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giovedì 16 febbraio 2017

"PARA QUE USTEDES CREAN" Ju 19, 35-37


3 commenti:

  1. S. FAUSTI - Gesù, dando la vita, ci dà la vita. Il Suo andarsene al Padre realizza per noi il sabato, la Pasqua e la Pentecoste : compie la creazione e la liberazione, nel dono dello Spirito.
    L'apertura del Suo Corpo e l'uscita di Sangue e Acqua è una scena di nascita : da Lui è generata l'umanità nuova.
    La Chiesa, contemplando la ferita d'Amore dello Sposo, nasce come sposa del Suo Signore e madre dei viventi

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  2. S. FAUSTI – Qui l'autore del Vangelo si presenta per la prima volta, in terza persona, come il testimone del Sangue e dell'Acqua . E' così importante ciò che ha visto uscire dal trafitto , che lo testimonia per ben tre volte. Si completa qui la testimonianza , iniziata dal Battista, su Gesù, il Figlio di Dio (1,34) che ci battezzerà nello Spirito Santo .
    “Affinchè anche voi crediate” E' la prima volta che ricorre il “voi” dei lettori, destinatari della testimonianza. Anche sui nostri occhi cade il Sangue e l'Acqua del Trafitto , che ci guarisce dalla nostra cecità. Per questo, secondo i Sinottici, il centurione che sta davanti a Lui sarà il primo che viene alla luce della Gloria : vede nel Crocifisso il Figlio di Dio.
    Dopo il racconto della Morte di Gesù, anche il “voi” dei lettori è chiamato a far parte dei “noi” di quelli che dicono : “ Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'Amore che Dio ha per noi”(1Gv 4,16).
    Questo “noi” abbraccia quanti hanno visto, di persona o attraverso la testimonianza del Vangelo, la Sua Gloria da Unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità (1,14).
    Sono coloro che nella Carne hanno visto la Parola che ha posto la tenda in mezzo a noi (1,14).
    Il discepolo prediletto è il prototipo di sti “noi” , che propone al “voi” dei lettori la propria esperienza : “[1]Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita [2](poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), [3]quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. [4]Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta. “ (Gv 1,1-4) Ciò che l'Evangelista ha scritto è “ perchè voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perchè credendo, abbiate vita nel Suo Nome” (20,31).
    L'Evangelista spiega, con una citazione biblica, perchè non gli abbiano rotto le gambe . “Scrittura, al singolare, significa normalmente un passo della Bibbia.
    “Guarderanno verso Colui che trafissero”(Zc 12,10) Zaccaria parla della contemplazione di un trafitto da cui si effonderà uno spirito di grazia e di consolazione su tutti. E' ciò che avviene “in quel giorno” , in cui una sorgente zampillante purificherà il popolo (Zc 13,1) e sgorgheranno da Gerusalemme acque vive ed eterne. Allora il Signore sarà re di tutta la terra ( Zc 14,8).
    La salvezza del re trafitto è Universale, come la Sua Regalità :” E ognuno lo vedrà, anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto” (Ap 1,7).
    Fine del Vangelo di Giovanni è portarci davanti al Trafitto, per scrutare attraverso la fessura della lancia. L'occhio e il cuore del lettore, è tutto verso questa ferita da cui zampilla Sangue e Acqua.
    Chi la guarda diventa raggiante (Sl 34,6).
    Chi contempla il Trafitto, comprende l'amore estremo, si sente compungere il cuore e chiede . “ Che fare?” (At 2,37).
    la sua vita diventa ormai risposta a ciò che ha visto. Dal pozzo di Giacobbe bevvero i nostri padri e i loro armenti (4,12) : da questa fenditura della Roccia l'universo intero attinge la vita del Figlio. Basta accostare ad essa la bocca : “ O voi tutti assetati, venita all'acqua” (Is 55,1). E' l'invito della sapienza , della Parola fatta carne, che non torna senza aver compiuto ciò per cui fu mandata (Is 55,11).

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  3. FESTA DI S.G. ALLAMANO, FONDATORE DEI MISSIONARI DELLA CONSOLATA

    CANTO AL VANGELO
    Alleluia, alleluia.
    Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
    tu hai parole di vita eterna.
    Alleluia.

    VANGELO (Mc 8,27-33)
    Tu sei il Cristo... Il Figlio dell'uomo deve molto soffrire.
    + Dal Vangelo secondo Marco
    In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?».
    Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti».
    Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
    E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
    E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
    Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo.
    Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
    Parola del Signore.

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