S. FAUSTI – GESU' E I GIUDEI - E' accerchiato, senza scampo, come vittima designata. E' l'ultimo scontro tra Gesù e i suoi nemici prima della passione. Come al solito, in Giovanni, “i giudei” non sono il popolo d'israele, ma i suoi capi, che non hanno accettato la testimonianza di Gesù e si oppongono a lui e ai suoi discepoli. Il Pastore, che “pone” la sua vita a vantaggio delle pecore, è accusato di togliere la vita. L'espressione, carica di significato nel contesto, vuol dire : togliere il fiato, non lasciar vivere, lasciare in sospeso, in dubbio mortale. Effettivamente, se Gesù è il Messia, devono morire le attese dei falsi capi. Devono anzi, morire loro stessi come capi. Provocano Gesù a dichiararsi apertamente Messia per poterlo accusare davanti ai romani, che non erano teneri con chi coltivava aspirazioni messianiche. Ma la sua rivelazione è scandalo e follia : è Pastore in quanto ucciso dai sapienti, è Signore in quanto crocifisso dai potenti. Se questo è il Pastore, i capi del popolo sono i ladri e i briganti, ai quali Dio è venuto a strappare di mano il suo gregge. “Ve lo dissi e non credete” è la medesima risposta che Gesù dà in Lc 22, 67 davanti al sinedrio. Quanto lui ha fatto e detto, ha un unico scopo : che noi crediamo che lui è il Cristo, il Figlio di Dio. La risposta di Gesù è centrata sulle opere che compie nel nome “del Padre suo”. L'ultima sua opera è stata quella di aprirci gli occhi per farci venire alla luce. Il criterio per riconoscere che la sua azione è da Dio, è il fatto che ci apre gli occhi, dandoci vita e libertà. E' sbagliato dire che si crede alla sola Parola, per pura fede. Ogni Parola esprime sempre un evento, colto nel suo significato : non è altro che la realtà, in quanto capita e comunicata. La Parola di Gesù fa leggere le sue opere come “segno” di quel Dio che dà luce, vita e libertà. Sono esse che testimoniano di lui come Messia.
-->Ai capi Gesù oppone se stesso come pastore legittimo e unico . il pastore è il Signore stesso (EZ. 34,11) e il suo Messia (EZ. 34, 23) che prende il suo posto, usurpato dai falsi pastori. A Lui il portiere apre, le Sue pecore ascoltano la Sua voce. Il pastore è riconosciuto come tale. Ogni uomo riconosce ed apre il suo cuore alla libertà, all'amore e alla vita, che sa ben distinguere dalla schiavitù, dall'egoismo e dalla morte. Il popolo oppresso riconosce chi gli propone una via d'uscita. L'ex cieco, che ha ascoltato il pastore, è stato espulso dal tempio ed è venuto alla luce. Anche Lazzaro udrà la sua voce e uscirà dalla tomba. Il popolo, in quanto oppresso, è sensibile alla voce della libertà . Quando si fa udire, l'ascolta volentieri. Come YHWH nell'esodo, Gesù guida il suo popolo verso la terra promessa. Le pecore lo seguono .Infatti è Lui stesso la via che conduce alla vita . Vive in pienezza l'amore del Padre e dei fratelli. I falsi pastori ci opprimono con subdola menzogna e, all'occorrenza , con violenza, terrore e paura ; il vero pastore ci rende liberi, capaci di amare e di servire , di sperare e di osare. Ognuno è in grado di sentire la differenza tra le due voci.
BENEDETTO XVI – Gesù di Nazaret - Questa “Signoria” sui popoli della terra , non ha più alcun carattere politico. Questo Re non spezza le genti con il suo scettro di ferro – Egli regna dalla Croce , in maniera totalmente nuova.L'universalità si compie nel modo umile della Comunione nella fede : questo Re regna attraverso la Fede e l'Amore,non diversamente. Così la Parola di Dio :”Tu sei Mio Figlio , Io oggi Ti ho generato”può essere intesa ora in maniera del tutto nova e definitiva. Il termine “Figlio di Dio” si stacca dalla sfera del potere politico e diventa espressione di un'unione particolare con Dio che si manifesta sulla Croce e nella Resurrezione.
In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca, il Signore lo ha colmato dello spirito di sapienza e d’intelligenza; gli ha fatto indossare una veste di gloria. Alleluia. (Cf. Sir 15,5)
Colletta Dio onnipotente ed eterno, che hai suscitato nella Chiesa il vescovo sant’Atanasio, insigne assertore della divinità del tuo Figlio, fa’ che, per il suo insegnamento e la sua intercessione, cresciamo sempre più nella tua conoscenza e nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. Dagli Atti degli Apostoli At 11,19-26
In quei giorni, quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore. Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso quale era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore. Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Sàulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 86 (87) R. Genti tutte, lodate il Signore. Oppure: R. Alleluia, alleluia, alleluia. Sui monti santi egli l'ha fondata; il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe. Di te si dicono cose gloriose, città di Dio! R.
Iscriverò Raab e Babilonia fra quelli che mi riconoscono; ecco Filistea, Tiro ed Etiopia: là costui è nato. Si dirà di Sion: «L'uno e l'altro in essa sono nati e lui, l'Altissimo, la mantiene salda». R.
Il Signore registrerà nel libro dei popoli: «Là costui è nato». E danzando canteranno: «Sono in te tutte le mie sorgenti». R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono. (Gv 10,27)
Alleluia.
Vangelo Io e il Padre siamo una cosa sola. Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 10,22-30
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
PAROLE DEL SANTO PADRE Queste parole ci aiutano a comprendere che nessuno può dirsi seguace di Gesù, se non presta ascolto alla sua voce. E questo “ascoltare” non va inteso in modo superficiale, ma coinvolgente, al punto da rendere possibile una vera conoscenza reciproca, dalla quale può venire una sequela generosa, espressa nelle parole «ed esse mi seguono» (v. 27). Si tratta di un ascolto non solo dell’orecchio, ma un ascolto del cuore!” L’amore di Gesù è invincibile! Il maligno, il grande nemico di Dio e delle sue creature, tenta in molti modi di strapparci la vita eterna. Ma il maligno non può nulla se non siamo noi ad aprirgli le porte della nostra anima, seguendo le sue lusinghe ingannatrici. La Vergine Maria ha ascoltato e seguito docilmente la voce del Buon Pastore. Ci aiuti Lei ad accogliere con gioia l’invito di Gesù a diventare suoi discepoli, e a vivere sempre nella certezza di essere nelle mani paterne di Dio. (Regina Caeli, 17 aprile 2016)
S. FAUSTI – GESU' E I GIUDEI - E' accerchiato, senza scampo, come vittima designata. E' l'ultimo scontro tra Gesù e i suoi nemici prima della passione. Come al solito, in Giovanni, “i giudei” non sono il popolo d'israele, ma i suoi capi, che non hanno accettato la testimonianza di Gesù e si oppongono a lui e ai suoi discepoli.
RispondiEliminaIl Pastore, che “pone” la sua vita a vantaggio delle pecore, è accusato di togliere la vita.
L'espressione, carica di significato nel contesto, vuol dire : togliere il fiato, non lasciar vivere, lasciare in sospeso, in dubbio mortale.
Effettivamente, se Gesù è il Messia, devono morire le attese dei falsi capi.
Devono anzi, morire loro stessi come capi.
Provocano Gesù a dichiararsi apertamente Messia per poterlo accusare davanti ai romani, che non erano teneri con chi coltivava aspirazioni messianiche.
Ma la sua rivelazione è scandalo e follia : è Pastore in quanto ucciso dai sapienti, è Signore in quanto crocifisso dai potenti. Se questo è il Pastore, i capi del popolo sono i ladri e i briganti, ai quali Dio è venuto a strappare di mano il suo gregge.
“Ve lo dissi e non credete” è la medesima risposta che Gesù dà in Lc 22, 67 davanti al sinedrio.
Quanto lui ha fatto e detto, ha un unico scopo : che noi crediamo che lui è il Cristo, il Figlio di Dio.
La risposta di Gesù è centrata sulle opere che compie nel nome “del Padre suo”.
L'ultima sua opera è stata quella di aprirci gli occhi per farci venire alla luce.
Il criterio per riconoscere che la sua azione è da Dio, è il fatto che ci apre gli occhi, dandoci vita e libertà.
E' sbagliato dire che si crede alla sola Parola, per pura fede.
Ogni Parola esprime sempre un evento, colto nel suo significato : non è altro che la realtà, in quanto capita e comunicata.
La Parola di Gesù fa leggere le sue opere come “segno” di quel Dio che dà luce, vita e libertà.
Sono esse che testimoniano di lui come Messia.
-->Ai capi Gesù oppone se stesso come pastore legittimo e unico . il pastore è il Signore stesso (EZ. 34,11)
RispondiEliminae il suo Messia (EZ. 34, 23) che prende il suo posto, usurpato dai falsi pastori.
A Lui il portiere apre, le Sue pecore ascoltano la Sua voce.
Il pastore è riconosciuto come tale. Ogni uomo riconosce ed apre il suo cuore alla libertà, all'amore e alla vita, che sa ben distinguere dalla schiavitù, dall'egoismo e dalla morte.
Il popolo oppresso riconosce chi gli propone una via d'uscita.
L'ex cieco, che ha ascoltato il pastore, è stato espulso dal tempio ed è venuto alla luce.
Anche Lazzaro udrà la sua voce e uscirà dalla tomba.
Il popolo, in quanto oppresso, è sensibile alla voce della libertà .
Quando si fa udire, l'ascolta volentieri.
Come YHWH nell'esodo, Gesù guida il suo popolo verso la terra promessa.
Le pecore lo seguono .Infatti è Lui stesso la via che conduce alla vita .
Vive in pienezza l'amore del Padre e dei fratelli. I falsi pastori ci opprimono con subdola menzogna e, all'occorrenza , con violenza, terrore e paura ; il vero pastore ci rende liberi, capaci di amare e di servire , di sperare e di osare.
Ognuno è in grado di sentire la differenza tra le due voci.
BENEDETTO XVI – Gesù di Nazaret - Questa “Signoria” sui popoli della terra , non ha più alcun carattere politico. Questo Re non spezza le genti con il suo scettro di ferro – Egli regna dalla Croce , in maniera totalmente nuova.L'universalità si compie nel modo umile della Comunione nella fede : questo Re regna attraverso la Fede e l'Amore,non diversamente.
RispondiEliminaCosì la Parola di Dio :”Tu sei Mio Figlio , Io oggi Ti ho generato”può essere intesa ora in maniera del tutto nova e definitiva. Il termine “Figlio di Dio” si stacca dalla sfera del potere politico e diventa espressione di un'unione particolare con Dio che si manifesta sulla Croce e nella Resurrezione.
In mezzo alla Chiesa gli ha aperto la bocca,
RispondiEliminail Signore lo ha colmato dello spirito di sapienza e d’intelligenza;
gli ha fatto indossare una veste di gloria. Alleluia. (Cf. Sir 15,5)
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che hai suscitato nella Chiesa il vescovo sant’Atanasio,
insigne assertore della divinità del tuo Figlio,
fa’ che, per il suo insegnamento e la sua intercessione,
cresciamo sempre più nella tua conoscenza e nel tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore.
Dagli Atti degli Apostoli
At 11,19-26
In quei giorni, quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore.
Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso quale era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore.
Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Sàulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 86 (87)
R. Genti tutte, lodate il Signore.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Sui monti santi egli l'ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose,
città di Dio! R.
Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia:
là costui è nato.
Si dirà di Sion:
«L'uno e l'altro in essa sono nati
e lui, l'Altissimo, la mantiene salda». R.
Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti». R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono. (Gv 10,27)
Alleluia.
Vangelo
Io e il Padre siamo una cosa sola.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,22-30
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
RispondiEliminaQueste parole ci aiutano a comprendere che nessuno può dirsi seguace di Gesù, se non presta ascolto alla sua voce. E questo “ascoltare” non va inteso in modo superficiale, ma coinvolgente, al punto da rendere possibile una vera conoscenza reciproca, dalla quale può venire una sequela generosa, espressa nelle parole «ed esse mi seguono» (v. 27). Si tratta di un ascolto non solo dell’orecchio, ma un ascolto del cuore!” L’amore di Gesù è invincibile! Il maligno, il grande nemico di Dio e delle sue creature, tenta in molti modi di strapparci la vita eterna. Ma il maligno non può nulla se non siamo noi ad aprirgli le porte della nostra anima, seguendo le sue lusinghe ingannatrici. La Vergine Maria ha ascoltato e seguito docilmente la voce del Buon Pastore. Ci aiuti Lei ad accogliere con gioia l’invito di Gesù a diventare suoi discepoli, e a vivere sempre nella certezza di essere nelle mani paterne di Dio. (Regina Caeli, 17 aprile 2016)