnegato. Questo ci dice che Egli ci ama pur non essendo noi meritevoli del suo amore: così ci ama Gesù! ( P. Francesco Regina coeli, 10 maggio 2015)

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