S. FAUSTI - E' il Pastore Bello che va in cerca della pecora smarrita.I suoi avversari non possono credere in Lui : non seguono Lui, il Pastore bello, ma un altro pastore, la morte. Credere o meno non è una questione teorica, ma pratica : è un atto di libertà nostra, in cui decidiamo quale fondamento scegliere per la nostra esistenza . L'uomo comunque vive di fede, e crede in ciò a cui affida la sua vita , si tratti di cose, idee, persone. Se non si affida a chi dà la vita, si affida ai suoi idoli, che gliela tolgono. Ma il Figlio non taglia il dialogo con i fratelli . Anche chi non crede è chiamato a seguirlo. Tutti infatti siamo suoi, predestinati a essere figli nel Figlio.Dal 9, 41 Gesù si sta esplicitamente rivolgendo a chi non crede, perchè veda la propria cecità e desideri la luce. E' un aggancio al discorso precedente sul Pastore (vv.1,21).Anche gli avversari sono chiamati ad ascoltare la Sua voce. Sta parlando proprio a loro.
BENEDETTO XVI – Gesù di Nazaret – Gesù è venuto nel mondo affinché gli uomini abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. (10,10). Egli concede il dono unico della vita, e lo può concedere perché in Lui è presente in un'abbondanza originaria e inesauribile la Vita Divina. L'uomo desidera e abbisogna, in fin dei conti, di una cosa sola : la vita, la vita piena – la felicità. In un passo (16,24)Gesù definisce questa cosa unica e semplice che aspettiamo : “la gioia piena”. Quest'unica cosa di cui si tratta nei tanti desideri e nelle tante istanze dell'uomo è espressa anche nella seconda domanda del “Padre Nostro” : Venga il Tuo Regno! . Il “Regno di Dio” è vita in abbondanza – proprio perché non è solo felicità privata, gioia individuale, bensì il mondo giunto alla sua giusta forma, l'unità tra Dio e il mondo. … Nella Sua Incarnazione e nella Sua Croce porta a casa la pecorella smarrita – l'umanità – porta anche me. Il Logos fattosi uomo è il vero “portatore della pecora” - il Pastore che ci segue tra le spine e i deserti della vita. Portati da Lui arriviamo a casa. Ha dato la Vita per noi. Egli stesso è la Vita.
In quei giorni, quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore. Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso quale era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore. Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Sàulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.
VANGELO DEL GIORNO Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 10,22-30
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
PAROLE DEL SANTO PADRE Queste parole ci aiutano a comprendere che nessuno può dirsi seguace di Gesù, se non presta ascolto alla sua voce. E questo “ascoltare” non va inteso in modo superficiale, ma coinvolgente, al punto da rendere possibile una vera conoscenza reciproca, dalla quale può venire una sequela generosa, espressa nelle parole «ed esse mi seguono» (v. 27). Si tratta di un ascolto non solo dell’orecchio, ma un ascolto del cuore!” L’amore di Gesù è invincibile! Il maligno, il grande nemico di Dio e delle sue creature, tenta in molti modi di strapparci la vita eterna. Ma il maligno non può nulla se non siamo noi ad aprirgli le porte della nostra anima, seguendo le sue lusinghe ingannatrici. La Vergine Maria ha ascoltato e seguito docilmente la voce del Buon Pastore. Ci aiuti Lei ad accogliere con gioia l’invito di Gesù a diventare suoi discepoli, e a vivere sempre nella certezza di essere nelle mani paterne di Dio. (Regina Caeli, 17 aprile 2016)
S. FAUSTI - E' il Pastore Bello che va in cerca della pecora smarrita.I suoi avversari non possono credere in Lui : non seguono Lui, il Pastore bello, ma un altro pastore, la morte.
RispondiEliminaCredere o meno non è una questione teorica, ma pratica : è un atto di libertà nostra, in cui decidiamo quale fondamento scegliere per la nostra esistenza . L'uomo comunque vive di fede, e crede in ciò a cui affida la sua vita , si tratti di cose, idee, persone.
Se non si affida a chi dà la vita, si affida ai suoi idoli,
che gliela tolgono.
Ma il Figlio non taglia il dialogo con i fratelli . Anche chi non crede è chiamato a seguirlo. Tutti infatti siamo suoi, predestinati a essere figli nel Figlio.Dal 9, 41 Gesù si sta esplicitamente rivolgendo a chi non crede, perchè veda la propria cecità e desideri la luce. E' un aggancio al discorso precedente sul Pastore (vv.1,21).Anche gli avversari sono chiamati ad ascoltare la Sua voce. Sta parlando proprio a loro.
BENEDETTO XVI – Gesù di Nazaret – Gesù è venuto nel mondo affinché gli uomini abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. (10,10).
RispondiEliminaEgli concede il dono unico della vita, e lo può concedere perché in Lui è presente in un'abbondanza originaria e inesauribile la Vita Divina.
L'uomo desidera e abbisogna, in fin dei conti, di una cosa sola : la vita, la vita piena – la felicità.
In un passo (16,24)Gesù definisce questa cosa unica e semplice che aspettiamo : “la gioia piena”.
Quest'unica cosa di cui si tratta nei tanti desideri e nelle tante istanze dell'uomo è espressa anche nella seconda domanda del “Padre Nostro” : Venga il Tuo Regno! .
Il “Regno di Dio” è vita in abbondanza – proprio perché non è solo felicità privata, gioia individuale, bensì il mondo giunto alla sua giusta forma, l'unità tra Dio e il mondo.
… Nella Sua Incarnazione e nella Sua Croce porta a casa la pecorella smarrita – l'umanità – porta anche me.
Il Logos fattosi uomo è il vero “portatore della pecora” - il Pastore che ci segue tra le spine e i deserti della vita.
Portati da Lui arriviamo a casa. Ha dato la Vita per noi. Egli stesso è la Vita.
Dagli Atti degli Apostoli
RispondiEliminaAt 11,19-26
In quei giorni, quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore.
Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso quale era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore.
Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Sàulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,22-30
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Queste parole ci aiutano a comprendere che nessuno può dirsi seguace di Gesù, se non presta ascolto alla sua voce. E questo “ascoltare” non va inteso in modo superficiale, ma coinvolgente, al punto da rendere possibile una vera conoscenza reciproca, dalla quale può venire una sequela generosa, espressa nelle parole «ed esse mi seguono» (v. 27). Si tratta di un ascolto non solo dell’orecchio, ma un ascolto del cuore!” L’amore di Gesù è invincibile! Il maligno, il grande nemico di Dio e delle sue creature, tenta in molti modi di strapparci la vita eterna. Ma il maligno non può nulla se non siamo noi ad aprirgli le porte della nostra anima, seguendo le sue lusinghe ingannatrici. La Vergine Maria ha ascoltato e seguito docilmente la voce del Buon Pastore. Ci aiuti Lei ad accogliere con gioia l’invito di Gesù a diventare suoi discepoli, e a vivere sempre nella certezza di essere nelle mani paterne di Dio. (Regina Caeli, 17 aprile 2016)