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martedì 9 febbraio 2016

"COMO EL PADRE" Ju 10, 15

3 commenti:

  1. S. FAUSTI –
    C'è una conoscenza,un'intimità, un amore reciproco tra Pastore e pecore. Chiama ciascuna per nome : “Ti ho chiamato per nome ; tu mi appartieni....sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e io ti amo” (IS.43,1-4) Il rapporto di conoscenza e amore che c'è tra Gesù e ciascuno di noi è il medesimo che c'è tra il Padre e Lui : “ Come il Padre amò me, così io amai voi” (15,19). L'amore reciproco tra Padre e Figlio, il mistero che è la loro stessa vita,
    è il medesimo che circola tra noi e Lui.
    Egli dis-pone della propria vita a favore delle pecore . La mette a loro disposizione, la offre loro.
    Il verbo è al presente, perchè la sua vita ci viene sempre offerta, qui e ora.
    Il Figlio infatti non la tiene gelosamente per sé . Come la riceve, così la dona,
    come è amato dal Padre, così ama i fratelli.
    Giovanni non dice tanto che Gesù muore “al posto” delle pecore, quanto che egli dona loro la sua stessa vita. Sottolinea la trasmissione della “Gloria” dal Figlio ai fratelli.

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  2. BENEDETTO XVI – Il Pastore ( Gesù di Nazaret) – La conoscenza reciproca tra il Padre e il Figlio si intreccia con la conoscenza reciproca tra il Pastore e le pecore. La conoscenza che lega Gesù ai Suoi si trova all'interno della Sua unione conoscitiva col Padre.
    I Suoi sono intessuti nel dialogo trinitario ; lo vedremo riflettendo sulla preghiera Sacerdotale di Gesù (Gv 17).
    Allora potremo capire che la Chiesa e la Trinità sono intrecciate tra loro.
    ...Solo in Dio e solo a partire da Dio si conosce veramente l'uomo.
    L'uomo conosce se stesso soltanto se impara a capirsi partendo da Dio, e conosce l'altro solo se scorge in lui il mistero di Dio.
    Per il Pastore al servizio di Gesù ciò significa che Egli non deve legare gli uomini a sé, al suo piccolo io. La conoscenza reciproca che lo lega alle pecore a lui affidate deve mirare a introdursi a vicenda in Dio, a dirigersi verso di Lui ; deve pertanto essere un ritrovarsi nella Comunione della conoscenza e dell'Amore di Dio. L'Io proprio di Gesù è sempre aperto al Padre, in intima Comunione con Lui , Egli non è mai solo, ma esiste nel riceversi e ridonarsi al Padre.
    “La Mia Dottrina non è Mia” il Suo Io è l'Io aperto verso la Trinità.
    Chi Lo conosce vede il Padre, entra in questa Sua Comunione con il Padre.

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  3. Dagli Atti degli Apostoli
    At 4,1-12

    In quei giorni, Pietro e Giovanni stavano parlando al popolo, [dopo la guarigione dello storpio,] quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducèi, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
    Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Càifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?».
    Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».


    Seconda lettura

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    1Gv 3,1-3

    Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
    Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
    Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 10,11-18

    In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
    Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
    Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Come è bello e consolante sapere che Gesù ci conosce ad uno ad uno, che non siamo degli anonimi per Lui, che il nostro nome gli è noto! Per Lui non siamo “massa”, “moltitudine”, no. Siamo persone uniche, ciascuno con la propria storia, [e Lui] ci conosce ciascuno con la propria storia, ciascuno con il proprio valore, sia in quanto creatura sia in quanto redento da Cristo. Ognuno di noi può dire: Gesù mi conosce! È vero, è così: Lui ci conosce come nessun altro. Solo Lui sa che cosa c’è nel nostro cuore, le intenzioni, i sentimenti più nascosti. Gesù conosce i nostri pregi e i nostri difetti, ed è sempre pronto a prendersi cura di noi, per sanare le piaghe dei nostri errori con l’abbondanza della sua misericordia. […] Dunque, Gesù Buon Pastore difende, conosce, e soprattutto ama le sue pecore. E per questo dà la vita per loro (cfr Gv 10,15). (Regina Caeli, 25 aprile 2021)

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