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mercoledì 12 ottobre 2016

"VOY AL PADRE" Ju 16,16-17


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  1. Antifona

    O Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo,
    aprivi la strada e abitavi con loro,
    la terra tremò e si aprirono i cieli. Alleluia. ( Sal 67,8-9)


    O Dio, che hai reso il tuo popolo
    partecipe della redenzione,
    fa’ che esulti in eterno
    per la risurrezione del Signore.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.
    Prima Lettura
    Paolo si stabilì in casa loro e lavorava, e discuteva nella sinagoga.

    Dagli Atti degli Apostoli
    At 18,1-8

    In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
    Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
    Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani».
    Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 97 (98)

    R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

    R. La tua salvezza, Signore, è per tutti i popoli.

    R. Alleluia, alleluia, alleluia.

    Cantate al Signore un canto nuovo,
    perché ha compiuto meraviglie.
    Gli ha dato vittoria la sua destra
    e il suo braccio santo. R.

    Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
    agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
    Egli si è ricordato del suo amore,
    della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

    Tutti i confini della terra hanno veduto
    la vittoria del nostro Dio.
    Acclami il Signore tutta la terra,
    gridate, esultate, cantate inni! R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Non vi lascerò orfani, dice il Signore;
    vado e ritorno a voi, e il vostro cuore sarà nella gioia. ( Gv 14,18)

    Alleluia.

    Vangelo
    Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 16,16-20

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
    Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
    Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      La gioia non è vivere di risata in risata. No, non è quello. La gioia non è essere divertente. No, non è quello. E’ un’altra cosa. La gioia cristiana è la pace. La pace che c’è nelle radici, la pace del cuore, la pace che soltanto Dio ci può dare. Questa è la gioia cristiana. Non è facile custodire questa gioia. La gioia cristiana è il respiro del cristiano, un cristiano che non è gioioso nel cuore non è un buon cristiano. E’ il respiro, il modo di esprimersi del cristiano, la gioia. Non è una cosa che si compra o io la faccio con lo sforzo, no: è un frutto dello Spirito Santo. Quello che fa la gioia nel cuore è lo Spirito Santo”. (Santa Marta, 28 maggio 2018)

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  2. FAUSTI – C'è un po' di tempo prima che i discepoli non vedano più Gesù. ...passeranno due giorni di angustia. Il primo è quello in cui Lo vedono ancora nella carne, in cammino verso la croce . E' il “poco” tempo del venerdì Santo. Tempo per noi dell'eclissi e del silenzio di Dio che si rivela nel Suo mistero. Il secondo è quello in cui non lo vedranno, perchè giacerà nel sepolcro : è il “poco” tempo del sabato Santo.
    Il tempo dell'assenza di Dio, che si rende presente fin nelle radici del nulla.
    Nel primo Lo vedono innalzato da terra ; nel secondo non Lo vedono, perchè sotto terra.
    Sono due giorni di tribolazione e di pianto : uno di smarrimento per ciò che accade , l'altro di angoscia per ciò che è accaduto.
    Sono i due tempi in cui si compie il destino del Figlio dell'uomo, che ogni uomo attraverserà nel suo cammino da “questo mondo “ al Padre, per giungere alla gioia completa.
    Questi due tempi, pur essendo breve preludio a un terzo tempo di gloria senza fine , per chi li vive sono un unico, interminabile tempo.
    L'angoscia infatti oscura l'orizzonte e proietta l'ombra presente su ogni futuro.
    Ma è solo il tempo del chicco di grano che muore per portare molto frutto (12,24), delle doglie del parto che fanno venire alla luce l'uomo nuovo. E' il tempo in cui Egli compie il ritorno al Padre e ci lascia il Suo Spirito. E' l'ultimo tratto della Sua vita terrena, in cui realizza ciò di cui tutto il resto è segno.
    “Un poco e mi vedrete” -Questo secondo poco tempo , in cui Gesù resta invisibile per poi mostrarsi di nuovo, è quello che va dalla sepoltura al mattino di Pasqua , quando i discepoli lo rivedranno.
    E' , come il primo, un tempo difficile. Ma, nell'incontro con il Risorto, dolore, paura, delusione, si scioglieranno in gioia, fiducia, speranza.
    Mentre il mondo non lo vedrà più, i discepoli lo vedranno, “perchè io vivo e voi vivrete” aveva detto Gesù 814,19) .
    Lo vedranno, perchè vivranno del Suo stesso Spirito.
    Sono i due tempi ineliminabili del nostro passaggio , con Gesù, dal mondo al Padre.
    Nel primo crollano gli idoli dell'uomo, con quanto pensa, ama e spera , nel secondo germoglia una nuova attesa, che apre alla promessa di Dio.
    Quanto Gesù ha detto al v. 16 è ripetuto di seguito tre volte , una da Lui, altre due dai discepoli. Questi non capiscono e si chiedono cosa significhi. I discepoli si chiedono pure che cosa significhi :”Me ne vado al Padre”. Se capissero questo, capirebbero il resto.
    Quando coglieranno la croce come gloria del Figlio tornato al Padre, allora essa non sarà motivo di tristezza, ma di gioia . Non sarà la fine di tutto, ma la sorgente della vita nuova nell'amore.

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