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mercoledì 15 marzo 2017

"VIO Y CREYO' " Ju 20,8


3 commenti:

  1. S. FAUSTI –“ Vide e credette” I lini stesi, con il sudario a parte, sono i segni che il Signore non è lì e non è stato rubato. Vedendo questo, il discepolo amato crede in Gesù, Signore della vita, pur senza averlo visto. Egli è il prototipo di quelli che, dopo di lui, crederanno in Gesù senza vederlo. (29) , attraverso i segni raccontati dall'evangelista stesso (vv 30-31).
    Questo discepolo “altro” vede con il cuore .
    L'amore è il principio della fede, che dà vita.
    La connessione tra vedere e credere vuol dire che la fede, lungi dall'essere cieca,
    è occhio ben aperto sulla realtà.
    Di Pietro non si dice niente. Si può supporre, senza far violenza al testo, che l'autore voglia mostrare in lui l'aspetto oggettivo della fede : il sepolcro è vuoto e il Corpo non fu trafugato.
    Nel discepolo amato invece evidenzia l'aspetto soggettivo della fede .
    L'amore “vede” i segni e “crede in Gesù Risorto , senza averlo visto.
    In Maria, infine, seguita dagli altri due discepoli e da Tommaso, è riferita l'esperienza fondante riservata a coloro che ci trasmettono l'annuncio della risurrezione : essi vedono e toccano il Risorto. Infine veniamo noi , che crediamo nella loro testimonianza .
    Per chi non crede rimane irrisolto l'enigma del sepolcro vuoto - il sogno più allettante dell'uomo , che in questa direzione volge ogni sua energia.
    Gli rimane anche l'interrogativo che proviene dalla testimonianza di chi , nell'incontro con il Risorto, è passato lui stesso a una vita nuova nell'amore.

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  2. CANTO AL VANGELO (cf. Mc 10,45)
    Lode e onore a te, Signore Gesù.
    Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
    chi segue me, avrà la luce della vita.
    Lode e onore a te, Signore Gesù.

    VANGELO (Mt 20,17-28)
    Lo condanneranno a morte.
    + Dal Vangelo secondo Matteo
    In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
    Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
    Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
    Parola del Signore.

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  3. Gesuiti -ll sepolcro vuoto infrange l’unica certezza che ha l’uomo, l’unico ricordo. La parola ricordo e sepolcro, in greco è la stessa, e anche morte ha la stessa radice.
    Praticamente è infranta la memoria di morte che ha l’uomo.
    E poi dopo si rileverà nel testo che vediamo l’altro aspetto del discepolo amato, cioè come si fa a fare l’esperienza della risurrezione: non basta che il sepolcro sia vuoto – è necessario, se no, non è vera la risurrezione – ma come faccio a incontrare il Risorto?
    E allora c’è il cammino per incontrarlo.
    E, tra l’altro, il segno dell’incontro col Risorto, è una cosa semplicissima.
    Pensava Nietsche: “non è vero che Cristo è risorto, se no i cristiani avrebbero un’altra faccia”.
    Cioè l’incontro con il Risorto vuol dire risorgere.
    Se t’incontri con la luce, hai luce; se t’incontri col fuoco, bruci; se t’incontri con l’acqua sei bagnato perlomeno! Così l’incontro col Risorto ti fa risorgere alla sua vita, cioè è il dono dello Spirito. Quindi il vero problema non è tanto se Cristo è risorto - è chiaro che deve essere risorto, se no è vero nulla! - ma l’esperienza e l’incontro che tu fai con Lui attraverso la sua Parola.
    Ma in questo racconto Pietro fa soltanto una cosa: constata che il sepolcro è vuoto. Quindi il dato oggettivo della fede. E constata che è vuoto in modo inspiegabile, cioè ci sono i lini stesi, non è stato rubato, c’è il sudario avvolto su un luogo determinato, vedremo che significato ha, constata il dato oggettivo.
    L’altro discepolo invece, amico di Gesù, quello che Gesù amava, vedendo le stesse cose, crede che Gesù è risorto. Quindi si sottolinea il fatto che non basta l’elemento oggettivo, che il sepolcro sia vuoto, che sia sicuro che non è stato rubato, quindi che spiegazione c’è? Se nessuno l’ha tolto e non è lì! Ci vuole l’amore per capire la risurrezione. Se ami una persona, la capisci e sperimenti chi è lei. Siccome la risurrezione non è un teorema, ma un incontro con il Cristo risorto, allora puoi dare anche mille prove che Cristo è risorto, ma il problema è un altro, non sono le prove; la spiegazione unica più ragionevole è che sia risorto, ma non è questa; il problema è incontrare Lui e chi ama lo incontra sempre. Gli basta poco, gli basta il segno per capire.

    Cioè entrare in quel sepolcro è l’evangelizzazione dell’inconscio.
    Guarire dalla memoria di morte che è dentro tutta la nostra esistenza e la chiude nell’egoismo e nella paura! Per vivere una vita libera nell’amore e nella comunione, piena!
    Allora entra in scena Simon Pietro. Simon Pietro che è il primo dei discepoli. Perché è il primo? Perché è il primo che ha fatto l’esperienza del Signore che mi è fedele nella mia infedeltà.
    E quindi è il primo che ha capito ciò che ci fa discepoli, non l’essere bravi, non l’essere buoni, non l’essere perfetti, ma è l’amore gratuito del Signore per me, la sua fedeltà a me che sono infedele. Quindi per questo Pietro è il primo.
    Ciò che rende presente una persona è l’amore.
    Anche se una persona ce l’hai davanti e la detesti, la uccidi! Se una persona è assente e la ami, ti è più presente di qualunque persona presente! E occupa il tuo pensiero, la tua fantasia, il tuo affetto, il tuo amore, il tuo agire, la tua vita; è questa la risurrezione: il Signore ha vinto la morte, il suo amore entra in me e vivo alla sua presenza e Lui vive in me e io in Lui. Non è semplicemente il fatto che Lui è risorto duemila anni fa; questo è fondamentale, perché, se non è risorto, allora non è vero nulla! Delle sue parole, delle sue promesse. Ma l’esperienza è proprio l’esperienza che fai con qualunque persona, che se la ami Lui è in te e se Lui ti ama tu sei in Lui. Noi siamo da sempre in Dio, perché da sempre ci ama, quando scopriamo il suo Amore, anche Lui è in noi ed è per questo che lo conosciamo e viviamo di Lui.
    E quindi è la nostra risurrezione l’incontro con Lui, ed è rappresentato da quest’altro discepolo che è Giovanni..










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