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mercoledì 10 febbraio 2016

Y UN PASTOR Ju 10,16


2 commenti:

  1. Dagli Atti degli Apostoli
    At 4,1-12

    In quei giorni, Pietro e Giovanni stavano parlando al popolo, [dopo la guarigione dello storpio,] quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducèi, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
    Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Càifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?».
    Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».


    Seconda lettura

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    1Gv 3,1-3

    Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
    Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
    Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 10,11-18

    In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
    Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
    Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Come è bello e consolante sapere che Gesù ci conosce ad uno ad uno, che non siamo degli anonimi per Lui, che il nostro nome gli è noto! Per Lui non siamo “massa”, “moltitudine”, no. Siamo persone uniche, ciascuno con la propria storia, [e Lui] ci conosce ciascuno con la propria storia, ciascuno con il proprio valore, sia in quanto creatura sia in quanto redento da Cristo. Ognuno di noi può dire: Gesù mi conosce! È vero, è così: Lui ci conosce come nessun altro. Solo Lui sa che cosa c’è nel nostro cuore, le intenzioni, i sentimenti più nascosti. Gesù conosce i nostri pregi e i nostri difetti, ed è sempre pronto a prendersi cura di noi, per sanare le piaghe dei nostri errori con l’abbondanza della sua misericordia. […] Dunque, Gesù Buon Pastore difende, conosce, e soprattutto ama le sue pecore. E per questo dà la vita per loro (cfr Gv 10,15). (Regina Caeli, 25 aprile 2021)

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  2. S. FAUSTI – Ci sono anche altre pecore che non sono di questo recinto. “Questo recinto” è quello del tempio, in cui sta Israele. Ci sono altri “recinti” religiosi o laici , che tengono schiavo l'uomo.
    Il Figlio ha fratelli non solo nel popolo di Dio, ma dovunque : tutto è stato fatto per mezzo di lui, luce e vita di ogni uomo, che è figlio nel Figlio.
    Per questo il Padre ama il mondo (3,16) e il Figlio , salvatore (4,42) e luce del mondo (8,12), sarà
    innalzato non solo per radunare tutti i dispersi di Israele, ma per tutti i popoli.
    Gesù vuol condurre anche questi alla libertà.
    Il cristianesimo è di sua natura universale ( cattolico) : non esclude nessuno. Se si esclude qualcuno, si rinnega il Padre, che ama ciascuno, e il Figlio, che è come il Padre.
    Lo stesso concetto di “missione” non ha nulla a che fare con il proselitismo . È la spinta interiore del Figlio verso i fratelli.
    E' questo amore che lo fa pastore dei suoi fratelli . Come ha espulso dal recinto del tempio quelli che sono chiusi dentro, così vuol condurre al pascolo della vita anche quelli che son chiusi in altri recinti. La voce del Figlio che chiama ciascuno per nome, e che ciascuno nel suo cuore riconosce come vera, è rivolta ad ogni uomo, perchè gli è fratello.
    Egli, mediante la sua croce, ha abbattuto ogni muro di separazione tra gli uomini, per fare di tutti, vicini e lontani, un solo uomo . Il Figlio, mettendo la propria vita a disposizione di tutti gli uomini, ne fa un solo popolo di fratelli, un solo gregge.
    Gesù dice “ un solo gregge” e non “un solo ovile” come spesso si dice.
    Il Figlio non è venuto a fare un solo ovile, un recinto più grande dove imprigionare possibilmente tutti: tira fuori i fratelli da ogni gabbia, religiosa o meno, per farli vivere nella legge della libertà, che è l'amore e il servizio reciproco.
    E' chiaro che l'unione tra le chiese non deve essere “un solo ovile” che racchiuda le varie comunità, omologandole e omogeneizzandole.
    L'unione non deve essere neppure un conglomerato tra diversi ovili , dove ognuno vuol semplicemente affermare la propria differenza sull'altro : sarebbero pur sempre ovili .
    Il solo gregge , e non ovile, - la Chiesa Una, come il Signore la vuole – è un popolo di persone libere, che hanno trovato in Lui la loro verità di figli e vivono da fratelli.
    Questo nuovo popolo aperto a tutti : è cattolico (= universale) e globale. Rispetta però ogni differenza come luogo di intesa e di crescita. C'è infatti un solo Spirito che è Amore , un solo Signore che è servo di tutti, un solo Dio che opera tutto in tutti , e ciascun membro, come in un unico corpo, mette la sua differenza a servizio delle altre membra.
    L'unione tra le chiese e tra gli uomini – la Chiesa è destinata al mondo!- è la stessa che si ritrova in Dio . Nell'unico amore reciproco, Padre e Figlio sono uno, nella distinzione di ciascuno.

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