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mercoledì 5 ottobre 2016

"PROBARÁ AL MUNDO" Ju 16,8 - 11


3 commenti:

  1. PRIMA LETTURA

    Dalla prima lettera di san Giovanni,
    apostolo 2, 12-17
    Chi fa la volontà di Dio rimane in eterno

    Scrivo a voi, figlioli,
    perché vi sono stati rimessi i peccati
    in virtù del nome del Signore.
    Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è fin dal principio.
    Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il maligno.
    Ho scritto a voi, figlioli,
    perché avete conosciuto il Padre.
    Ho scritto a voi, padri,
    perché avete conosciuto colui che è fin dal principio. Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti,
    e la parola di Dio dimora in voi
    e avete vinto il maligno.
    Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!

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  2. S. FAUSTI – L'ottica è quella di Pasqua, quando Gesù avrà consegnato il Suo Spirito.Si descrive la Sua opera, prima nei confronti del mondo e poi dei discepoli.
    Egli farà comprendere al “mondo” il peccato di cui è vittima . Non accettare il Figlio.
    Chi ha condannato Gesù capirà che Lui è il Salvatore del mondo, l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.
    Lo Spirito farà capire che Gesù ha ragione . Il mondo scoprirà la vacuità del proprio agire e vedrà la bellezza dell'amore.
    Lo Spirito sulla croce farà capire il giudizio di Dio, che condanna il peccato e salva il peccatore.
    Si specificano le tre azioni del Consolatore nei riguardi del mondo : lo illuminerà sul suo errore , convincendolo di peccato, gli farà scoprire la menzogna, facendogli capire ciò che è giusto, lo salverà dal suo male mostrandogli qual è il giudizio di Dio.
    Il nostro errore, sin dall'inizio, è non credere all'amore da cui veniamo.Guariremo da questo peccato contemplando il Figlio di Dio innalzato , perchè lì vedremo che Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio Unigenito per salvarlo (3,16).
    Questa incredulità non è solo un fatto passato. Opera anche al presente in coloro che, non credendo in Gesù, non han creduto all'Amore che Dio ha per loro.
    Il mondo, che ha giudicato e condannato il Figlio, capirà la croce, come giudizio di Dio contro il male e salvezza dell'uomo. La croce è rivelazione dell'Amore di Dio. Con essa il Figlio condanna e scaccia fuori il capo di questo mondo, che ci tiene schiavi nella sua menzogna.

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  3. LETTURA DEL GIORNO
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 16,22-34

    In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.

    Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
    Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
    Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 137 (138)
    R. La tua destra mi salva, Signore.
    Oppure:
    Il tuo amore è per sempre.
    Oppure:
    Alleluia, alleluia, alleluia.
    Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
    hai ascoltato le parole della mia bocca.
    Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
    mi prostro verso il tuo tempio santo. R.

    Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
    hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
    Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
    hai accresciuto in me la forza. R.

    La tua destra mi salva.
    Il Signore farà tutto per me.
    Signore, il tuo amore è per sempre:
    non abbandonare l’opera delle tue mani. R.


    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 16,5-11

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
    «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
    Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
    E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Quello che nella Bibbia si dice con una parola greca, ma tanto piena, la Hypomoné, sopportare nella vita il lavoro di tutti i giorni: le contraddizioni, le tribolazioni, tutto questo. Questi - Paolo e Sila - sopportano le tribolazioni, sopportano le umiliazioni: Gesù le ha sopportate, è entrato in pazienza. Questo è un processo, un processo di maturità cristiana, attraverso la strada della pazienza. Un processo da tempo, che non si fa da un giorno all’altro: si fa durante tutta la vita per venire alla maturità cristiana”. (S. Marta, 7 maggio 2013)

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