S. FAUSTI - Il potente persiste nell'interrogare. Non si mette mai in questione . Ha l'irresponsabilità propria di ogni potere “da” questo mondo che, nel suo ambito, dal più ampio al più ristretto,tende a dominare invece che a servire. Non tiene conto della verità e della vita dell'altro : ha come pastore la morte. (Sl 49) La scena è piena di tragica ironia. Che libertà può offrire Pilato a chi testimonia la verità che fa liberi?Ciò che la regalità da questo mondo può offrire ai suoi sudditi è la schiavitù(1 Sam 8,1...). Ci son due modi contrari di concepire la regalità : uno di amore e verità, di libertà e vita, l'altro di violenza e menzogna, di schiavitù e di morte. Pilato, come ognuno di noi, è chiamato a scegliere. Dopo il Suo silenzio, il Re apre la bocca. Non perché intimidito, ma per convincere Pilato del suo peccato, presupposto perché conosca la giustizia e il giudizio. Gesù, da giudicato, ora diventa giudice. Ma è un giudice particolare : senza minacciare violenza, ponendolo di fronte alla verità, fa esplodere in lui il conflitto di coscienza. Pilato non ha altro potere, se non quello che gli è stato dato dall'alto, da un altro che sta sopra di lui. E' improprio ricavare dal testo una teoria generale del potere, che non è assoluto e indiscriminato., bensì derivato e condizionato : viene dall'alto., da Dio, ed è finalizzato al bene comune. (Rom 13,1...). Quando però pretende di essere assoluto, ignorando la sua origine e il suo fine, allora diventa dominio della bestia, emissaria del drago. (Ap 13,1). Cosa che capita più spesso del previsto, in ogni epoca. Questo “alto” è Dio stesso, che ha dato all'uomo il libero arbitrio.Egli non vuole il male, ma rispetta la nostra libertà: ci ha posto innanzi il bene e il male, la vita e la morte, perché potessimo responsabilmente aderire al bene e conseguire la vita. Se però facciamo il male, Lui rimane talmente libero da farsene carico. Così ci rivela il Suo amore e libera la nostra libertà. Anche il male che facciamo ricade, alla fine, sotto il suo potere : lo porta su di sé per donarci il Suo bene. “Per questo chi mi consegnò a te ha un peccato più grande”. Gesù dice che “per questo” il peccato maggiore non è di Pilato. Peccare significa fallire un bersaglio, mancare l' obiettivo, il fine desiderato. Chi non risponde alla propria coscienza è un fallito : è contro la propria verità. Pilato sta usando il suo potere senza libertà : obbedisce, contro la sua coscienza, alla volontà omicida dei capi e del capo di questo mondo.
RispondiEliminaS. FAUSTI - Il potente persiste nell'interrogare. Non si mette mai in questione . Ha l'irresponsabilità propria di ogni potere “da” questo mondo che, nel suo ambito, dal più ampio al più ristretto,tende a dominare invece che a servire. Non tiene conto della verità e della vita dell'altro : ha come pastore la morte. (Sl 49)
La scena è piena di tragica ironia. Che libertà può offrire Pilato a chi testimonia la verità che fa liberi?Ciò che la regalità da questo mondo può offrire ai suoi sudditi è la schiavitù(1 Sam 8,1...).
Ci son due modi contrari di concepire la regalità : uno di amore e verità, di libertà e vita, l'altro di violenza e menzogna, di schiavitù e di morte. Pilato, come ognuno di noi, è chiamato a scegliere.
Dopo il Suo silenzio, il Re apre la bocca. Non perché intimidito, ma per convincere Pilato del suo peccato, presupposto perché conosca la giustizia e il giudizio.
Gesù, da giudicato, ora diventa giudice. Ma è un giudice particolare : senza minacciare violenza, ponendolo di fronte alla verità, fa esplodere in lui il conflitto di coscienza.
Pilato non ha altro potere, se non quello che gli è stato dato dall'alto, da un altro che sta sopra di lui.
E' improprio ricavare dal testo una teoria generale del potere, che non è assoluto e indiscriminato., bensì derivato e condizionato : viene dall'alto., da Dio, ed è finalizzato al bene comune. (Rom 13,1...). Quando però pretende di essere assoluto, ignorando la sua origine e il suo fine, allora diventa dominio della bestia, emissaria del drago. (Ap 13,1). Cosa che capita più spesso del previsto, in ogni epoca.
Questo “alto” è Dio stesso, che ha dato all'uomo il libero arbitrio.Egli non vuole il male, ma rispetta la nostra libertà: ci ha posto innanzi il bene e il male, la vita e la morte, perché potessimo responsabilmente aderire al bene e conseguire la vita. Se però facciamo il male, Lui rimane talmente libero da farsene carico. Così ci rivela il Suo amore e libera la nostra libertà.
Anche il male che facciamo ricade, alla fine, sotto il suo potere : lo porta su di sé per donarci il Suo bene.
“Per questo chi mi consegnò a te ha un peccato più grande”. Gesù dice che “per questo” il peccato maggiore non è di Pilato. Peccare significa fallire un bersaglio, mancare l' obiettivo, il fine desiderato. Chi non risponde alla propria coscienza è un fallito : è contro la propria verità.
Pilato sta usando il suo potere senza libertà : obbedisce, contro la sua coscienza, alla volontà omicida dei capi e del capo di questo mondo.