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mercoledì 8 febbraio 2017

"MIS VESTIDURAS" JU 19, 21-24



2 commenti:

  1. S. FAUSTI – Così dice dei suoi nemici il Giusto, sofferente e trionfante (Sl 22,19). Così fanno i soldati con Gesù.
    Questa scena forma un dittico con la seguente : il Re della gloria, dal trono della croce, comincia il Suo giudizio su di tutti. Ciò che avviene qui con i lontani, anticipa ciò che avviene subito dopo con i vicini .
    Il Nazoreo regna, non impadronendosi dei beni altrui, ma donando i propri.
    Pure gli altri Vangeli raccontano la spartizione delle vesti (Mc 15,24). Ma in Giovanni la narrazione è più ampia, arricchita da dettagli, con una citazione biblica di compimento e relativa interpretazione.
    Gesù è Re universale, sia dei pagani che dei giudei. Il titolo sulla croce è scritto in ogni lingua.
    Egli è immagine di Dio perchè ama i fratelli .
    Per loro depone la vita come ha deposto le vesti per lavare i piedi dei discepoli.
    Il nuovo re, nudo e senza vergogna come Adamo prima del peccato, è icona perfetta del Padre : è il Figlio che compie il Suo comando , diventando come Lui, datore di vita (10,18).
    Dopo il peccato, in sostituzione delle foglie di fico, Dio aveva fatto per i suoi figli una tunica di pelle (Gen 3,7-21).
    Ora, dalla croce, dona loro la veste originaria, quella del Figlio.
    La veste è simbolo del corpo.
    Gesù aveva promesso di dare la sua Carne per la vita del mondo (6,5).
    Come ha dato il suo boccone a Giuda, ora dà se stesso a chi lo crocifigge e gli trafigge il fianco.
    I vari indumenti, tranne la tunica, sono distribuiti tra i suoi uccisori, in modo che ognuno abbia parte con Lui.
    Le parti sono quattro, come i punti cardinali, come le dimensioni della croce e del cosmo .
    Gesù il Nazoreo è re di tutta la terra. Infatti Egli dona a tutti la Sua Vita, e in abbondanza (10,10).
    La Sua tunica, però non può essere spartita come le altre vesti né può essere divisa : deve rimanere intera.
    Il Corpo del Figlio, donato a tutti, è tutto per ciascuno.
    Ogni fratello riceve l'eredità del Figlio : diventa come Lui, Figlio capace di amare i fratelli.
    Se le vesti distribuite in quattro parti indicano l'universalità, la tunica indivisa, indica la totalità del dono e l'unità che ne consegue.
    Per avere parte all'eredità del Figlio, bisogna non dividere la tunica .
    Per essere figli è necessario amare i fratelli, come per amare i fratelli è necessario essere figli.
    La tunica intatta rappresenta il dono di essere figli e fratelli . è segno della nostra comunione con Dio e tra di noi. Gesù è il chicco di grano che muore e porta molto frutto .
    Il re, ucciso, costituisce re quelli che lo uccidono.
    La Chiesa regna con Lui, riceve la Sua eredità di Figlio, il Corpo dato per noi.
    In Esso ognuno è unito al Padre come Figlio e a tutti gli uomini come fratello.

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  2. PRIMA LETTURA (Gen 2,4b-9.15-17)
    Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden.
    Dal libro della Genesi
    Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo, ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo.
    Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
    Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.
    Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
    Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
    Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire».
    Parola di Dio.

    SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 103)
    Benedici il Signore, anima mia!
    Benedici il Signore, anima mia!
    Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
    Sei rivestito di maestà e di splendore
    avvolto di luce come di un manto.
    Benedici il Signore, anima mia!
    Tutti da te aspettano
    che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
    Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
    apri la tua mano, si saziano di beni.
    Benedici il Signore, anima mia!
    Togli loro il respiro: muoiono,
    e ritornano nella loro polvere.
    Mandi il tuo spirito, sono creati,
    e rinnovi la faccia della terra.
    Benedici il Signore, anima mia!

    CANTO AL VANGELO
    Alleluia, alleluia.
    La tua parola, Signore, è verità:
    consacraci nella verità.
    Alleluia.

    VANGELO (Mc 7,14-23)
    Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo.
    + Dal Vangelo secondo Marco
    In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene!
    Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro».
    Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola.
    E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
    E diceva: «Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo.
    Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
    Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo».
    Parola del Signore.

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