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martedì 18 ottobre 2016

"UNA ALEGRÍA" Ju 16, 21-23


3 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Dagli Atti degli Apostoli
    At 18,9-18

    [Mentre Paolo era a Corìnto,] una notte, in visione, il Signore gli disse: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso». Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio.

    Mentre Gallione era proconsole dell'Acàia, i Giudei insorsero unanimi contro Paolo e lo condussero davanti al tribunale dicendo: «Costui persuade la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge». Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende». E li fece cacciare dal tribunale. Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagòga, e lo percossero davanti al tribunale, ma Gallione non si curava affatto di questo.

    Paolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s'imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 16,20-23a

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

    «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

    La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Questo è quello che fanno la gioia e la speranza insieme, nella nostra vita, quando siamo nelle tribolazioni, quando siamo nei problemi, quando soffriamo. Non è un’anestesia. Il dolore è dolore, ma vissuto con gioia e speranza ti apre la porta alla gioia di un frutto nuovo. Questa immagine del Signore ci deve aiutare tanto nelle difficoltà; difficoltà tante volte brutte, difficoltà cattive che anche ci fanno dubitare della nostra fede … Ma con la gioia e la speranza andiamo avanti, perché dopo questa tempesta arriva un uomo nuovo, come la donna quando partorisce. E questa gioia e questa speranza Gesù dice che è duratura, che non passa. (Santa Marta, 6 maggio 2016)

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  2. S.FAUSTI – Gesù paragona il tempo dell'afflizione a quello della donna in procinto di partorire.
    In questo modo fa capire la fecondità del momento che il discepolo attraversa.
    Anche il chicco muore per portare frutto.
    Il termine “donna” - usato per la madre di Gesù all'inizio e alla fine del Vangelo,
    la Samaritana, l'adultera e la Maddalena – evoca il popolo di Dio, la sposa con-sorte dello Sposo.
    Anche per lei giunge l'ora di condividere la sua sorte.
    L'umanità, il creato stesso, è “gestante” : geme nelle doglie del parto, in attesa della rivelazione dei figli di Dio (Rom. 8,19).
    Il discepolo è turbato per la prova che gli sta davanti. Lo è stato anche Gesù, che fu subito confortato dalla voce del cielo (12,27). Ora ci conforta Lui, direttamente, con la Sua Parola ; la prova, breve, è fonte di gloria perenne. Le doglie del parto, anche se dolorose, non sono pericolose,
    espellono il figlio dalla madre, lo fanno venire alla luce.
    Quest'uomo è il nuovo Adamo, il Figlio, che sulla croce viene alla luce e illumina il mondo.
    Quest'uomo è ciascun discepolo, che percorrerà la stessa via del suo Maestro.
    Si tratta di una nascita – è il “Natale dell'anima “ - che produce in noi la gioia, caratteristica propria di quel Dio che è Amore.
    Il discepolo, davanti alla croce, è triste, come la donna per la quale è giunta l'ora del parto.
    Gesù Risorto vedrà ancora i suoi discepoli, come sarà visto anche da loro : sarà la gioia dell'incontro pasquale.Gli ultimi discorsi di Gesù non sono un addio.
    Sono piuttosto un arrivederci, dopo una dolorosa separazione.madre e figlio si vedono reciprocamente solo dopo il distacco del parto.
    La gioia che viene dalla croce è invincibile : è amore e vita che vince l'odio e la morte stessa.
    Si pone una connessione - la congiunzione “e” - tra la gioia e quel giorno , che è quello di Pasqua.
    “Quel giorno” sarà la nascita dell'uomo nuovo ,in una vita che dura sempre.
    E' il giorno definitivo, il giorno del Signore.
    Allora il silenzio di Dio diventa “la Parola” : il tempo di incomprensione e tristezza si tramuta in comprensione e gioia.
    vedi precedente
    "TRISTEZA" Ju 16,20

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  3. A. Fontana “Emmaus, la strada di Dio” - Il Dio sceso sulle strade degli uomini, profumato di mirra e d'incenso, ...un giorno “si è incarnato e ha piazzato la sua tenda in mezzo a noi” (Gv 1,14). Si è impolverato i piedi, si è lasciato accarezzare da una donna e bagnare il petto dalle sue lacrime, si è seduto a tavola con gli sposi e i peccatori, ha toccato la sofferenza ed è morto di morte ingiusta.
    Perchè Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Suo Figlio a salvarlo, come un buon Samaritano, curvo sui feriti ai bordi delle strade dei cinque continenti. E si prende cura di loro, senza chiedere né il ticket né la tessera sanitaria, li carica sulla sua divinità e li porta al sicuro.
    Ecco il Dio in cui crediamo.”ecco, Egli sta alla porta e bussa.Se qualcuno gli apre,Lui verrà e cenerà con lui e si siederà accanto..”(Ap 3,20)...
    “In questo sta l'amore : non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi...” (1Gv 4,0): il Signore sulle strade percorse si adegua e si arrabatta per farci capire le cose e ci salva. Chissà che non sia proprio questa la vocazione: Dio ci raggiunge, abbordandoci sulla strada tortuosa da noi scelta.
    Chissà che non sia questa la storia dell'umanità : Dio vigilante sui passi che facciamo per ricondurci alla locanda della fraternità. Chissà che non sia questa la nostra missione arrivare alla fine, in qualche modo, e accorgersi che Dio è sempre stato con noi e non ci ha mai abbandonato neanche quando, disorientati, credevamo di averlo perso. Nel buio della giungla. Nel buio della vita. Nel buio della notte...


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