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lunedì 6 febbraio 2017

"LA CRUZ" Ju 19, 17-18


1 commento:

  1. S. FAUSTI – Anche quanti non vogliono riceverlo e lo prendono per ucciderlo, a questo punto Lo ricevono, perchè Lui si è consegnato.Anche chi Lo rifiuta , si ritrova tra le mani il Messia . Lo riceve come il Pastore bello, che dispone e depone la Sua vita in favore di chi gliela toglie. Giovanni non racconta del Cireneo e delle donne che L'accompagnano (Lc 23,27): presenta invece Gesù che solleva e porta il peso della croce di Sua spontanea volontà.. E lo fa “per se stesso”, a Suo vantaggio.
    Infatti al Figlio interessa portare il legno che salva i fratelli.
    Non si parla del Cireneo, per sottolineare il Suo gesto d'amore, libero e sovrano.
    Gesù, portandosi la croce, compie il comando del Padre : ha il potere di dare la vita. Si realizza così pienamente come Suo Figlio, uguale a Lui : rivela la Sua Gloria.
    Come Isacco portò la legna dell'olocausto, così Gesù porta la croce (Origene).
    La porta “come un re il suo scettro, segno della sua gloria, della sua sovranità unibversale su tutti....come un guerriero vittorioso il trofeo della sua vittoria”(Tommaso D'Aquino).
    Gesù porta sulle spalle i segni del trionfo (Crisostomo):
    sulle Sue spalle riposa la sovranità . (Is 9,5).
    “Uscì” Gesù non è condotto via, né portato al Golgota. Esce per Sua libera decisione , come uscì dalla città per andare nel giardino (18,1) , come uscì per andare incontro alle tenebre (18,4) come uscì dal pretorio per mostrarsi con le insegne regali (19,5).
    Ora esce per entrare in un altro giardino , dove l'albero della vita darà il suo frutto e si celebrerà il trionfo dell'amore.
    Per questo è uscito da Dio, dal Padre (16,28- 17,8). La Sua vita di Figlio è da sempre necessariamente un “uscire”.
    Il re, il Messia/Sposo, giudice del mondo, nel luogo detto litostroto, in ebraico Gabbata, sedette sul seggio. Ora, nel luogo detto cranio,('Una tradizione antica pone ai piedi della croce il teschio di Adamo. Colui che dall'albero prese la morte, ora, ai piedi della croce, riceve la vita') in ebraico Golgota, sale sul Suo trono : la croce.
    I discepoli, all'inizio, gli hanno chiesto :”Dove dimori?” (1,38). Ora vedono dove dimora il re d'Israele, il Figlio di Dio : sulla croce.
    La croce è congiunzione di opposti : cielo e terra, oriente e occidente.
    Segno di ordine e comunione, unisce alto e basso, abbracciando ogni distanza.
    In essa si incrociano le quattro dimensioni del cosmo : è il centro di tutto.
    Il re intronizzato non è solo. Al Suo fianco ci sono altri due compagni , che sono come Lui.
    Sono la primizia di quelli per i quali Gesù ha detto . “Voglio che dove sono io, anch'essi siano accanto a me, affinchè contemplino la mia Gloria” (17,24).
    “Altri due” Non sono altri da Lui, ma “altri due”, oltre a Lui, che sono nella Sua stessa condizione : sono a fianco di Colui che sta sul Suo trono. Due è principio di molteplicità. Questi due rappresentano tutti i crocifissi della storia : i poveri e gli affamati, gli afflitti e i perseguitati, quanti sono come Cristo, anche senza saperlo, addirittura senza conoscere Lui.
    A costoro si aggiungono quanti, per Cristo, ne prenderanno le difese e subiranno la stessa sorte. Tutte le vittime del male, ognuno della moltitudine dei “servi sofferenti”, formano la corte del Signore e Dio nostro.
    Posti sul Suo medesimo trono, sono nostri giudici e salvatori (Mt 25,31).

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