Translate

giovedì 13 ottobre 2016

"MIS PALABRAS" Ju 16, 18 - 19




4 commenti:

  1. S. FAUSTI – I discepoli non vedono ciò che distingue i due tempi , ma ciò che materialmente li accomuna. Per questo si concentrano sul “poco” tempo di cui Gesù parla.
    Ignorano che il tempo è come la vita .
    Apparentemente sempre uguale , si differenzia per lo Spirito in cui si vive.
    Questo poco tempo richiama , a un orecchio attento, il “breve tempo” che manca per il giudizio di Dio (Os 1,4) , che è la nostra salvezza.
    Ignorando che cosa significhi . “Me ne vado al Padre” , i discepoli non comprendono né che tra poco non Lo vedono più, né che poco dopo Lo vedranno ancora: non capiscono né la Sua morte, né la Sua resurrezione. Queste cose le capiranno solo “dopo” , quando tutto sarà compiuto.
    Ma è importante che siano dette prima, in modo che, quando accadranno, conoscano la verità della Parola, che tutto dice e compie.
    Gesù, Parola del Padre per mezzo di cui tutto fu fatto (1,3), sa tutto e risponde senza che i discepoli lo interroghino.
    Prima però ripete la loro domanda , per spiegarla subito dopo.
    E' determinante capire questo punto , che contiene in sintesi il mistero dell'esistenza del discepolo, strettamente legata a quella del Maestro.

    RispondiElimina
  2. LETTURA DEL GIORNO
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 18,1-8

    In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
    Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
    Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani».
    Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 16,16-20

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
    Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
    Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    La gioia non è vivere di risata in risata. No, non è quello. La gioia non è essere divertente. No, non è quello. E’ un’altra cosa. La gioia cristiana è la pace. La pace che c’è nelle radici, la pace del cuore, la pace che soltanto Dio ci può dare. Questa è la gioia cristiana. Non è facile custodire questa gioia. La gioia cristiana è il respiro del cristiano, un cristiano che non è gioioso nel cuore non è un buon cristiano. E’ il respiro, il modo di esprimersi del cristiano, la gioia. Non è una cosa che si compra o io la faccio con lo sforzo, no: è un frutto dello Spirito Santo. Quello che fa la gioia nel cuore è lo Spirito Santo”. (Santa Marta, 28 maggio 2018)

    RispondiElimina

  3. Lettera agli Efesini 1,1-10
    In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
    Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono a Èfeso credenti in Cristo Gesù: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
    Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
    In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
    In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia.
    Egli l'ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra.
    Parola di Dio.

    RispondiElimina
  4. Commenti alla pagina precedente "VOY AL PADRE" Ju 16,16-17
    e seguente "TRISTEZA" Ju 16,20

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.