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lunedì 20 marzo 2017

"LA ESCRITURA" Ju 20, 9-10


3 commenti:

  1. S. FAUSTI – Nei racconti pasquali i Vangeli si diversificano molto, pur avendo in comune gli elementi fondamentali. Questi sono il sepolcro vuoto, l'annuncio della resurrezione e gli incontri con il Risorto – dapprima non riconosciuto e poi riconosciuto attraverso la Parola e il Pane – che fanno risorgere chi Lo incontra. L'intenzione, comune a tutti, è quella di qualsiasi autore . Coinvolgere il lettore nell'esperienza raccontata , perchè diventi sua.
    Ogni evangelista ha però un'ottica particolare : accentua un aspetto piuttosto che un altro, evidenziando della stessa realtà sfaccettature diverse.
    Si può dire che i quattro evangelisti ci offrono una visione quadrimensionale del mistero cristiano.
    Marco vuol portare alla fede nell'Evangelo :chi ascolta la Parola, incontra direttamente il Signore che parla e opera in lui quanto dice.
    Matteo, supponendo questo, che è il fondamento della fede, mette in luce l'aspetto comunitario .
    La parola del Figlio ci rende fratelli tra di noi.
    Luca, a sua volta, sottolinea la dimensione missionaria .
    La fraternità ci apre a tutti gli uomini, sino agli estremi confini della terra.
    Giovanni, consapevole di essere l'ultimo tra quelli che hanno visto Gesù, dichiara l'importanza del “credere senza vedere”.
    Ogni evento, unico e irripetibile, è visto solo da chi è vicino nel tempo e nello spazio. Tuttavia, la parola di chi lo testimonia lo rende presente anche a chi l'ascolta. Tema di Giovanni 20 è il rapporto tra “vedere e credere” (8-29) . si vede un fatto e si crede a ciò che significa.
    L'uomo è colui che sa leggere la realtà . Ogni evento è un segno , che è significativo solo per chi lo intende.
    La fede non è cieca : è intelligenza che coglie il significato dei fatti e si rende conto del perchè siano così e non diversamente. Credere non è creduloneria , ma la lettura più ragionevole della realtà.I primi discepoli, contemporanei a Gesù, credono in Lui non solo perchè Lo hanno visto Risorto, ma anche perchè hanno sperimentato cosa significa per loro che Lui sia Risorto.
    Noi, che veniamo dopo, crediamo sulla loro Parola .
    Accogliendo la loro testimonianza, vediamo con i lor occhi.
    Tuttavia chiunque crede, abbia o non abbia visto, fa la medesima esperienza : aderisce con amore al Signore Risorto e vive del Suo Spirito. La promessa del Signore è comprensibile solo dopo il suo compimento e alla luce del Suo Spirito d'Amore (14,26).
    Per questo i discepoli possono credere alla Scrittura e alla Parola di Gesù solo dopo la Sua Risurrezione. Rimane sempre un velo sul volto di chi legge la Scrittura, che viene eliminato dalla conversione a Cristo Signore. E questa è donata a chi ha contemplato il Suo Amore e Lo ama.
    Per noi, che veniamo dopo i primi che l'hanno visto e toccato, i Vangeli e l'intera Scrittura diventano come il Corpo di Cristo : sono il segno in cui Lo incontriamo e Lo vediamo Risorto

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  2. FILIPPESI 2,5-10
    5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
    6 il quale, pur essendo di natura divina,
    non considerò un tesoro geloso
    la sua uguaglianza con Dio;
    7 ma spogliò se stesso,
    assumendo la condizione di servo
    e divenendo simile agli uomini;
    apparso in forma umana,
    8 umiliò se stesso
    facendosi obbediente fino alla morte
    e alla morte di croce.
    9 Per questo Dio l'ha esaltato
    e gli ha dato il nome
    che è al di sopra di ogni altro nome;
    10 perché nel nome di Gesù
    ogni ginocchio si pieghi
    nei cieli, sulla terra e sotto terra;
    11 e ogni lingua proclami
    che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

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  3. ENZO BIANCHI – VIVERE E' CRISTO – da Fil 2 ,1 -10 Il sentimento del Figlio di Dio è un sentimento di amore ek-statico, segnato cioè dal desiderio insopprimibile di uscire da sé per entrare in comunione con l'uomo... L'Inno, una prosa con movenze ritmiche, ha una struttura che si articola in un duplice movimento : abbassamento nella prima parte , innalzamento nella seconda.
    Ciascuna delle due parti, a sua volta, contiene due strofe evidenziate da parallelismi e inclusioni, ma soprattutto dalle “fasi” del cammino di Cristo Gesù:
    1)la preesistenza : spogliamento di sé da parte di Cristo e assunzione della condizione di servo
    2)l'abbassamento : umiliazione obbediente fino alla morte in croce
    3)l'esaltazione : Dio esalta Cristo Gesù e gli dona il Nome
    4)la sottomissione : il cosmo intero confessa Cristo quale Signore
    Alla forma di Cristo servo (1 fase) si contrappone il conferimento del Nome (3 fase),
    all'obbedienza fino alla morte (2 fase) la sottomissione del cosmo (4 fase).
    Questo schema abbassamento/esaltazione , che appartiene al patrimonio della Chiesa primitiva, trae evidente ispirazione dal quarto “canto del servo di JHWH (ISAIA 52,13- 53,12).
    ...Siccome il servo ha dato la sua vita per gli altri, per questo sarà molto innalzato e vedrà una discendenza ; siccome Gesù si è umiliato, per questo Dio lo ha sovraesaltato.

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